Ipotesi di Hard Brexit

Ipotesi di Hard Brexit, i timori del settore aviation britannico

Continuano le grida d’allarme da parte del settore aviation britannico (ed europeo) su un’ipotesi di Hard Brexit, che bloccherebbe tutti i voli da e per il Continente, che dovrebbero poi esser rinegoziati bilateralmente.  ADS, l’organizzazione commerciale che rappresenta le industrie aerospaziale, della difesa, della sicurezza e dello spazio nel Regno Unito, con più 1000 aziende associate (tra cui Airbus, Rolls Royce, BAE Systems e Bombardier), ha scritto per ben la seconda volta in quattro mesi alla Commissione europea per chiederle ancora una volta di consentire ai controllori delle compagnie aeree britanniche ed europee di iniziare la pianificazione tecnica per programmare la Brexit prevista per il marzo del prossimo anno.  ADS spinge infatti per discussioni tecniche tra l’Autorità dell’aviazione civile (CAA) e l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) per preparare l’uscita del Regno Unito dalla Ue, una richiesta già respinta dalla CE: “resta inteso che anche il governo del Regno Unito ha chiesto che queste discussioni tecniche abbiano luogo, ma che la CE ha finora bloccato questa fase preparatoria”, ha dichiarato ADS, preoccupato per l’impatto della Brexit sul settore dell’aviazione, in quanto le previsioni sono fosche per l’industria in caso di Hard Brexit (leggi qui i timori di Airbus). La Gran Bretagna, malgrado l’ipotesi di Hard Brexit, ha inoltre espresso il desiderio di continuare a far parte dell’EASA dopo la sua uscita dall’Unione europea nel 2019, ma naturalmente anche questo dovrà essere oggetto di discussione tra le parti.

Ipotesi di Hard Brexit, i timori del settore aviation britannico, le mosse dei vettori

Da tempo i vettori britannici hanno cercato soluzioni per Brexit, easyJet, oltre ad avere un codice svizzero, ha aperto anche in Austria (leggi qui) e sta pianificando di trasferire 1.400 licenze di pilota britanniche nel paese alpino, Ryanair è irlandese ma ha le sue basi principali nel Regno Unito, così ha pensato di aprire in Polonia (leggi qui), mentre la sede della holding IAG è a Madrid, con la low cost Level che ha aperto anch’essa in Austria (leggi qui). Ma i problemi non sono solo per i voli tra Regno Unito ed Europa, perché ad oggi anche i tanti voli transatlantici in partenza dagli scali britannici sono regolati dall’accordo Openskies Usa-Ue,.
Nell’ultimo avviso di non accettazione della posizione europea, il governo ha dichiarato lunedì che gli aerei saranno bloccati a terra perché le licenze aeree rilasciate dall’UE non saranno valide e che le compagnie aeree dovranno “richiedere autorizzazioni individuali” per operare con i rispettivi stati. E tutto ciò rende difficile per le compagnie aeree vendere biglietti per i voli dopo Brexit; “in questo momento continueremo a vendere nella speranza e nella convinzione che quando si arriverà alla conclusione dello scenario Brexit, prevarrà il buon senso e la gente si renderà conto della necessità di viaggiare all’interno dell’Europa” ha commentato il direttore commerciale di FlyBe Roy Kinnear. Ryanair aggiungerà invece presto una “clausola Brexit” a tutti i biglietti venduti per i viaggi dopo il 29 marzo.

Il governo spera di scongiurare l’ipotesi di Hard Brexit, chiudendo un accordo di “no concessions” con l’UE per mantenere i voli, sottolineando che “le compagnie aeree con licenza UE perderanno la possibilità di operare interamente nel Regno Unito (ad esempio da Heathrow a Edimburgo) e le compagnie aeree con licenza britannica perderanno la possibilità di operare servizi aerei intra-UE (da Milano a Parigi)”. Come gesto di buona volontà, il governo afferma che concederà alle compagnie aeree dell’UE il permesso di atterrare negli aeroporti britannici e spera che gli Stati membri facciano lo stesso. “Non sarebbe nell’interesse di alcuno Stato membro dell’UE o del Regno Unito limitare la scelta delle destinazioni che potrebbero essere servite, ma se queste autorizzazioni non vengono concesse, alcuni voli potrebbero essere interrotti”, scrive il governo. Nessuna perturbazione invece per il controllo del traffico aereo nello spazio aereo britannico, poiché ciò è garantito dalle convenzioni internazionali.

Interessante questa infografica sulla situazione del settore aviation nel Regno Unito pubblicata da Airlines UK

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