Henley Passport Index 2018

L’Henley Passport Index 2018 premia Singapore e Giappone

Per chi viaggia spesso per lavoro avere un passaporto che gli apra le porte in tutti (o quasi) i paesi dove va fa la differenza e, secondo l’Henley Passport Index 2018, la classifica dei passaporti stabilita da Henley & Partners, sono quelli di Singapore e il Giappone i documenti accettati al mondo dal maggior numero di paesi, ovvero 180, seguiti da quello della Germania, in testa lo scorso anno (leggi qui), con 179, e da ben sette paesi, di cui sei europei: ovvero l’Italia innanzitutto, la Francia, la Svezia, la Danimarca, la Finlandia e la Spagna, più la Corea del Sud, con 178 paesi. Seguono il Portogallo, il Regno Unito, la Norvegia, l’Austria, il Lussemburgo e i Paesi Bassi, con 177 paesi liberi di accesso. Gli Stati Uniti continuano a occupare il quinto posto nell’indice, offrendo ai titolari di passaporto l’accesso a 176 destinazioni.

L’Henley Passport Index 2018 premia Singapore e Giappone. Bene l’Italia a al terzo

L’Henley Passport Index 2018 è l’unico indice dei passaporti basato sui dati della International Air Transport Association (IATA), basato su ricerche approfondite e regolarmente aggiornato durante tutto l’anno con dati storici che coprono 13 anni (vedilo qui). Tra gli altri paesi la Federazione russa ha salito tre posizioni arrivando alla 45 ° posizione. Anche grazie al recente accordo di esenzione dal visto con gli Emirati Arabi Uniti, la Cina ha registrato la maggiore crescita nella sua regione nel corso dell’ultimo anno, con un aumento di 11 posizioni rispetto al 2017 e il 74° posto a livello mondiale. Siria, Iraq e Afghanistan si trovano in fondo all’Henley Passport Index, ciascuno dei quali è ancora in grado di accedere a 30 o meno destinazioni senza visto.

“La cittadinanza globale è in aumento, con sempre più persone che cercano opportunità ed esperienze al di fuori del loro paese d’origine. Le frontiere in alcune parti chiave del mondo possono essere sempre più strette, ma altrove l’accesso si sta evolvendo. In termini di politiche e normative sui visti, ogni settimana assistiamo all’apertura dei confini di un numero crescente di Paesi – soprattutto al di fuori dell’Occidente – a partner strategici che cercano di approfondire le relazioni diplomatiche e di attingere all’immenso valore economico che il turismo, il commercio internazionale e le migrazioni possono apportare” ha commentato Hugh Morshead, membro del Comitato Esecutivo.

 

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