I viaggi? Li prenota il mio avatar

Oltre 8,6 milioni di “abitanti”, più o meno il doppio di Milano e l’equivalente di New York. È questa la popolazione di Second Life, l’ormai celebre comunità virtuale che consente a tutti, pagando un abbonamento di una decina di dollari al mese, di inventarsi una vita parallela in rete. Un fenomeno senza precedenti, che ha suscitato il prevedibile interesse di sociologi e psicologi, ma non solo. Gli abitanti di Second Life, infatti, fanno affari online e si scambiano ogni giorno ben 2 milioni di dollari (veri). E così un numero crescente di aziende ha deciso di puntare su questa gigantesca vetrina tridimensionale per vendere e pubblicizzare i propri prodotti. È il caso di Citröen, che ha scelto Second Life per il lancio della nuova C1 Deejay, o di Vodafone e Tim, che hanno inaugurato sul sito aree dedicate. E ancora, di Ibm, Nike, Microsoft e Cisco.

All’appello non potevano mancare le imprese del settore turistico, dalle catena alberghiere, alle compagnie di navigazione, alle web agency, ai vettori: negli ultimi mesi, sono sbarcati su Second Life i siti di prenotazione Lastminute.com e Volagratis, la compagnia di navigazione Costa Crociere, il vettore italiano Air Four, la catena alberghiera Crowne Plaza ed Europe Assistance, società che offre coperture assicurative ai viaggiatori.

Come funziona

Ma come si diventa “cittadini” di Second Life? È facile: basta accedere al sito www.secondlife.com e scaricare un software, indispensabile per la navigazione. Poi ci si sceglie un “avatar”, una sorta di alter ego virtuale (i più “gettonati” hanno sembianze umane, ma ci sono anche avatar di animali e di creature mitologiche ) con il quale si può cominciare l’esplorazione delle diverse isole da cui è composto questo regno in 3D. I creatori di Second Life (la società informatica americana LindenLab, fondata dal ceo Philip Rosedale nel 1999) hanno dotato questo mondo parallelo di una propria economia e di una moneta virtuale, il linden dollar, che può essere accumulata, spesa e scambiata con denaro reale, creando interessanti opportunità di business. Un dollaro reale equivale a 270 linden dollar.

Ma quanto costa navigare su Second Life? Il primo Account Basic è gratuito, ma in seguito sono previsti dei Basic Account Addizionali (o “alt account”) che costano 9,95 dollari. Per costruire edifici, organizzare eventi e svolgere le attività quotidiane, però, bisogna acquistare dei terreni (le cosiddette “land”), pagando un ulteriore Account Premium a partire da 9,95 dollari e una tassa in proporzione al numero di metri quadri di terreno posseduti. Se si acquista un’intera isola, ovviamente, i costi sono più rilevanti: quasi 1700 dollari, a cui si aggiunge una tassa mensile di circa 250 dollari. Gli investimenti per costruire e allestire una sede in 3D, poi, non sono mai inferiori a 10mila dollari.

Congressi virtuali

Una delle applicazioni più interessanti di Second Life è la possibilità di organizzare in rete eventi, convention e meeting. Dior, ad esempio, ha lanciato sul sito la nuova collezione di gioielli “Victoire de Castellane”, utilizzando come location l’isola della maison, “Belladone Island”. Anche Renault ha organizzato una festa per la presentazione della nuova Renault New Twingo, mentre Costa Crociere ha scelto Second Life per il varo della sua nuova nave ammiraglia, la Costa Serena.

Inoltre, Crowne Plaza Hotels & Resorts, marchio del gruppo alberghiero InterContinental Hotels Group, ha inaugurato l’iniziativa “The other place to meet”: in pratica, ha riprodotto fedelmente tre delle proprie sale riunioni, mettendole a disposizione per l’organizzazione di meeting e congressi virtuali. L’utilizzo degli spazi è gratuito e ha una durata massima di otto ore. A detta di InterContinental, le sale sono studiate in modo da garantire la sicurezza e tutelare la privacy e, proprio come quelle reali, sono provviste di soluzioni per lo streaming audio e video e di dispositivi per la visualizzazione di presentazioni e immagini (info: www.crowneplaza.com/secondlife).

Le potenzialità di Second Life nel settore congressuale, tra l’altro, sono aumentate a partire dallo scorso agosto, quando LindenLab ha introdotto un nuovo sistema che consente agli avatar di dialogare anche a voce, con l’ausilio di cuffie e microfoni, anziché solo attraverso la tastiera.

Come accennato, l’elenco delle aziende turistiche presenti su Second Life include anche siti di prenotazione e vettori. Tra questi Air Four, compagnia aerea basata a Milano Linate, che organizza voli executive con una flotta di 12 turbo jet. La compagnia – la prima a essere sbarcata nella comunità in 3D – ha scelto come hub un’isola con la stessa forma della Sardegna, su cui ha realizzato un’aerostazione e una pista d’atterraggio. L’operazione, più che commerciale, è di marketing: gli abitanti di Second Life, infatti, non hanno bisogno di prendere l’aereo perché riescono a volare e possono addirittura farsi “teletrasportare”.

Risale allo scorso luglio, invece, l’ingresso in Second Life di Volagratis, sito di prenotazione di tariffe aeree a basso costo: la società ha inaugurato la nuova sede con una grande festa, durante la quale i partecipanti sono stati intrattenuti con giochi di gruppo, gadget gratuiti e musica dal vivo.

Anche lastminute.com ha lanciato nella comunità in 3D la campagna pubblicitaria “La tua estate in paradiso”. L’isola sponsorizzata dalla web agency è Itland, una delle aree italiane più visitate. Qui gli avatar di Second Life possono organizzare feste, serate in discoteca e incontrarsi sulla frequentatissima “Italian beach”. La società ha fatto sapere che l’iniziativa rientra nella strategia di puntare sempre più su tecnologie innovative e di esplorare nuovi mezzi per catturare la propria clientela.

Segnaliamo, infine, che la compagnia di assicurazioni Europe Assistance ha lanciato su Second Life una polizza ad hoc, che tutela gli avatar in caso di danni durante il teletrasporto. L’operazione di marketing è stata studiata dalla società Mrm Worldwide di Parigi.

Potenzialità reali?

Non passa giorno senza che i media diffondano la notizia di qualcuno che si è arricchito avviando un nuovo business su Second Life. Tra i casi più famosi, quello di Anshe Chung, che ha fatto fortuna rivendendo i suoi lotti di terreno in 3D al prezzo di circa 1200 dollari. O ancora, quello di Reuben Steiger, che con la sua agenzia di marketing virtuale Millionsofus si è aggiudicato clienti del calibro di Microsoft, Coca Cola e Warner Bros.

Non tutti, però, sono così soddisfatti. Negli ultimi mesi diverse aziende hanno chiuso le loro sedi, rivelando che la presenza in Second Life, pur garantendo un’ottima visibilità, consente guadagni modesti. Tra queste, Starwood Hotels and Resort Worldwide: il gruppo alberghiero, che commercializza, tra gli altri, i marchi Sheraton, Le Méridien, Westin e The Luxury Collection, ha addirittura regalato la propria isola a un’associazione no profit. Il motivo di questo insuccesso? A detta di alcuni, gli utenti di Second Life sono inclini al divertimento, più che all’acquisto, e disertano le isole aziendali.

Insomma, dopo l’entusiasmo iniziale, il fenomeno Second Life sembra destinato a sgonfiarsi, almeno negli Usa. E già si vocifera di un calo significativo nel numero dei frequentatori, nonché nel volume di linden dollar circolanti. E allora, ci troviamo di fronte a un nuovo, rivoluzionario canale distributivo o all’ennesimo “flop” telematico? Solo il tempo ci darà una risposta.

Mission N. 5, settembre 2007 – testo di Arianna De Nittis

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