Intregrazione vuol dire efficienza

Oggi sono sempre di più le imprese che propendono  per una gestione integrata di  tutti gli aspetti inerenti la mobilità, dalle  trasferte dei dipendenti al parco auto. E i due  ruoli del travel e del fleet manager, che un tempo  erano distinti ed esigevano competenze specifiche,  tendono a coincidere, talvolta nella figura ad  hoc del mobility manager, responsabile di tutti gli  spostamenti dei dipendenti. La ragione di questo  trend è intuibile: dalla gestione unica può scaturire  un miglior governo dei processi interni, con  conseguente risparmio di costi. Dal canto loro, i  player del mercato (società di noleggio, fleet management  companyagenzie di viaggi) non stanno  a guardare, come testimoniano le interviste che potete leggere in queste pagine: al contrario,  valutano l’opportunità di siglare partnership strategiche,  con l’obiettivo finale di offrire alle aziende  clienti soluzioni integrate per la gestione di  tutte le problematiche connesse alla mobilità.  Esempio eloquente di questa tendenza è una gara  che, negli ultimi mesi, ha suscitato il vivo interesse  del mercato per i suoi contenuti fortemente innovativi:  quella indetta lo scorso marzo da Intesa  Sanpaolo per la selezione di un fornitore che  fosse in grado di offrire i servizi di business travel  e, insieme, di affiancare l’istituto bancario nella  gestione del suo parco auto pool, composto da oltre  1000 veicoli. Ad aggiudicarsi la commessa è  stata la travel management company Uvet American Express, che per le attività relative alla  flotta ha siglato una collaborazione strategica  con la società di fleet management Fleet Logistics.  Sui dettagli del progetto si sa ancora poco  ma, stando ai rumors, Uvet si interfaccerà direttamente  con Intesa Sanpaolo e i suoi viaggiatori,  mentre Fleet Logistics avrà il compito di fornire  alla travel management company i dati relativi alla  flotta (disponibilità dei veicoli, nome degli utilizzatori,  orari di utilizzo ecc.). In tal modo, tra le  soluzioni di viaggio proposte da Uvet ai dipendenti  in trasferta potrà essere inserito, laddove  conveniente, anche l’uso di un’auto pool.

Nuovi orizzonti della mobilità
Si è parlato di integrazione dei servizi di mobilità  nel corso del forum “Mobilità integrata o integrazione  di mobilità: la nuova sfida”, organizzato  dalla travel management company Carlson Wagonlit  Travel l’11 maggio scorso presso il Palazzo  dei Giureconsulti, a Milano.  «Al di là delle componenti classiche delle trasferte,  vi sono a nostro avviso altre aree (dai taxi e  noleggi con conducente, dalle navette alle sale  meeting, al fleet management) che possono essere  integrate nel processo per riuscire a catturare  maggiori efficienze» ha dichiarato in apertura Roberto  Bacchi, amministratore delegato di Cwt  Italia. La visione di Cwt, ma anche di altre travel  management company attive in Italia, prevede la  gestione integrata dei tradizionali costi di trasferta  (voli, treni, hotel, noleggi auto a breve termine),  del fleet management e di altri costi di viaggio  connessi agli spostamenti, quali i taxi e i noleggi  auto con conducente. Il tutto con l’aggiunta  di un presidio sulle attività pre e post-trip, dai  processi autorizzativi, alle note spese, alle indennità,  ai rimborsi.  L’interesse delle aziende nei confronti della mobilità  integrata è apparsa evidente dai dati di una  ricerca presentata da David Jarach, presidente  della società di consulenza Diciottofebbraio  Aviation Advisory: il 20% delle aziende, oggi,  considera questo tema una priorità. Inoltre, il  42,5% afferma che integrare i servizi di mobilità è  un’esigenza che “sta emergendo negli ultimi tempi”,  mentre il 23,75% dichiara che questa tipologia  di servizi è richiesta dai dipendenti. Solo il  13,75% del campione non esprime interesse su  questo argomento. L’indagine, tra l’altro, si sofferma  sul concetto di mobilità integrata estesa,  ovvero la possibilità di estendere l’integrazione ad  altri servizi, oltre a quelli tradizionalmente legati  alle trasferte. Tra quelli indicati dal campione  spiccano il fleet management, indicato dal 9,5% delle aziende, le convenzioni con i taxi (21%) e il  noleggio auto con conducente (15%). «Emerge un  desiderata dei clienti molto forte verso nuove formule  di mobilità integrata che si possano tradurre  in un reale risparmio economico per l’azienda, lasciando  quindi ampio spazio ai player della filiera  per riempire questo gap di offerta» ha affermato  Jarach. «Nel contesto dello sviluppo della mobilità  integrata appare peraltro in misura chiara il ruolo  strategico che è giocato proprio dalla travel management  company quale aggregatore delle varie  soluzioni di mobilità».

La parola a travel e fleet manager
Durante il forum si è svolta una tavola rotonda,  moderata da Mauro Serena, direttore responsabile di MissionFleet. Vi hanno preso parte Fabio Massimo  Piersantini, responsabile del team Business  Travel di Finmeccanica Group Services; Massimo  di Savino, Global Category manager di Unicredit;  Andrea Solari, vicedirettore generale di Arval e a  capo della direzione relazioni strategiche e rapporti  internazionali di Arval; Fabio Lazzerini, amministratore  delegato di Amadeus; Loretta Bartolucci,  direttore National Program Management &  Advanced Client Solutions di Cwt Italia.  «Oggi c’è un’evidente necessità di trasporto intermodale  » ha dichiarato Fabio Massimo Piersantini.  Quello che ci si aspetta per il futuro è che si  realizzi un’integrazione totale, in modo che  l’azienda abbia a disposizione un pacchetto davvero  completo, sia a livello di servizi sia di dati,  che le faccia risparmiare tempo e che sia adeguato  alle diverse tipologie di viaggiatori».  Un esempio di azienda particolarmente evoluta  sul fronte dell’integrazione nella gestione della  mobilità è Unicredit. «Abbiamo integrato 22 Paesi  in Europa già da cinque anni, e mi è stato assegnato  l’incarico di seguire il business travel in 13  di essi» ha testimoniato Massimo Di Savino. «Di  recente, inoltre, sono stato chiamato a occuparmi  a livello globale anche del car fleet management:  la strategia adottata da Unicredit è stata di riunire  queste due aree in un’unica categoria (con la  definizione di mobility), cercando di uniformare  anche le policy, con l’obiettivo anche di ridurre  l’emissioni di CO2. Del resto, si tratta di aree di  business che, per quanto richiedano skills differenti,  hanno un obiettivo comune: far muovere i  nostri dipendenti».  Successivamente la parola è passata ad Andrea  Solari di Arval, che ha sottolineato i fattori che accomunano  i viaggi d’affari e il fleet management e che,  dunque, rendono possibile l’integrazione tra questi  due ambiti: «Il primo punto di congiunzione  tra queste due aree è l’attenzione nei confronti  della sostenibilità ambientale, che ormai caratterizza  sempre più spesso sia le car policy sia le travel  policy. Il secondo punto è la propensione all’outsourcing,  al fine di abbattere i costi di processo.  Il terzo, infine, è l’uso delle tecnologie, che  giocano un ruolo fondamentale nel sostenere i  processi di esternalizzazione».  Riguardo all’impiego di strumenti tecnologici per  la mobilità integrata, Fabio Lazzerini ha commentato  come l’integrazione non sia solo quella  tecnologica, ma anche quella digitale dei dati che  devono essere messi a disposizione degli utenti.  Inoltre, la tecnologia deve essere utilizzabile con  facilità. «Il futuro sarà “molto mobile e molto so cial» ha dichiarato Lazzerini. «Se gli strumenti devono  andare incontro all’utente, allora è fondamentale  che siano proprio quelli che l’utente usa  di più. Il binomio business travel-mobilità è uno  dei più naturali: il viaggiatore ha bisogno delle  informazioni non solo prima di partire, ma anche  quando è in viaggio».  Nel corso della tavola rotonda, Mauro Serena ha  interpellato anche Vincenzo Vincenzi, director  Mid Market Global Corporate Card di American  Express Services Europe, che ha illustrato l’integrazione  tra carta di credito e noleggio auto a  breve e lungo termine. «Siamo in grado di fornire  alle aziende tutte le informazioni necessarie per integrarle nei sistemi informativi e in tal modo  migliorare l’efficienza».  Infine, Loretta Bartolucci di Cwt si è espressa  sul ruolo che le travel management company possono  assumere in un nuovo scenario di mercato  all’insegna dell’integrazione dei servizi di mobilità.  «La ricerca di Diciottofebbraio ha confermato  l’importanza di offrire un unico punto di accesso  per la prenotazione di più servizi. Il nostro compito  è proporre prodotti ad alto valore tecnologico  come Cwt Mobility Portal, nel quale, partendo da  moduli già esistenti, stiamo integrando soluzioni  e partner tecnologici per allargare la gamma dei  servizi».

Un portale per integrare la mobilità
Carlson Wagonlit Travel approccia il tema dell’integrazione dei servizi di mobilità attraverso  un nuovo servizio, Cwt Mobility Portal. Ne abbiamo parlato con Loretta Bartolucci, direttore  national program management & advanced client solutions di Cwt Italia.

Travel e fleet management: quali sono i punti in comune  tra queste due aree?
«Fino a poco tempo fa Cwt percepiva il fleet management  come un’area del tutto distinta da quella dei viaggi d’affari,  pur avendo con quest’ultima delle attinenze. Poi, però, ci siamo  resi conto che le nostre aziende clienti, una volta raggiunto  l’obiettivo di ottimizzare i  processi di travel, esprimevano la  necessità di un migliore governo anche  nell’ambito delle flotte auto. Per  questo abbiamo cominciato ad approfondire  le dinamiche di questo  settore, e ci siamo resi conto che le  imprese adottano nel fleet management  lo stesso approccio già percorso  in passato rispetto ai viaggi d’affari:  la gestione del parco auto è  perlopiù affidata a un ufficio interno  all’azienda (proprio come un tempo  la maggior parte delle aziende disponeva  di un “ufficio viaggi” per le  prenotazioni) ed è ancora relativamente  modesto il ricorso all’outsourcing. Ciò accade anche  perché le auto rappresentano un benefit e le aziende si sono  focalizzate finora solo in parte sulla razionalizzazione del servizio  e dei processi interni. Oggi, però, le esigenze di saving  si sono fatte pressanti, e si comincia a guardare all’esternalizzazione  come un’opportunità».
Qual è a suo parere la principale esigenza delle  aziende in tema di flotte auto?
«Le imprese hanno bisogno di avere una chiara visione del  proprio parco auto, così come anche dei comportamenti dei  propri driver. Ma dialogando con i nostri clienti, ci siamo resi conto che ottenere report affidabili, consolidati e integrati  non è sempre facile».  Quale soluzione propone Cwt sul fronte della mobilità  integrata?  «Abbiamo creato Cwt Mobility Portal, un portale che funge  da “aggregatore” di tutte le esigenze di mobilità aziendale,  dalla prenotazione di hotel, treni e  autonoleggi, fino al fleet management  e al car pooling. Personalizzato  secondo le specifiche esigenze dei  clienti, questo servizio consente di  gestire e ottimizzare, insieme alle  trasferte, anche l’uso del parco auto,  interfacciandosi con gli Erp aziendali  e, laddove necessario, con i tool di  altri fornitori esterni. In più fornisce  una reportistica ad hoc, indispensabile  per monitorare la mobilità e il  raggiungimento degli obiettivi  aziendali prefissati attraverso Kpi  personalizzati. Attraverso il portale,  le aziende hanno la possibilità di  evidenziare la migliore soluzione di viaggio in termini di costi  e di efficienza. Il tutto, senza dimenticare la sostenibilità ambientale  ».
A che punto è il progetto?
«Cwt Mobility Portal è già una realtà: è stato implementato  con successo da alcune grandi aziende e si interfaccia con i  sistemi Sap. Attualmente stiamo lavorando per completare  l’integrazione con l’area fleet e car pooling che prevediamo  di poter implementare nei prossimi mesi. In funzione delle  esigenze dei clienti abbiamo avviato la collaborazione con  società di noleggio e altri player del mercato dell’auto».

La tmc? È uno snodo  tra le diverse esigenze di mobilità
Sul ruolo delle travel management company nella gestione di servizi  integrati di mobilità, abbiamo chiesto il parere di Alfredo Pezzani,  direttore generale business travel di Cisalpina Tours. «In qualità di  travel management company,  siamo per il cliente  un punto di aggregazione  e snodo tra esigenze e richieste  diverse, il punto focale  dove i viaggi d’affari  si intrecciano con tutte le  altre sfere operative dell’azienda.  Dobbiamo dunque  essere in grado di dare  risposte certe e veloci per  garantire la massima mobilità  e, dunque, la piena  operatività delle varie funzioni aziendali. La chiave è la tecnologia,  ovvero la capacità di integrare, con strumenti adeguati, input diversi  al fine di assicurare efficienza ed efficacia, garantendo saving anche  importanti per la mobility policy complessiva del cliente».  Ma quali sono i progetti di Cisalpina? «Operiamo attraverso un accordo  con una primaria società di servizi automotive, ma siamo anche  pronti a integrare i nostri servizi con le società di noleggio a lungo  termine o di fleet management eventualmente già presenti nel parco  fornitori del cliente. Razionalizzare la composizione di una flotta, ma  anche il suo utilizzo in base alle esigenze, è un punto fondamentale:  così, se, da una parte, il fleet manager deve poter gestire il “ferro” in  ogni sua componente (meccanica, assicurativa, amministrativa), allo  stesso modo il travel manager deve poter gestire “l’agenda” della  flotta a disposizione e dare la migliore risposta possibile alla richiesta  del momento, che sia un’auto di servizio, un taxi, una navetta. La travel  management company può agire come punto focale per la fornitura  di più servizi attraverso un software in grado di raccogliere e  analizzare i dati».

Uno stimolo per il mercato
Qual è il punto di vista delle società di noleggio a  lungo termine sulla mobilità integrata? Abbiamo  rivolto tre domande ad Andrea Solari, vice direttore  generale di Arval e a capo della direzione relazioni  strategiche e rapporti internazionali di Arval.

Come spiega la nuova  tendenza delle travel  management company  e delle società di fleet  management a collaborare  per offrire servizi  di mobilità integrata?
«Ormai le aziende guardano  alla mobilità come a  un’unica area che include  più ambiti, dai viaggi d’affari  alle flotte auto. E sempre  più spesso affidano la  gestione di questo comparto  alla figura del mobility  manager, che riassume le  competenze del fleet e del  travel manager. Questa tendenza  è legata alla necessità,  prioritaria anche oggi  che ci siamo lasciati la crisi  alle spalle, di adottare una visione olistica dei processi, indispensabile  per razionalizzarli e, di conseguenza, ridurre i costi.  «In risposta a tale esigenza, operatori con competenze verticali, che  fino a poco tempo fa si occupavano di mobilità separatamente, cominciano  a integrarsi, proponendo alle aziende soluzioni di servizio  con un unico entry point: un solo interlocutore, un solo sistema di gestione,  un solo sistema di reportistica. Si tratta di un fenomeno che,  personalmente, ritengo estremamente stimolante per il mercato».
Come si pone Arval rispetto a questo tema?
«Arval è molto attenta a questo fenomeno. Il nostro portafoglio clienti  include numerose grandi aziende che, a loro volta, si avvalgono dei  leader nel settore del business travel. Siamo aperti al dialogo sia con i  clienti sia con le maggiori travel management company, purché, quali  “market leader”, abbiano la nostra stessa sensibilità verso le tecnologie  e l’innovazione».
Ha parlato di tecnologie: che ruolo rivestono nell’evoluzione  della mobilità integrata?
«Sono fondamentali. Per questo Arval ha focalizzato i propri investimenti  su soluzioni tecnologiche innovative: Car Configurator, per la  gestione e l’allestimento delle flotte auto; Analytics, sistema web based  che rende disponibili i dati relativi al parco auto; il tool per la gestione  dei veicoli pool. Tutte queste soluzioni possono all’occorrenza  interfacciarsi con quelle delle travel management company per proporre  al cliente soluzioni di gestione su misura».

 

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