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Studio Gbta, il terrorismo maggior preoccupazione per chi viaggia

I business traveller statunitensi vedono il terrorismo come il più grande rischio alla loro sicurezza quando sono in viaggio per lavoro. A dirlo è uno studio effettuato da Gbta Foundation, l’associazione globale del business travel che racchiude 9.000 imprese in tutto il mondo.

Business Traveller statunitensi preoccupati del terrorismo

Il 45% degli 800 business traveller intervistati  ha messo al primo posto questa preoccupazione, mentre solo il 15% ha indicato i crimini da strada, il 13% i problemi sanitari, il 12% i furti con destrezza, l’8% i rapimenti e il 6% i disastri naturali (leggi lo studio sull’aumento della sharing economy).

“Spesso si sente parlare della resilienza dell’industria del business travel nell’affrontare le minacce terroristiche, l’incertezza economica o le crisi politiche” ha detto Michael W. McCormick, direttore esecutivo e Coo di Gbta. “Questi risultati possono essere utili per rivedere le travel policy aziendali, concentrandole su questi temi”.

Circa 7 interpellati su 10 hanno dichiarato di essere diffidenti quando devono viaggiare per lavoro in aree del mondo considerate a rischio. Si sentono invece “sufficientemente” sicuri in nord America o nell’Europa occidentale. Ma è proprio il termine “sufficientemente” che desta delle preoccupazioni, visto che sembra indicare che tutte le destinazioni potrebbero essere a rischio.

Ai rispondenti interpellati da Gbta sono state elencate delle città del mondo ed è stato chiesto loro di indicare se le ritenessero sicure o molto sicure: Washington è in cima alla sicurezza percepita, con il 73% dei favori. A seguire: Los Angeles (72%), Londra (70%), New York (66%), Monaco, Shanghai e Parigi (rispettivamente 56, 53 e 52%). Dal lato opposto, le mete più insicure sono la Turchia, il Messico, Lagos, il Brasile, Jakarta, Mumbai e Kuala Lumpur.

Il terrorismo fa ancora paura

Il terrorismo internazionale resta la maggiore preoccupazione dei business traveler americani, al punto che è arrivato a influire sull’andamento del settore arrivando anche a modificare i modi o le frequenze con cui si svolge. I, pericolo è maggiore rispetto a quello legato alle emergenze sanitarie o alla crisi economica.

Altri dati? Il 37% dei rispondenti si sentono al sicuro in qualunque destinazione si trovino; il 52% si sente più tranquillo a viaggiare in patria rispetto a quando va all’estero; i viaggiatori tra con più di 52 anni non fanno differenza tra sostamenti di lavoro all’esterno o all’interno dei confini nazionali (Il BT è in crescita anche in Italia. Leggi le previsioni).

Negli ultimi 12 mesi, il 30% dei business traveller è andato per lavoro in una destinazione che la propria azienda considerava “ad alto rischio”. Gli under 35 sono coloro che più di altri hanno toccato queste mete (il 37%) contro il 27% dei 35-52enni e il 25% degli over 52. E per finire, il 48% degli intervistati, eviterebbe volentieri di andare in certi Paesi ad alto rischio, anche se questo potrebbe inficiare negativamente sulle loro carriere. A sostenere quest’ultima posizione sono soprattutto gli over 35.

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