Un po’ museo, un po’ albergo

La tendenza è esplosa alcuni anni fa nelle storiche capitali della vecchia Europa. Al calar della sera, a Vienna come in numerose città del Regno Unitopinacoteche e collezioni d’arte iniziarono ad animarsi. Tra capolavori senza tempo apparvero le prime tavole apparecchiate e si iniziò a servire piatti preparati da artisti che non usano pennelli ma i fornelli. Una clientela, non più composta solo da vecchi americani e da ricchi rampolli della Comunità europea,  ma anche da clienti in arrivo dai Paesi un tempo emergenti e oggi ampiamente emersi come i Brics, che non si accontentano di mangiare tra un Klimt e una riproduzione di un quadro di Egon Schiele. Quando si ritira per la notte, infatti, questa clientela vuole dormire in una cornice che sia anch’essa un’opera d’arte. Il prototipo viennese di questa doppietta è una cena al Die Halle, il ristorante-caffè della Kunsthalle, lo spazio ricavato nell’ex maneggio invernale e oggi dedicato a grandi esposizioni d’avanguardia (o molto più semplicemente al ristorante dell’Albertina), a cui segue un letto al Sofitel Vienna Stephansdom, un edificio ispirato allo splendore gotico della vicina Cattedrale di S. Stefano. L’autore, il noto architetto francese Jean Nouvel, ha ideato una torre vertiginosa costruita su una base di cristallo in contrasto con lo skyline dell’antica città. Più che un hotel, è una vera opera d’arte. Camere, suite e sale riunioni offrono tutte la vista sulla capitale austriaca e il bar dell’albergo vanta un soffitto dipinto a colori vivaci dall’artista svizzera Pipilotti Rist.
 
Gli indirizzi in Italia
Una tendenza, quella degli alberghi-museo, che ormai è sbarcata anche in Italia. Un viaggio da nord a sud tra alcune di queste strutture non può che iniziare da Merano, una città ricca di testimonianze architettoniche (e non solo) comuni con quelle della vecchia capitale asburgica. Lungo il torrente Passirio l’architettura storica si integra con quella contemporanea, permettendo che moderni hotel di design sorgano accanto a edifici ricchi di tradizione del periodo della Belle Epoque. Tra questi c’è anche una sobria palazzina in stile Liberty, risalente al 1899, creata per ospitare un negozio di specialità gastronomiche di confetteria, il Caffè Westminster. Era un caffè in stile viennese e venne inaugurato nel 1923 da Josef Schlechtleitner. Il Westminster diventò presto il primo “salotto” della città, e ogni sera ospitava concerti di musica dal vivo al pianoforte. Punto di incontro per la raffinata borghesia internazionale, superò quasi indenne la Seconda Guerra Mondiale e durante il fascismo perse soltanto il suo nome che, in quanto inglese, non era ben accetto dal regime. Schlechtleitner, flessibile e arguto, ribattezzò il Westminster in Caffè Imperial: un escamotage per beffare il regime fascista ammiccando alle aspirazioni imperialistiche dell’Italia, mentre in realtà era una citazione, pregna di marketing, del leggendario omonimo caffè di Vienna. Nell’autunno 2009 Alfred Strohmer, figlio di albergatori meranesi, comprò il caffè Imperial. Grazie alla stretta collaborazione con la vicina galleria d’arte contemporanea, Merano Arte, e alle scelte dell’architetto Harald Stuppner, promosse la realizzazione di un’opera d’arte totale che si estende nell’intero edificio. Al Boutique Hotel ImperialArt ogni camera è un’opera d’arte. Alla Thermae, una spaziosa suite all’ultimo piano, l’artista Elisabeth Hölzl trasmette la nostalgia e l’atmosfera delle vecchie terme di Merano grazie a un’enorme carta da parati riproducente l’impressionante smalto di cristallo che si trovava nella ex sala di congressi delle terme.
La Mediterranea, invece, è una camera di 30 mq firmata dall’artista altoatesino Ulrich Egge, caratterizzata dal legno scuro di un pavimento molto elaborato che continua nella struttura esterna, mentre l’Alpine Crystal è una innovativa interpretazione dello stile alpino unito all’universo dei cristalli.

Decisamente più classiche le strutture offerte dalla Casa Museo Palazzo Valenti Gonzaga di Mantova: stanze affrescate, cuniculi segreti, suite da sogno dove si riposa sorvegliati da secoli di arte, storia e cultura. Da un paio d’anni infatti alcune prestigiose sale del piano nobile, come la “Stanza del trionfo del tempo sulla fama” e quella “degli stemmi” (due eleganti suite dotate di camino seicentesco, affreschi originali, un bagno di design con vasca Liberty e un doppio lavabo con marmo portoghese), la “Cappella del Cardinale Silvio Valenti Fontana” (una camera adorna di stucchi e dipinti), e la “Taverna storica” (l’ex ghiacciaia del palazzo dotata di un soffitto a volta, pareti a mattoni faccia vista e pavimenti in marmo), sono disponibili per una notte o un weekend. I valenti erano una nobile famiglia, pare di origine longobarda, che visse e operò in città per oltre 400 anni. La realizzazione dello storico Palazzo fu opera di vari architetti, pittori, stuccatori, importanti artisti, tra cuiFrans GeffelsGiovan Battista Barberini Nicolò Sebregondi. 
Pregne di storia anche le stanze dell’Alexander Museum Palace Hotel, una struttura dichiarata “Opera non trasportabile” alla Biennale di Venezia del 2011. Ogni dettaglio, dall’ingresso all’arredamento delle sale, piscina compresa, porta la firma di un autore diverso, a cominciare dalla stele alta 16 metri posta all’entrata per arrivare alle porte delle camere, ciascuna un’opera a sé, diversa dalle altre. Nove piani di arte, dove i nomi degli artisti coinvolti coincidono con l’indice di un’antologia sull’arte contemporanea: Giò Pomodoro, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Sandro Chia, Simon Benetton, Primo Formenti, Nanni Valentini, Gino Marotta, Davide dall’Osso, Floriano Ippoliti… “Una performance permanente” così è solito definire questo albergo museo il suo proprietario, il conteAlessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina, Nani per gli amici. Una personalità particolarissima ed eclettica: scrittore, poeta, pittore e scultore, indiscutibile protagonista della vita culturale pesarese.
Nobiliare è anche la proprietà di Palazzo Lantieri, storica dimora nel centro di Gorizia che appartiene alla famiglia Levetzow Lantieri. In passato il palazzo ospitò poeti e letterati, quali Pietro Metastasio, Carlo Goldoni, Lorenzo da Ponte (celebre librettista di Mozart), Carlo Goldoni, Schiller, Goethe, ma  anche politici e religiosi come l’imperatore Carlo VI, membro della famiglia reale dei Borbone di Francia in esilio, l’arciduchessa Maria Teresa d’Austria, Papa Pio VI, Ottone d’Asburgo. L’edificio era considerato tra i più belli della città già nel XVI secolo: non a caso sin dal 1527 era conosciuto con il nome di Schönhaus (“Casabella”). Oggi una parte  è utilizzata come esclusivo bed & breakfast, mentre al piano nobile, oltre all’appartamento dei proprietari, c’è un interessante esperimento museale legato all’arte contemporanea. I padroni di casa sono veri e propri mecenati: ospitano artisti di spessore internazionale che nelle grandi sale di Palazzo Lantieri, nei suoi chiostri e giardini, scelgono uno spazio dove lavorare. Il risultato sono creazioni in grado di dialogare con architetture, affreschi, quadri, mobili e immagini familiari di varie epoche. E così il lavoro di Rosalba Carriera, arte contemporanea di ieri, convive con quella di oggi targata Michelangelo Pistoletto. Disegni a biro su carta fotografica di Jan Fabre, dedicati ai personaggi che hanno segnato la storia di questi anni, sono incastrati tra antichi quadri dalle cornici impegnative. Una grande istallazione di Jannis Kounellis aggredisce gli spazi di una torre medievale. E nella sala che ospitò papa Braschi, Pio VI, un suo ritratto campeggia in mezzo a due quadri di Roberto Bianchi, che sembrano imprigionarlo.
Arte contemporanea anche al Museo Albergo Atelier sul maredi Castel di Tusa, un piccolo borgo nei pressi di Cefalù, a metà strada tra Messina e Palermo. Ubicato nella splendida cornice di una natura incontaminata e magnetica, fra un mare cristallino e i monti dei Nebrodi, la struttura dispone di 20 camere (su 40) che sono state affidate ad artisti internazionali. Ne sono nati capolavori unici. L’artefice di questa realtà dove paesaggio, cultura e arte si fondono è Antonio Presti, già ideatore della Fiumara d’Arte, il parco di sculture all’aperto più grande d’Europa. L’albergo Atelier di Castel di Tusa è un grande contenitore d’arte contemporanea, un museo vivo, dove l’ospite-visitatore non ha più un rapporto con l’arte contemplativo o estraneo, ma può vivere l’opera stessa in un puro stato emozionale. E può realizzare un sogno di molti: passare una notte all’interno di un museo per addormentarsi dentro un’opera d’arte.

Suite con le ali
Si chiama Vliegtuigsuite, ovvero la suite aeromobile. È un aereo a doppia elica, costruito nel 1960, rimesso interamente a nuovo e adibito aluxury hotel per due ospiti. Tra i servizi un tè di benvenuto, Jacuzzi, docce separate, sauna a infrarossi, minibar, tre televisori lcd, lettore dvd blue ray corredato da un’ampia collezione di titoli, connessione wireless, aria condizionata. Lungo 40 metri, l’Ilyushin 18 prima di essere trasformato in hotel veniva usato dalla Ddr per trasportare personalità del calibro di Erich Honeckere, successivamente, dal 1964 al 1986, per coprire le tratte della Germania Est Interflug verso Cuba, Russia, Cina e Vietnam. Il panorama che si può osservare dalla carlinga dell’albergo è l’aeroporto di Teugenei Paesi Bassi, uno scalo al centro del triangolo composto da tre importanti città: Deventer, Apeldoorn e Zutphen. Su richiesta l’aeromobile può essere utilizzato per meeting di alto livello e per l’occasione può accogliere fino a 15 persone. Una notte per due costacirca 350 euro più gli extra. Info: tel. 0031/6/19388603, email: Info@Hotelsuites.NL. In Internet: www.hotelsuites.nl.

Testo di Claudio Agostoni, Mission n.5, settembre 2013

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