Prova per la mobilità del futuro

Mancano meno di due anni a Expo 2015 la manifestazione straordinaria a carattere universale che nell’edizione organizzata nel capoluogo lombardo avrà come tema dominante “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
Il filo conduttore dell’evento, che si evidenzia già dal suo pay-off, sarà quindi legato alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione. Le tematiche, già affrontate nelle precedenti edizioni, saranno verificate alla luce dei nuovi scenari globali al centro dei quali c’è il tema del diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta. Tematiche che riprendono e contestualizzano alcuni degli Obiettivi del Millennio fissati dalle Nazioni Unite.
Uno degli aspetti che dovrebbero caratterizzare questa manifestazione – così come dichiarato nella Guida ai Partecipanti pubblicata nel 2011 – è legato all’esperienza del visitatore. L’Expo di Milano vuole essere ‘tradizionale’ e ‘innovativa’ al contempo. Nella sua componente tradizionalesi focalizzerà sul valore educativo delle Esposizioni, cercando di aderire al Tema della nutrizione in modo molto stringente e garantendo un vero approfondimento globale a fini educativi e di formazione alla sostenibilità del cibo buono, sano, sufficiente e sostenibile per il pianeta. Il suo lato innovativo si dovrà manifestare ai visitatori e alla comunità internazionale nell’essenza di un nuovo concept di Expo: tematico, sostenibile, tecnologico e incentrato sul visitatore.
I temi centrali dell’Expo di Milano verteranno sulle problematiche ambientali, tra le quali il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, la tutela della biodiversità naturale e agricola, le alternative energetiche, così come l’innovazione delle tecnologie, la visione multidisciplinare, il raccordo di esperienze e competenze, l’informazione e l’educazione alimentare.

Coniugare sostenibilità e infrastrutture

Nella considerazione dell’impatto di eventi di questa portata non si può però dimenticare che si tratta di qualcosa di materiale e fisico. Le grandi opere architettoniche edificate nel passato e i profili degli edifici simbolo di questi eventi – lascito memorabile delle Esposizioni Universali – ne hanno sostenuto da sempre una visione in larga parte infrastrutturale.
E’ sufficiente visitare una qualsiasi metropoli sede di un grande evento mondiale – Expo, Olimpiadi o altro – per comprendere l’impatto che tali eventi hanno sulle infrastrutture del trasporto locale, sull’assetto urbanistico e sulla trasformazione di alcune aree cittadine.
Le preoccupazioni, per cittadini e associazioni ambientaliste, oggi vengono soprattutto dalla realizzazione delle infrastrutture e dal futuro dell’area espositiva, anche se questi sono solo alcuni aspetti di una questione ben più ampia.
I tavoli di discussione aperti fino ad oggi dimostrano però che, dal punto di vista della sostenibilità, quantomeno tra maggio e ottobre del 2015 questo tema non sarà trascurato.
Parlando ad esempio di mobilità, secondo i tecnici che hanno redatto la Valutazione Ambientale Strategica, le stime di affluenza a Expo 2015 ipotizzano 150mila visitatori al giorno suddivisi sulle differenti ripartizioni modali.
I valori sono stati determinati in modo da garantire la massima accessibilità con i servizi di trasporto pubblico, tenuto conto dell’offerta complessiva stimata in ragione delle infrastrutture e dei servizi esistenti e previste al 2015 e della capacità della rete stradale.
E non è un caso se nel giugno 2015 Milano sarà anche la sede del Congresso mondiale del trasporto pubblico – una vera e propria Expo dei Trasporti – secondo quanto ha stabilito il Board della UITP, Unione Internazionale del Trasporto Pubblico, a cui aderiscono 92 Paesi da tutto il mondo.
Sicurezza e sostenibilità entrano dunque a pieno titolo in quella che vuole essere una manifestazione a “impatto zero”, dove saranno applicate delle strategie per mobilità, emissioni e alimentazione che permetteranno alla manifestazione di svolgersi nel rispetto dell’ambiente.

Abbiamo approfondito alcuni di questi temi – che si intersecano con quelli del progetto Smart City che propone il dialogo sullo sviluppo e la strategia di una città intelligente, sostenibile e che migliori la qualità della vita delle persone – con Giacomo Biraghi, esperto di nuovi sistemi urbani, consulente urbano e responsabile dei “tavoli tematici” di Expo 2015 di Camera di Commercio di Milano, punto di incontro tra le idee dei giovani startupper, le istituzioni, la società expo e le aziende partner.
MissionFleet – Expo 2015: cosa si intende quando si parla di sostenibilità?
Giacomo Biraghi – Una manifestazione della portata di Expo 2015 è per definizione e per format ovviamente un evento non sostenibile. Infatti sei mesi di evento su un’area adibita ad hoc che successivamente [entro aprile 2015] verrà smantellata completamente, non può essere di per sé considerato sostenibile.
Ovviamente il CO2 consumato sarà compensato in una serie di interventi di riqualificazione energetica in città, come ad esempio l’area napoleonica, e verrà prestata la massima attenzione a che i padiglioni vengano costruiti secondo regole e materiali green. In tal senso è stato predisposto un apposito manuale ad uso dei paesi partecipanti, ed è attiva una direzione e un manager che presidia il tema all’interno della Società di Gestione.
Oggi c’è estrema attenzione ai temi della mobilità, in particolare traffico e inquinamento, e dell’efficienza energetica: quali sono i trend e i focus
Negli ultimi anni si è evidenziata nella città di Milano una maggiore attenzione a queste problematiche, che vede inoltre uno spostamento del focus dalla semplice riduzione del traffico e dell’inquinamento -fenomeni che la crisi economica e le misure di traffic calming e congestion charging hanno notevolmente attenuato negli ultimi cinque anni – a un ragionamento sul possesso delle autovetture e sulla loro sosta inoperosa in strada. Quest’ultimo punto è peraltro accentuato dal fenomeno delle vetture parcheggiate in divieto di sosta strutturale, che coinvolge più del 30% del parco circolante in città.
A questo proposito il boom del fenomeno dello sharing, sia car che bike, e delle piattaforme di prenotazione e localizzazione dei taxi e dei NCC va di certo in questa direzione.
Milano si sta trasformando: cosa è necessario fare affinché il concetto di sviluppo sostenibile venga applicato nel resto del paese?
Direi che la strada è certamente quella di superare i monopoli pubblici e privati che hanno in molti casi dimostrato di non essere efficienti limitando la concorrenza. Questo vuol dire muoversi verso la riduzione del perimetro di “controllo” dello stato e delle città nell’economia e nella gestione dei servizi, ma significa anche ridurre i sussidi pubblici e stimolare invece la ricerca della produttività. Per fare dunque un esempio concreto: più Car2go e meno tasse sulle bollette elettriche delle aziende e delle famiglie.
Guardando invece al resto del mondo, possiamo imparare o essere da esempio per le altre metropoli di milioni di persone dove è indispensabile migliorare la qualità della vita?
Di certo possiamo essere di esempio con le nostre città e i nostri centri storici. La strada è quella della densità e della agglomerazione, unita con un mix di servizi e di funzioni. Solo così si possono superare le diseconomie di scala.
Quali sono le principali raccomandazioni su cosa fare e sugli errori da evitare?
Non bisogna essere retorici. Sostenibilità non significa decrescita, né abbandono del sistema capitalista. Significa invece mettere in campo nuove industrie e nuove tecniche per aumentare efficienza ed efficacia del mercato nei contesti urbani.
Come si contestualizza Smart City in Expo 2015?
Dal mio punto di vista è banale: i principali partner privati di Expo 2015 sono vendor della mobilità, delle ICT e dell’energia. Occorre quindi sfruttare al meglio questa occasione per sperimentare nel sito espositivo e nella città di Milano tutte le nuove soluzioni che tali soggetti potranno mettere in campo.
Tecnologia, organizzazione e pianificazione: quanto sono rilevanti e come si sviluppano nei progetti Expo?
Expo è un’amministrazione di condominio. Si allestisce un sito espositivo al servizio dei paesi partecipanti che dovranno costruire i propri padiglioni. Occorre quindi, in una situazione complessa e multiattoriale, mettere in campo tutte le tecnologie necessarie. Ad esempio verrà allestita una centrale di controllo che presidierà in modo completo tutto il sito espositivo.
In tutto questo voi avete una posizione di osservatore privilegiato: di cosa si occupano i tavoli tematici?
Camera di Commercio di Milano ha costituito i “Tavoli Tematici Expo 2015” per coinvolgere il sistema economico-imprenditoriale nelle opportunità generate da Expo 2015 Milano.
Si ha la possibilità di presentare il proprio progetto ad una platea di colleghi, istituzioni (Expo 2015 S.p.A. e i suoi soci), aziende (Partner di Expo e Associazioni di Categoria) e media.
I tavoli tematici hanno l’ambizione di essere lean: non ci sono bandi, non c’è la burocrazia, non ci sono soldi da spartirsi. Visibilità, comunicazione e networking. Punto.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web dedicato http://www.tavoliexpo.it
Infine la situazione economica/finanziaria  del nostro Paese oggi sembra molto incerta. Expo 2015 può essere una leva per dare slancio e favorire la crescita? Come si conciliano dal vostro punto di vista crescita economica e sostenibilità?
La sostenibilità è la nuova possibilità per alimentare il ciclo capitalista.
Le Esposizioni Universali, nate nel 1851 per celebrare la pace e la crescita globale degli Stati, sono dunque le perfette occasioni, i format naturali per condividere e sperimentare tali nuovi modalità di sviluppo e di investimento.

Testo di Massimo Ghetti, MissionFleet n.6, dicembre 2013 – gennaio 2014

Lascia un commento

*