Air France, minaccia di nuovi scioperi

Air France, minaccia di nuovi scioperi

La nomina di Benjamin Smith a Ceo di Air France/KLM (leggi qui il suo annuncio) non ha raffreddato le velleità dell’intersindacale del vettore, che vuole mettere pressione al nuovo esecutivo (tra cui anche il nuovo presidente, M.me Couderc) con la minaccia di nuovi scioperi. Tale nomina, accompagnata dalla notizia (vera o fake?) di un salario triplicato rispetto al suo predecessore, ha infatti spinto i sindacati del vettore francese di non spostarsi di una virgola dalle richieste precedenti, ovvero un aumento generale del 5,1% degli stipendi, specificando che questo aumento corrisponde all’inflazione 2012/2017 e che una “dichiarazione unitaria sarà letta al Comitato Centrale di Air France” che si tiene oggi. Ma il nuovo Ceo non assumerà la sua carica sino al 30 settembre, quindi per il vettore i nuovi scioperi minacciati dalla CGT sembrano pretestuosi.

Air France, minaccia di nuovi scioperi. In attesa del nuovo Ceo, il canadese Benjamin Smith

I sindacati si apprestano a dare un “caldo” benvenuto al nuovo Ceo Benjamin Smith con una minaccia di nuovi scioperi. Che inevitabilmente allontaneranno dalle prenotazioni viaggiatori d’affari e passeggeri leisure entrando in modalità TSAF, ovvero Tout Sauf Air France, Tutti salvo Air France (leggi qui ad esempio). mala CGT insiste: “chiederemo agli iscritti se riprenderemo lo sciopero. È molto probabile che ciò si verifichi. I dipendenti sono in questo mood” avverte il delegato CGT della compagnia aerea Vincent Salles, che sottolinea la sua contrarietà per il modo in cui il canadese Benjamin Smith è stato nominato “on the sly” il 16 agosto alla carica di Ceo del gruppo franco-olandese, finora numero 2 di Air Canada: “un profilo anglosassone, noto per aver fatto accordi sociali a sconto, per aver spinto sulla crescita del gruppo a scapito della casa madre Air Canada (privilegiando Air Canada Rouge, ndr)”. Una storia che sembra infinita e che il clima di rottura sociale introdotta dalle riforme del governo Macron sembra non di facile soluzione.

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