Le alleanze giocano il jolly

L’accordo di Open Skies, che liberalizza il traffico aereo tra Europa e Usa, rappresenta un’opportunità d’oro per il rilancio delle alleanze aeree, secondo alcuni osservatori destinate a essere bypassate dallosviluppo dei collegamenti point to point operati da vettori low cost. La prima a scendere in campo è stataSkyTeam, che lo scorso giugno ha avanzato una richiesta al Dot, Dipartimento dei Trasporti americano, per poter operare al meglio sulle nuove rotte transoceaniche, attraverso un approccio commerciale integrato. E nel suo “Show Case Order” del 9 aprile scorso il Dipartimento ha anticipato l’intenzione di concedere all’alleanza l’immunità antitrust. Anche i vettori membri delle altre coalizioni si stanno facendo avanti: American Airlines, uno dei partner storici di Oneworld, ha inaugurato due nuovi voli New York Jfk Barcellona e Chicago-Mosca. Dal primo agosto, inoltre, raddoppierà i collegamenti dalla Grande Mela a Londra Stansted. Rumors, inoltre, rivelano che Lufthansa, tra i fondatori di Star Alliance, starebbe valutando di usare Malpensa come una delle proprie basi per i voli transatlantici, proprio al fine di trarre il massimo vantaggio dal trattato dei “cieli aperti”.

 

E intanto le possibili ripercussioni degli accordi tra Usa e Ue sono finite nel mirino di Bruxelles. Di recente la Commissione Europea, in collaborazione con il Dot, ha avviato uno studio sulla crescita delle alleanze aeree negli ultimi anni e sugli effetti che il trattato Open Skies avrà sulla libera concorrenza. I risultati saranno pubblicati nel corso del 2009. Insomma, è prevedibile che nei prossimi anni le alleanze – che attualmente si dividono il 60% della capacità mondiale in termini di posti disponibili (ASK), contro il 30% dei vettori che adottano la strategia “stand alone” e il 10% dei low cost – si rafforzeranno ulteriormente. Una conferma del fatto che oggi è quasi impossibile mantenersi competitivi nel settore del trasporto aereo senza creare sinergie con i propri competitor.

Ma qual è l’attuale identikit delle alleanze? Cominciamo con Star Alliance, la prima ad essere stata fondata (nel 1997) e anche la più ampia: conta infatti più di 396mila dipendenti, oltre 18mila voli giornalieri verso 965 aeroporti in 162 Paesi, 492 milioni di passeggeri annui trasportati e una flotta di poco meno di 3330 aeromobili. A breve distanza dall’ingresso nella coalizione delle compagnie cinesi Air China e Shanghai Airlines, lo scorso aprile è entrato a far parte di Star Alliance il suo ventesimo vettore membro, Turkish Airlines, che dall’Italia opera con 33 frequenze settimanali per Istanbul dagli scali di Roma, Milano Malpensa e Venezia. Nel prossimo futuro, inoltre, saranno ammesse all’alleanza anche EgyptAir e Air India, che andrà a rafforzare le rotte di Star nell’area asiatica, ad oggi una delle meno coperte. I recenti nuovi ingressi nell’alleanza hanno comportato anche un rafforzamento della presenza sul mercato italiano, dove oggi Star Alliance opera presso 25 aeroporti.

E veniamo a Oneworld, che è stata fondata nel 1998 e riunisce attualmente 10 compagnie, a cui si aggiungono altre 20 affiliate. Più piccola di Star Alliance quanto a numero di vettori membri, vanta però altri “primati”: a detta del management, infatti, è l’alleanza con la maggiore redditività (il fatturato del 2006 ammontava a 90 miliardi di dollari) nonché l’unica realmente globale, perché conta partner provenienti da Sud America, Australia e Medio Oriente, per unnetwork complessivo di 700 destinazioni in 150 Paesi, serviti con circa 9500 frequenze giornaliere. Il 2007 è stato un anno di espansione per Oneworld, che ha registrato 11 nuovi ingressi tra vettori membri (Japan Airlines, Malév Hungarian Airlines e Royal Jordanian) e compagnie affiliate. Nel 2009 entrerà a far parte dell’alleanza l’undicesimo partner, Mexicana, insieme alla propria affiliata Click Mexicana: una grande chance di espansione per Oneworld in Messico e America Centrale. Tra i mercati strategici dell’alleanza spicca anche l’Italia.
«Per il futuro, Oneworld mira a consolidare la propria presenza in Italia, paese che l’alleanza indica come uno dei suoi sei “mercati chiave” – conferma Nicolas Ferri, Oneworld vice president commercial –. Dal settembre 2007 l’alleanza e le sue compagnie partner hanno intensificato notevolmente i propri investimenti su questo mercato, ampliando la gamma di prodotti e servizi offerti ai propri clienti corporate e leisure, ma soprattutto accrescendo la propria presenza nei principali scali italiani». È notizia recente, ad esempio, l’interesse manifestato nei confronti dello scalo di Milano Malpensa, dove tre vettori membri negli ultimi mesi hanno aumentato le proprie frequenze: American Airlines ha fatto ritorno sullo scalo lombardo con un collegamento giornaliero diretto per New York, pianificato per garantire la coincidenza con 45 destinazioni internazionali. Malév, inoltre, ha reintrodotto due voli giornalieri con Boeing 737-600 sulla tratta Malpensa-Budapest, con l’obiettivo di migliorare le connessioni del nostro Paese con l’Europa centro-orientale.
Infine, lo scorso aprile Iberia ha portato a sei i voli giornalieri da Malpensa a Madrid, contro i precedenti quattro.

Concludiamo con SkyTeam, l’ultima alleanza ad essere stata fondata, nel 2000: oggi è composta da 11 vettori membri, più tre associati, che offrono complessivamente oltre 16.400 collegamenti giornalieri verso 841 destinazioni in 162 Paesi. La novità più recente dell’alleanza è stato l’ingresso lo scorso novembre della sua prima compagnia cinese, China Southern Airlines: con collegamenti per 152 destinazioni nel mondo, il vettore ha permesso a SkyTeam di aggiungere al proprio network gli hub di Guanzhou e di Pechino, che rivestono un’importanza strategica sia per la clientela business, sia per le prossime Olimpiadi.

Oltre ai nuovi ingressi, a mutare il peso e la configurazione delle alleanze aeree contribuiscono anche le fusioni e acquisizioni tra i vettori, sempre più frequenti in un mercato che per sopravvivere ha imboccato la strada della concentrazione. SkyTeam, ad esempio, trarrà sicuramente considerevole vantaggio dalla fusione lo scorso aprile di uno dei suoi vettori membri, Delta, con la compagnia aerea Northwest Airlines. L’accordo, del valore di 17,7 miliardi di dollari, porterà alla creazione di un autentico colosso dell’aviazione, che genererà il 25% del traffico aereo statunitense e offrirà collegamenti con l’Europa, il Giappone, l’Africa, l’India e il Medio Oriente. È ancora incerto, invece, il destino di United, storico membro di Star Alliance. Di recente è sfumato il ventilato merger con un altro membro della coalizione, Us Airways. Pare, però, che la compagnia
stia valutando un nuovo accordo con Continental Airlines, membro di SkyTeam: una partnership che, se dovesse diventare realtà, muterebbe nuovamente il panorama delle alleanze.

Integrazione commerciale: un obiettivo raggiunto
Liste d’attesa prioritarie, postazioni di check-in dedicate, bagaglio aggiuntivo, accesso alle lounge aeroportuali: l’offerta di servizi ai passeggeri è da sempre uno dei cavalli di battaglia delle alleanze aeree. Negli ultimi anni, però, le grandi coalizioni dei cieli hanno fatto significativi passi avanti anche sul fronte dell’integrazione tariffaria, proponendo un’ampia gamma di tariffe combinateche consentono il
giro del mondo, oppure gli spostamenti in specifiche aree geografiche.
«La tariffa “Round the World Fare Star Alliance”, ad esempio, offre una moltitudine di opzioni di itinerario che copre i 5 continenti – conferma Patrick Trancu, portavoce dell’alleanza –. È disponibile per partenze da 25 aeroporti italiani e permette di scegliere tra un minimo di tre e un massimo di 15 soste intermedie di almeno 24 ore in una qualsiasi città. Le Tariffe Star Alliance Circle disponibili per l’Asia e il Pacifico, invece, permettono di abbinare a un biglietto intercontinentale un itinerario nella regione prescelta con percorrenze che vanno dalle 15mila alle 26mila miglia. Star Alliance offre infine le tariffe Star Alliance AirPass valide in Africa, Asia, Giappone, Nord America, Sud Pacifico, Thailandia. Abbinabili a un biglietto intercontinentale emesso da qualsiasi vettore dell’alleanza in partenza dall’Italia, queste offerte permettono di acquistare coupon per specifiche tratte all’interno dell’area geografica prescelta».

Lo stesso dicasi di Oneworld, che è in grado di offrire una completa combinabilità delle tariffe dei suoi 10 vettori partner. «Tutte le tariffe dell’alleanza sono combinabili su base di sola andata per costruire viaggi andata e ritorno, open-jaw e circle-trip su misura, usufruendo delle migliori e più convenienti tariffe pubblicate dai vettori membri – spiega Ferri –. Tra i prodotti disponibili, spiccano le tariffe RoundtheWorld per viaggi intorno al mondo (Oneworld Explorer, Global Explorer e Circle Trip Explorer), ma anche i Pass Continentali, pensati per visitare un singolo continente costruendo itinerari flessibili, convenienti e personalizzati. Il tutto con un unico biglietto elettronico: più di tre anni fa, infatti, Oneworld è stata la prima alleanza globale a introdurre un sistema integrato di biglietteria elettronica (IET) che consente ai propri clienti di viaggiare riunendo tutte le combinazioni prescelte tra i vettori dell’alleanza in un unico e-ticket».

Non è da meno SkyTeam, che oggi propone quattro tipologie di tariffe combinate: la tariffa Giro del Mondo include quattro opzioni di itinerario (da 39mila, 34mila, 29mila e 26mila miglia), con validità da 10 giorni a un anno e un numero di scali compreso tra 3 e 15; vi sono, inoltre, le tariffeEurope Pass (in vendita solo fuori dall’Europa), America Pass e Asia Pass, che consentono ai passeggeri che prenotano un biglietto intercontinentale, transatlantico o transpacifico per l’Europa, l’Asia e l’America di acquistare tre o più voli interni ai tre continenti a un prezzo scontato.

Al contempo è sempre più articolata l’offerta delle alleanze nei confronti delle aziende. Star Alliance, ad esempio, ha cominciato a stipulare i primi contratti corporate già nel 2002. «Su specifica richiesta delle aziende, Star Alliance sviluppa proposte tariffarie ad hoc – sottolinea Trancu –. Inoltre mette a
disposizione delle aziende lo Star Alliance Company Plus, un programma di fidelizzazione online dedicato alle piccole e medie imprese. L’iniziativa consente di accumulare punti grazie ai viaggi dei dipendenti e di spenderli per un’ampia gamma di premi, voli gratuiti, upgrade o accrediti in euro. I viaggiatori, al contempo, possono continuare ad accumulare miglia nei propri programmi frequent flyer. L’adesione al programma è gratuita».

Anche Oneworld di recente ha messo a punto il programma busynessflyer, sottoscrivibile unicamente online e rivolto a tutte le realtà commerciali che non hanno volumi di traffico sufficientemente elevati da consentire la stipula di accordi commerciali con le singole compagnie aeree. «Il programma consente a tutte le imprese iscritte di ottenere sconti sul costo dei propri viaggi aziendali, unendo al risparmio la flessibilità di un prodotto costruito su misura e in grado di dare le maggiori garanzie a livello di scheduling, ovvero la possibilità di cambiare tratte e orari fino a poco prima del viaggio – spiega Ferri –. All’atto dell’iscrizione viene richiesto di indicare anche i riferimenti della propria agenzia di viaggio abituale, affinché si possa occupare della prenotazione dei voli e dell’acquisto dei biglietti. Con questa formula, businessflyer permette quindi dirispettare i contratti pre-esistenti con le agenzie di viaggio, pur ottenendo immediati risparmi sulle tariffe».

Concludiamo con SkyTeam, che oltre a stipulare accordi globali con le multinazionali propone la formula SkyTeam Global Meetings: il programma offre agli organizzatori di eventi e congressi migliaia di tariffe scontate, supporto logistico e materiale promozionale. L’offerta è diretta anche ai partecipanti ai convegni, che possono usufruire di tariffe preferenziali e di supporto nell’organizzazione del proprio viaggio.
Le alleanze, queste sconosciute
Ma i business traveller considerano importanti le alleanze dei cieli? Non molto, almeno nel mercato britannico. A rivelarlo è un’indagine condotta da ITM, Institute of Travel Management, presso 165 buyer britannici con un volume di spese complessivo di oltre 1,2 miliardi di sterline (circa 1,5 miliardi di euro): i tre quarti degli intervistati non sono in grado di quantificare i vantaggi offerti dalle tre coalizioni, mentre la metà confonde un brand con l’altro. Dall’indagine emerge però che la maggior parte degli intervistati confida che gli accordi Open Skies portino a unampliamento dell’offerta sulle tratte transatlantiche e a una diminuzione delle tariffe. Attualmente oltre la metà dei buyer negozia le tariffe direttamente con i vettori. Il 54%, inoltre, afferma di riuscire a trovare tariffe di lungo raggio più convenienti di quelle preferenziali attraverso canali diversi da quelli tradizionali.

Testo di Arianna De Nittis, Mission n. 5 giugno-luglio 2008

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