Tasse aeroportuali: nuovo aumento dal 1° gennaio

Noi di Newsteca sappiamo bene come alcuni settori siano visti dalla Politica come veri e propri Bancomat per attingere denaro, tra cui naturalmente il settore dell’automotive, tartassato da balzelli vari, a partire dalle accise sulla benzina (e a questo proposito ieri sono scattati, come da “tradizione delle feste” i “ritocchi” alle già a-non-buon mercato tariffe auto stradali), ma da una decina d’anni anche i biglietti aerei sono colpiti da tasse e imposte delle più varie (e, in alcuni, casi fantasiose).

Tabella del Corriere della Sera sui costi dei biglietti di varie tratte al mondo.
Tabella del Corriere della Sera sui costi dei biglietti di varie tratte al mondo.

Ieri, in concomitanza con le autostrade, a proposito auguri!…, anche le tasse aeroportuali sono state “ritoccate” al rialzo di ben 2,5 euro che andranno ad aggiungersi all’”Addizionale comunale sui diritti d’imbarco dei passeggeri sugli aerei” e che porteranno i viaggiatori in partenza dagli aeroporti nazionali a pagare, solo per questa voce, ben 9 euro, 10 invece per i due scali romani, Fiumicino e Ciampino, per l’applicazione (dal 2010) di un’ulteriore “tassa commissariale”, come specifica l’Enac. All’imposta di imbarco e alle tasse per i Comuni si aggiungono l’obolo per i cassintegrati delle compagnie (ahi, Alitalia, quanto ci sei costata…)  e, naturalmente, visto anche il momento storico, i contributi per la sicurezza. Totale, iva inclusa, circa il 70% del costo di un biglietto domestico, come dalle simulazioni del Corriere della Sera. Non male vero?

Non importa se la Iata prevede un calo del costo dei ticket in tutto il mondo (Leggi: Iata, cresce il traffico aereo e calano i prezzi dei biglietti) , da noi probabilmente questo non succederà. Undici anni fa ogni passeggero in partenza dagli scali tricolori doveva pagare un euro, cresciuti a 2,5 nel biennio 2005-2007, 4,5 nel 2008,  6,5 euro nel 2012 e ai 9 euro, 10 euro se si parte da Roma, di oggi .

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