Brexit no allo stop dei voli

Brexit no allo stop dei voli con il Regno Unito

Brexit no allo stop dei voli. Dopo l’allarme di qualche giorno fa di un possibile stop dei voli tra Unione Europea e Regno Unito lanciato dal ceo di Ryanair Michael O’Leary (leggi l’annuncio sul Telegraph) risponde Donald Tusk, l’attuale presidente della Commissione europea, che vuole evitare a tutti i costi “questa conseguenza particolarmente assurda di Brexit dell’interruzione dei voli tra le due entità politiche. A tal fine, dobbiamo avviare al più presto le discussioni su questo tema”. Tusk che ha appunto delineato come potrebbe essere l’Europa dopo Brexit, con una proposta che deve essere “una mano tesa verso un negoziato intelligente il cui scopo permetterà di non erigere un muro tra l’Unione europea e il Regno Unito. Che è e continuerà ad essere il nostro vicino più prossimo, quindi dobbiamo rimanere amici e partner” ha sottolineato il presidente della Commissione europea. Una posizione però non condivisa da tutti: “la Gran Bretagna non può beneficiare dei vantaggi dell’Europa rimanendone fuori” sottolineano gli alfieri dell’hard Brexit in Europa.

Brexit no allo stop dei voli con il Regno Unito ma la sola soluzione parrebbe il Cielo Unico europeo

Molti paesi Ue vogliono il rispetto delle regole nell’iter della Brexit, soprattutto tedeschi e francesi che vogliono un rigoroso rispetto della legislazione europea in materia di trasporto aereo, settore per cui vedono il Cielo Unico aperto la sola soluzione per non avere un caos nei cieli britannici nel marzo 2019. Cielo unico, o spazio aereo unico europeo (o Sesar) che è uno dei quattro punti principali della Ue, insieme ad accordi esterni con i paesi a maggior crescita del settore, quali la Cina, il Consiglio di Cooperazione del Golfo (con lo scoglio Qatar, leggi qui) e la Turchia, come si può leggere qui.

Brexit no allo stop dei voli con il Regno Unito, ma intanto i vettori si riorganizzano

Nessuno pare volere lo stop dei voli con il regno Unito causa Brexit ma per sicurezza i vettori si riorganizzano. Come l’ irlandese Ryanair e l’ungherese Wizz Air, anche easyJet ha annunciato di aver presentato alle autorità del Regno Unito una domanda per ottenere un certificato di vettore aereo (COA) per continuare la sua attività indipendentemente dallo stato delle trattative per la Brexit con una flotta di 140 aeromobili. Dopo la creazione di un’entità in Austria lo scorso luglio con un COA europeo (leggi qui), la società collabora con gli investitori europei per garantire che oltre il 50% del capitale della società sia detenuto da cittadini europei, condizione sine qua non per mantenere lo status di vettore comunitario. Easyjet Austria è responsabile  di tutti gli aeromobili in Europa, EasyJet Svizzera gestisce invece i 25 velivoli con sede a Ginevra, una base in crescita.

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