Scalo di Berlino

Perfezione (?) teutonica, lo scalo di Berlino non aprirà prima del 2020!

Il nuovo scalo di Berlino Brandenburg-Willy Brandt, di cui abbiamo scritto più volte (leggi qui, qui oppure qui)  e che originariamente sarebbe dovuto venir inaugurato nel 2011 dovrebbe aprire non prima della fine del 2020. E mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo. Nonostante la grande applicazione del neo head of project BER Christoph Bretschneider, che ha sostituito Jörg Marks, ci sono ancora molti punti problematici da risolvere.  Secondo la rivista Der Tagesspiel questo è il settimo rinvio del progetto dello scalo capitolino, con ritardi che “sono costati diversi miliardi di euro, con un esborso per il contribuente tedesco di quasi un milione di euro al giorno”.

Lo scalo di Berlino, di proprietà congiunta della città di Berlino, del governo federale di Brandeburgo e della Germania, non aprirà prima del 2020!

Lo scalo unico di Berlino intitolato all’ex-cancelliere Willy Brandt, che dovrebbe andare a sostituire i due scali cittadini, il Tegel, ex-scalo dell’Ovest, e lo Schoenefeld, ex dell’Est, è di proprietà congiunta della città di Berlino, del governo federale di Brandeburgo e della Germania, e nacque per accogliere 34 milioni di passeggeri, un progetto certamente già sottodimensionato. Tanto che si pensa di tenere aperto il Tegel trasformandolo in un aeroporto business, per togliere almeno questa fetta di traffico dal nuovo scalo di Berlino. Tegel che si trova in città e che è stato anche oggetto di un referendum consultivo sulla sua chiusura; hanno vinto coloro che lo vogliono mantenere aperto, uno scalo nato nel 1974 e con un terminal di vecchio stampo, che permette anche di far arrivare i viaggiatori in taxi o in ncc fin sotto bordo degli aerei in pista. Insomma, un perfetto scalo business, sullo stile dei migliori europei tra cui, ricordiamo, c’è anche il Sea Linate Prime (vedi qui la nostra prova) a Milano.

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