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A MissionForum il punto su flotte aziendali e sostenibilità

Flotte aziendali e sostenibilità, ecco il tema su cui si è incentrato MissionForum, evento organizzato dalla nostra casa editrice il 10 giugno scorso presso il Novotel Milano Linate Aeroporto. Un argomento attualissimo, soprattutto alla luce della normativa UE che ha imposto ai costruttori, entro il 2021, la produzione di veicoli che non superino in media 95 grammi di CO2 per km. Ma anche un terreno di grandi contraddizioni, che sono emerse chiaramente nel corso dell’incontro. Le istituzioni, infatti, mettono in campo numerose iniziative per limitare l’impatto ambientale delle quattro ruote. Ma le case costruttrici – ma anche i parchi auto delle aziende italiane – non sembrano tenere il passo sul fronte della sostenibilità.

MissionForum, a che punto sono le istituzioni?

Proprio alle iniziative di istituzioni e centri di ricerca era dedicato il primo panel in programma, moderato dalla direttrice di MissionFleet, Paola Baldacci. Valentino Sevino, Direttore dell’area Pianificazione della mobilità di Amat (l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio del Comune di Milano) ha raccontato l’esperienza del capoluogo lombardo con l’Area B. Questa zona a traffico limitato non è ancora attiva al 100% (nel senso delle telecamere ancora in parte disattivate, ndr), ma il suo scopo è chiaro: rendere Milano una città “diesel free” entro il 2030. Già a partire dal 2026, inoltre, saranno limitati gli Euro 6. Un’iniziativa a cui si aggiungono test drive per mezzo di black box su oltre 200 veicoli di mercatali.

Le vendite diesel in Italia si avvicinano a quelle delle auto a benzina. Scopri di più.

Ma i bonus interessano alle aziende?

Nel corso di MissionForum Matteo Lazzarini, DG ambiente Unità Organizzativa Clima e qualità dell’aria di Regione Lombardia, ha descritto il progetto Move-In per il monitoraggio dei veicoli inquinanti tramite black box. L’obiettivo è rendere più mirati i blocchi dei Diesel Euro 3, basandoli sul reale utilizzo da parte degli utenti. In tal modo si giungerà a un uso limitato degli Euro 4 nel 2020 e degli Euro 5 nel 2025.
Lazzarini ha inoltre parlato dei bonus che la Regione ha lanciato per incentivare l’acquisto di alimentazioni alternative, quali i veicoli Gpl, ibridi ed elettrici.

Un’iniziativa che tarda a decollare, anche perché, ammette Lazzarini, i vantaggi che ne derivano dovrebbero essere comunicati in maniera più incisiva.
Durante il panel, infine, Licia Balboni, Presidente di Federmetano, ha descritto gli sforzi della Federazione per creare una rete di rifornimento self service dedicata a questo carburante virtuoso.

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L’esperienza delle case costruttrici

Come scegliere la tua nuova auto
Copertina del libro “Come scegliere la tua nuova auto” di Umberto Zapelloni

Maurizio Bertera, giornalista della Gazzetta dello Sport, ha approfondito con le case automobilistiche i progetti e gli investimenti tecnologici per ridurre le emissioni di CO2. Ne hanno parlato Luca Contartese, Fleet Key Account Manager di Kia Motors Company Italy, e Alessandro Grosso, Head of Fleet & Business Sales EMEA di FCA Fiat Chrysler Automobiles,

Umberto Zapelloni, giornalista e autore del volume “Come scegliere la tua nuova auto”, ha poi sottolineato come oggi i consumatori, quando acquistano un veicolo, mostrino una maggiore attenzione verso la sostenibilità rispetto al passato. Un graduale cambiamento di mentalità influenzato anche dalle normative vigenti, sempre più restrittive nei confronti delle alimentazioni inquinanti.

La parola ai fleet manager

Durante il terzo panel di MissionForum quattro fleet manager hanno raccontato alla platea le azioni messe in campo dalle loro aziende per ridurre le emissioni di CO2. A detta di Valeria Braidotti – Head of Procurement Mobility Services di Siemens Italia, la multinazionale tedesca ha segnato in agenda l’azzeramento entro il 2030 delle emissioni di CO2 generate non solamente dal parco auto, ma anche dalle sedi aziendali.
Per il momento, però, “la nostra flotta è composta prevalentemente da veicoli diesel, più adatti alle elevate percorrenze rispetto ai modelli ibridi ed elettrici” spiega Braidotti. Ecco perché l’azienda ha avviato un progetto di compensazione delle emissioni in collaborazione con DVK.

Dal diesel alle ibride

La flotta è diesel anche in 3M Italy. Il Faciliy & Security Manager Vito Roberto Palmiotti ha spiegato che la sua azienda conta una flotta di 260 veicoli, tutti con questa tipologia di alimentazione, a eccezione di 12 Toyota Hybrid. Per incentivare i dipendenti ad adottare questi modelli più virtuosi l’azienda li esenta dal pagamento della fee per l’uso promiscuo del mezzo. “Da circa un anno” sottolinea inoltre il manager “sono state introdotte in flotta anche otto auto elettriche. Per la ricarica si utilizzano altrettante colonnine posizionate in diverse sedi”.
Grazie alla scelta di modelli più performanti, ha concluso Palmiotti, 3M Italy è riuscita a ridurre del 31% le emissioni inquinanti dal 2011 a oggi. Di recente, inoltre, l’azienda ha deciso di “sostituire il parco auto del management con veicoli ibridi”.

Best practice green

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Valeria Braidotti – Siemens e Vito Pellegrino – Sibeg

Interessante l’esperienza illustrata da Vito Pellegrino, Fleet Manager & General Services di Sibeg. A seguito del noleggio di 110 auto elettriche, l’azienda siciliana ha investito 2,5 milioni di euro nella realizzazione di 70 colonnine di ricarica. A queste stazioni se ne aggiungeranno altre otto quest’anno.

Un impegno rilevante, ripagato però da risultati notevoli. Ad esempio, un rientro dell’investimento nell’arco di sette anni grazie al risparmio sui costi del carburante e ben 363 tonnellate di CO2 non emesse.

Parco auto a metano

La platea di MissionForum, infine, ha ascoltat0 la testimonianza di Christian Marcello, Facility Manager di Ocme, sui vantaggi derivanti dall’adozione di una flotta interamente a metano, in termini di gestione ma anche di saving. Dal 2006 a oggi, infatti, l’azienda ha ridotto i costi del carburante di ben il 50%. Nel 2018 è stato compiuto un passo successivo con l’introduzione nel parco auto di veicoli elettrici. E già si pensa al futuro: ad esempio all’introduzione di modelli che utilizzano il nuovo standard WLTP (Worldwide harmonized Light-Duty vehicles Test Procedure). Si tratta di un metodo di controllo standardizzato a livello mondiale per il rilevamento dei consumi e delle emissioni di gas di scarico.

Spingere il metano

L’ultimo panel di MissionForum è stato affidato a Roberto Bernardini, Marketing Manager presso Snam4Mobility, e Sabino Fort, Direttore Commerciale della società di noleggio a lungo termine Sifà.

Riguardo alla diffusione del metano, Bernardini ha sottolineato che “uno degli aspetti principali sui quali la filiera deve lavorare è la disponibilità di nuovi modelli. Sono infatti ancora poche le case automobilistiche che puntano in modo deciso sulla produzione di veicoli con questo tipo di alimentazione. Si tratta di un carburante a basso costo rispetto a benzina e diesel. E in più garantisce buone performance di guida e sostenibilità ambientale”. Il partner ideale dell’elettrico, come abbiamo scritto qui.

E proprio la mobilità sostenibile è uno dei pilastri – insieme a gas rinnovabile, efficienza energetica e innovazione – di Snamtec, l’iniziativa di Snam per dare vita all’azienda energetica del futuro: un progetto che richiederà l’investimento di ben 850 milioni di euro da qui al 2022.

Il mercato e le normative non vanno a braccetto

Sabino Fort ha illustrato le strategie di Sifà per ridurre l’impatto ambientale della flotta introducendo veicoli hybrid e full electric. Inoltre ha sottolineato come le case costruttrici, ad oggi, siano ancora lontanissime da aver raggiunto gli obiettivi di riduzione delle emissioni imposti dall’UE. “Probabilmente” ha dichiarato “se le aziende automobilistiche fossero costrette a pagare le multe gravose previste in caso di mancato rispetto della normativa, fallirebbero”.
Il mercato dell’auto” ha aggiunto Fort “sta lanciando segnali che vanno in una direzione contraria alla sostenibilità. Le emissioni medie di CO2 sono in aumento e i consumatori privilegiano ancora l’acquisto di modelli fortemente inquinanti”. I costruttori, dunque, dovranno necessariamente allearsi (come già sta accadendo) per trovare delle soluzioni.

O come sarebbe dovuto accadere tra FCA e Renault.

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