Fotografia del Fleet Manager

MissionReport è una nuova iniziativa della nostra casa editrice, nata allo scopo di fornire dati e analisi sui viaggi d’affari e sulle flotte auto. E MissionForum, il cui primo evento è stato annunciato sulle pagine di questa rivista, costituisce l’evento di presentazione al pubblico: un pubblico competente e attento, composto da Fleet Manager e Travel Manager. Il primo seminario di presentazione si è svolto il 25 febbraio presso l’Università di Milano-Bicocca per illustrare i dati della ricerca La figura professionale del Travel Manager e del Fleet Manager: ruolo ed evoluzione delle funzioni. Una ricerca condotta “in parallelo” per analizzare gli indicatori salienti delle due professioni. Mentre rimandiamo alla lettura di Mission per tutto quanto riguarda i dati relativi ai Travel Manager, focalizziamo la nostra attenzione sulla figura del Fleet Manager. La ricerca analizza aspetti quali il contesto aziendale, l’inquadramento, le mansioni, l’evoluzione della funzione e la valorizzazione del ruolo. È stata sottoposta ai lettori delle due riviste Mission e MissionFleet tra settembre e dicembre 2014, integrati con 420 nominativi del database AIDA. Infine, sono stati presi in considerazione solo 396 questionari compilati completamente, rispetto ai 647 ottenuti.

I DATI SALIENTI DELLA RICERCA
La maggior parte delle aziende che possiede un Fleet Manager è classificabile tra le grandi aziende (più di 250 addetti) multinazionali: vi lavorano quasi il 70% degli intervistati, il 6% dei quali appartiene a grandi aziende operanti solo sul territorio nazionale. Quasi il 59% di queste aziende ha mantenuto stabili i volumi di spesa della flotta, mentre la crisi perdurante li ha compressi nel 28% dei casi: solo il 13% dei Fleet Manager interpellati dichiara di aver gestito volumi crescenti rispetto all’anno precedente. Il Fleet Manager italiano è prevalentemente maschio e di esperienza: quasi l’80% supera i 41 anni di età. Da segnalare che, al contrario, i Travel Manager (o forse sarebbe meglio dire “le” Travel Manager”) sono prevalentemente donne (quasi il 70%) che si collocano, però, nella stessa fascia di età. Questa diversità può spiegare anche il livello di retribuzione medio, che è più basso per i Travel Manager (è nota la differenza di salario piuttosto discriminatoria esistente nel nostro Paese, a favore del sesso maschile) rispetto ai gestori delle flotte. Questi ultimi sono contrattualizzati a livello di quadri aziendali (49,3%) o di impiegati (31,9%). Vi è anche un 13% di dirigenti all’interno del gruppo dei Fleet Manager intervistati. La retribuzione dei Fleet Manager si posiziona principalmente nella fascia tra 30.000 e 50.000 euro lordi annui. Oltre il 73% riceve altri benefit aziendali, oltre allo stipendio (con una tendenza evolutiva stabile o in aumento), quasi il 64% beneficia di programmi di formazione. Per quanto riguarda il reparto di appartenenza, possiamo “prendere a prestito” quando ci ha spiegato durante la tavola rotonda di MissionForum Francesco Signori, talent manager di Deloitte & Touche: due aspetti hanno dominato la car policy degli ultimi anni, retention e controllo costi. E proprio questi due temi vengono enfatizzati se guardiamo ai due reparti di appartenenza più “gettonati” per i Fleet Manager: risorse umane (30,4%) e ufficio acquisti (29%). Il Fleet Manager è anche un professionista seasoned, come direbbero gli Americani: meno del 12% si occupa di flotta da meno di due anni, mentre la percentuale di coloro che supera i 5 anni di esperienza nel ruolo, fino a oltre i 15 anni, sfiora il 70%.

I COMPITI DEL FLEET MANAGER 
Sulla base dei dati della ricerca i Fleet Manager si ritengono mediamente valorizzati (55,1%) e abbastanza valorizzati (11,6%). Meno del 31% non si sente considerato a sufficienza, mentre sono minoritari coloro che si sentono molto valorizzati: appena l’1,4%. Le attività svolte dai gestori di flotta sono ritenute da questi sia strategiche che operative nel 58% dei casi, mentre il 26% dichiara di svolgere un ruolo solo strategico e meno del 16% solo operativo. Tra le attività più diffuse all’interno della funzione, citiamo, in ordine d’importanza secondo le risposte ricevute: negoziazione con i fornitori, analisi dei dati di spesa ed evidenziazione delle aree di saving, gestione della sicurezza della flotta, ordine a consegna delle vetture (diretta o in outsourcing), verifica delle performance dei fornitori. Tra i compiti meno diffusi (e qui troviamo alcune sorprese!): la gestione degli aspetti connessi alla telematica e la verifica periodica della soddisfazione. Spunti di riflessione interessanti per chi si occupa d’informazione e formazione, anche perché alla domanda relativa all’importanza attribuita alle varie attività spicca al secondo posto la gestione di strumenti tecnologici per il fleet management, dopo l’ovvia predominanza della negoziazione con i fornitori. I dati evidenziano un gap tra le attuali funzioni dei Fleet Manager in termini di soluzioni per migliorare la soddisfazione dei driver, revisione e controllo della car policy, gestione della telematica e il grado d’importanza attribuito a queste attività.

L’EVENTO DI PRESENTAZIONE 
Tornare in un’aula universitaria fa sempre un certo effetto per chi vi ha trascorso vari anni, forse i più belli della propria vita. Ma l’università, da sempre, trasuda cultura e rigore scientifico: portare una “materia nuova” in questo ambiente non è facile, scoprire che al suo interno ci sono competenze che si stanno rivolgendo anche al nostro campo d’indagine è stata una gradita sorpresa. La ricerca oggetto della prima pubblicazione di MissionReport è stata condotta da Andrea Giuricin e Giacomo Di Foggia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e del Criet, Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia e Territorio. I due docenti aprono e chiudono la sessione pomeridiana dedicata alla survey sul fleet management: il primo introducendo i risultati della ricerca di Newsteca, il secondo presentando un caso di mobilità urbana: un sistema per l’ottimizzazione della Last Mile Logistic, concepito attraverso la collaborazione con due importanti fornitori di servizi logistici e una serie di sponsor del mondo accademico ed economico. Il dibattito attorno alla ricerca protagonista di MissionForum si è sviluppato nel corso di una tavola rotonda moderata, come quella della mattinata sul travel, da Enrico Pedretti, direttore marketing di Manageritalia. La “provocazione” era già stata lanciata nel corso di un intervento del mattino da Luca Isabella, personal branding coach: le competenze richieste dal mondo del lavoro cambiano velocemente ed occorre adattarsi senza pregiudizi e ritrosie. «A volte qualcuno mi dice: “ma io ho vent’anni di esperienza” e io gli rispondo: “no, tu hai vissuto venti volte l’esperienza del primo anno”!» racconta Isabella, nel suo stile da “giovane entusiasta”, nonostante la lunga esperienza. Un pericolo messo in luce anche da Barbara Quacquarelli, professore aggregato di organizzazione aziendale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Secondo la sua visione, i dati dell’indagine (sesso, età, anzianità nel ruolo) mettono in luce un grosso rischio di obsolescenza degli attuali Fleet Manager. La via d’uscita è quella di sviluppare una “capacità progettuale” in termini di competenze – secondo Quacquarelli – per poter offrire, in un prossimo futuro, tutte le soluzioni di trasporto. Infatti le nuove generazioni e le donne possiedono una sensibilità diversa nei confronti dell’auto aziendale e non è assolutamente detto che i modelli comportamentali attuali si ripeteranno nel futuro. «Attenzione a non offrire solo la soluzione standard» è il monito lanciato dalla docente. Un futuro che sembra sempre più vicino, come ci ricorda Francesco Signori di Deloitte & Touche, un’azienda che da qui a due anni si troverà a gestire una flotta di 1.000 auto, secondo le sue previsioni. Anche lui vede un forte tema “generazionale” che sta modificando i gusti e le richieste in tema di auto assegnata: i giovani preferiscono vetture più piccole, ecologiche e tecnologiche. La gestione della flotta, secondo il talent manager di Deloitte & Touche, è un esercizio di equilibrio tra utilizzatori, direzione delle risorse umane e fornitori, che il Fleet Manager deve saper gestire opportunamente. A Michele Antolini, responsabile flotte di Linea Group Holding, importante multiutility lombarda, il compito di descrivere il suo ruolo e ragionare attorno alla valorizzazione della figura del Fleet Manager. Antolini – che gestisce tre flotte: mezzi tecnici, auto pool e auto assegnate – riporta all’amministratore delegato (un caso raro, come risulta anche dalla nostra indagine) e spiega che la gestione di una flotta di un’azienda privata, ma i cui soci sono enti pubblici, permette l’applicazione abbastanza rigida di regole sui vincoli di spesa e sui livelli di vetture assegnate. Con un piccolo “incentivo” congiunturale, come afferma il manager di LGH: «il periodo di crisi in effetti dà una mano» quando si tratta di risparmiare e applicare le policy.

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