Aeroporti in crescita

Rapporto Censis, aeroporti in crescita. In arrivo gli investimenti

Se l’Italia la crescita economica stenta a decollare, lo stesso non può dirsi degli aeroporti in crescita nell’ultimo decennio del 21,8% in termini di passeggeri, con prospettive di arrivare al raddoppio entro il 2035, secondo la fotografia del Censis sul sistema aeroportuale della Penisola, tramite il quale, nel solo 2016, sono transitati 164 milioni di persone.

I dati degli aeroporti in crescita: tra il 2007 e il 2017, con il nostro paese e buona parte del mondo il forte crisi finanziaria, il trasporto aereo in Italia è aumentato del 21,8%. Nel 2016 il traffico negli scali italiani ha superato i 164 milioni di passeggeri, con una crescita che nell’ultimo quinquennio è stata dell’11,1% e solo lo scorso anno del 4,6%. E la crescita non si è arrestata, visto che nel primo quadrimestre 2017 i passeggeri sono aumentati  del 6,6% rispetto a gennaio-aprile 2017.

Aeroporti in crescita: nei prossimi 20 anni il traffico aereo raddoppierà

Secondo una stima basata sui tassi di crescita previsti per il traffico mondiale, la Iata – l’organismo internazionale che sovrintende tutto il comparto – nel 2035 il numero di passeggeri in Italia arriverà a 311 milioni. Anche proiettando in avanti l’andamento registrato a livello nazionale nell’ultimo decennio, avremo comunque 289 milioni di passeggeri. Flussi imponenti che il settore aeroportuale, le città italiane, tutto il sistema-Paese dovranno attrezzarsi per accogliere e gestire visto che oggi ci sono delle criticità.

A iniziare dal settore dei trasporti su ferro, come ha rimarcato lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio: “E’ bene concentrarsi sulla frequenza dei collegamenti ferroviari con gli aeroporti italiani più che pensare alla Tav, visto che quest’ultima non fa crescere gli aeroporti e, se mai, è concorrente”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Vito Riggio, presidente dell’Enac: “Bisogna fare delle scelte precise e connettere gli scali con i treni”.

Intanto, il responsbaile del dicastero ha rimarcato che – dopo il piano degli aeroporti, siglato nel 2015 – sono ripartiti gli investimenti su terminal, servizi, piste e tecnologia. “Tali investimenti saranno nella maggior parte dei casi opera di privati e sono il frutto delle tariffe che pagano passeggeri e compagnie aeree”.

A livello nazionale il settore aeroportuale, considerando l’impatto diretto, indiretto e indotto, vale il 3,6% del Pil. La crescita del trasporto aereo sulle rotte internazionali traina gli investimenti diretti esteri (secondo Cassa Depositi e Prestiti ogni incremento di traffico del 10% genera aumenti di investimenti dall’estero del 4,7%). Il turismo mondiale presenta tassi di crescita notevoli (più 75% negli ultimi quindici anni, più 110% per i Paesi emergenti). L’Italia ha il capitale di base per intercettarne quote importanti, ma per cogliere questa opportunità è necessario il miglioramento quantitativo e qualitativo della connettività aeroportuale (leggi dell’ottima puntualità dei voli negli aeroporti italiani).

Nuovi investimenti per gli aeroporti in crescita

I nuovi contratti di programma nati dalla collaborazione tra Assaeroporti e le istituzioni competenti prevedono investimenti di circa 4,2 miliardi di euro in 5 anni. Di questi, il 93% proviene dalle risorse proprie delle società di gestione e solo il 7% è finanziato con risorse pubbliche (Ue, Stato, Regioni). La maggior parte della spesa (il 47,9%) interessa il Centro Italia, per la rilevanza di Fiumicino, mentre gli aeroporti del Nord-Ovest e del Nord-Est generano rispettivamente il 18,8% e il 18,3% degli investimenti. Agli scali del Sud corrisponde il 15% del totale delle risorse. Gli interventi programmati sono finalizzati sia all’incremento della capacità aeroportuale sia al miglioramento dei servizi (leggi delle lounge low cost a Milano Malpensa).

La competitività degli aeroporti è legata anche all’esistenza di collegamenti rapidi, fluidi e diversificati con le città e con le aree vaste di riferimento. Anche in questo caso l’Italia registra un ritardo, che secondo quanto previsto dal Documento di Economia e Finanza 2017 verrà ridimensionato nei prossimi anni. Infatti, sono in corso o in progettazione investimenti di tipo ferroviario e tramviario nella maggior parte dei più importanti scali italiani.

Aeroporti in crescita: il settore cargo

Nel mondo solo il 2% del tonnellaggio di merci passa per le vie aeree anche se il valore di tali merci raggiunge però il 35% del totale. In Italia il cargo vale complessivamente 998.900 tonnellate, un dato in crescita costante negli ultimi 3 anni (più 6,1% tra il 2015 e il 2016), con un traffico che è molto più polarizzato di quello passeggeri visto che Milano Malpensa movimenta attualmente circa la metà del volume totale e 4 scali del Nord (Malpensa, Orio al Serio, Venezia e Bologna) insieme a Fiumicino valgono più del 92% del totale movimentato. Le opportunità di crescita sono molto concrete e legate allo sviluppo dell’eCommerce, che viaggia su aerei cargo per circa il 90%.

Il nodo dei piccoli aeroporti

Se gli aeroporti in crescita sono soprattutto quelli grandi, nell’ultimo quinquennio i piccoli aeroporti (con meno di 2 milioni di passeggeri) hanno perso complessivamente il 14,7% del loro traffico. Si tratta di scali gestiti in prevalenza da società pubbliche con difficoltà di bilancio e con prospettive di privatizzazione difficilmente percorribili. Quelli collocati in aree marginali del Paese, non raggiunte da altre modalità di trasporto veloce, svolgono un ruolo pubblico indispensabile per garantire i collegamenti.

“Abbiamo ancora tariffe medie inferiori alla media della Ue. Ma gli investimenti non sono inferiori alla media” ha sottolineato Fabrizio Palenzona, presidente Assaeroporti (associazione che quest’anno compie 50 anni). “Il punto è che i politici italiani storicamente non sanno o non vogliono programmare a lungo termine ma guardano solo al breve periodo”.

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