L’ultima sfida di Airbus

Spira aria nuova nei cieli. Boeing, il colosso americano dell’aeronautica con sede a Seattle, eAirbus, il suo storico concorrente europeo, stanno mettendo a punto due modelli di aeromobili destinati a rivoluzionare il modo di volare. Velivoli che promettono viaggi più veloci, minore impatto ambientale e più efficienza. E che rappresentano un vero e proprio concentrato di tecnologie innovative sul fronte del design, dei materiali, delle prestazioni.

A380: un “big” dei cieli

Il fiore all’occhiello di Airbus, il cui lancio è previsto all’inizio del 2005, si chiama A380. Realizzato nello stabilimento Aerocostellation di Blagnac, vicino a Tolosa, è l’aereo passeggeri più grande del mondo: lungo 77 metri e alto 24, è in grado di trasportare fino a 800 persone distribuite su due ponti. Ed è dotato di confort che, più che un aereo, ricordano una nave da crociera: ristoranti, docce, palestra, cabine private. Ma non è questa l’unica novità. Il velivolo, infatti (che dispone di quattro motori) ha un’autonomia di 15mila chilometri (in pratica, è in grado di volare dall’Europa all’Australia senza scali). È stato costruito con un mix di alluminio e Glare (Glassfibre Reinforced Aluminium), materiale innovativo con un’elevatissima resistenza agli urti, alla corrosione e al fuoco. I componenti sono stati saldati a laser e con una nuova tecnica, la Friction Stir Welding, che elimina completamente i difetti delle saldature tradizionali.

Il progetto dell’A380 ha richiesto alla casa produttrice un investimento considerevole: circa 10,7 miliardi di euro. Il nuovo aeromobile, però, rappresenta un asso nella manica per risollevare i bilanci dell’azienda, che nel 2003 ha attraversato una fase di stallo: nonostante la consegna di 305 nuovi aeromobili, infatti, il fatturato del costruttore ha registrato un calo dai 19,5 miliardi di euro del 2002 a 19,3 miliardi. Grazie alla produzione dell’A380, invece, nell’arco dei prossimi sei anni Airbus prevede una crescita del revenue nell’ordine del 50%. Attualmente, sono 11 le compagnie aeree interessate all’A380, per un totale di 129 ordini (che salgono a 200 tenendo conto delle opzioni d’acquisto). Il primo carrier a introdurre il velivolo nella flotta sarà Singapore Airlines, seguito da Qatar Airways, Malaysia Airlines, Korean Air. E di recente ancheLufthansa ha stanziato una cifra di 4,7 miliardi di euro per l’acquisto dei nuovi Airbus, che verranno impiegati sulle rotte intercontinentali.

Gli aeroporti si adeguano

Insomma, l’A380 sembra destinato a diventare un protagonista delle rotte a lungo raggio. A patto, però, che gli aeroporti adeguino velocemente la dimensione delle piste al nuovo gigante dei cieli. Per ora sono 13 gli scali in grado di ospitare l’A380 (tra gli altri Roissy e Londra Heathrow, che ha avviato lavori di ampliamento del costo di 10 milioni di sterline), ma a detta di Airbus saliranno a 20 entro il 2020.

L’aereo di sogno

E veniamo al B7E7, il nuovo aeromobile che da oltre tre anni vede impegnato lo staff tecnico dellaBoeing. Ribattezzato “Dreamliner”, aereo di sogno, avrà due motori, un’autonomia di circa16mila chilometri (pari a un volo no-stop da New York a Tokyo) e due configurazioni, da 200 e 300 posti. Assolutamente innovativo, sarà costruito interamente in materiali compositi (la fibra di carbonio), anziché nel classico alluminio. «I materiali compositi – ha dichiarato Mike Bair, senior vice president del progetto 7E7 di Boeing Commercial Airplanes – offrono numerosi vantaggi, tra cui una maggiore resistenza, una ridotta manutenzione ed elevati margini di sviluppo. Con l’adozione di questi materiali Boeing farà il suo ingresso nella nuova era del volo».

L’azienda americana, che negli ultimi anni ha risentito fortemente della concorrenza di Airbus, conta sul B7E7 per riconquistare la leadership nel settore. L’aereo non è ancora in costruzione e dovrebbe entrare in servizio nel 2008, ma già è stato firmato il primo contratto con la giapponeseAll Nippon Airways (Ana), mentre sembrano interessate anche alcune compagnie europee, tra cui British Airways.

L’erede del Concorde

E intanto, la tecnologia aerospaziale guarda avanti. E già si parla della possibilità di progettare aerei passeggeri pilotati da terra e velivoli ipersonici, destinati far impallidire gli attuali aerei supersonici grazie a una velocità di crociera di ben 5000 chilometri orari. Si tratta, ovviamente, di traguardi ancora lontani. Per adesso, i progettisti sono impegnati nel tentativo non facile di realizzare l’erede del caro, vecchio Concorde, aereo supersonico di fabbricazione franco-olandese mandato in pensione da British Airways e Air France lo scorso anno a causa del numero elevato di incidenti e dei costi esorbitanti di esercizio e di manutenzione. Gli esperti affermano che il nuovo aereo supersonico per l’aviazione civile vedrà la luce entro il 2050. Tra i gruppi di ricerca che in questi anni si sono cimentati con questa sfida, spicca la Darpa (Defence Advanced Research Project Agency), che in collaborazione con il Langley Research Center della Nasa e con il Dryden Flight Research Center, ha lavorato a un modello di aeromobile in grado di ridurre sensibilmente il rumore prodotto dalla rottura della barriera del suono.

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