L'outsourcing al Corporate Travel Forum di HRS

Corporate Travel Forum 2017 di HRS, sempre più outsourcing nel settore?

Durante il Corporate Travel Forum 2017 (leggi anche “Corporate Travel Forum 2017 di HRS e il futuro dell’hotellerie“) sono stati presentati i risultati di uno studio condotto dalla società di consulenza diciottofebbraio per conto di HRS sul tema “outsourcing del processo di travel: come evolvono le competenze dei travel manager”.

La ricerca, globale (11% Americhe, 68% Emea, 21% Asia Pacifico), si suddivide in due parti: una qualitativa con interviste ai CPO (chief procurement officer) e una quantitativa su travel manager con una seniority elevata (oltre 45 anni), appartenenti ad aziende di medio-grandi dimensioni e con un volume di spese di viaggio che, nel 60,7% dei casi, supera il milione di dollari all’anno.

L’outsourcing per HRS secondo uno studio di David Jarach

Il compito di illustrare i dati è stato affidato a David Jarach, presidente della società di consulenza diciottofebbraio.

Dallo studio emerge, in prima battuta, come siano differenti i punti di vista dei CPO rispetto ai travel manager. Se infatti i primi ritengono che la conoscenza della travel industry e il coordinamento delle funzioni aziendali seguite da skill operativi siano le competenze principali che dovrebbero avere oggi i TM, quest’ultimi sono convinti che le loro skill fondamentali siano la capacità di problem solving, seguita dal coordinamento delle differenti azioni aziendali e la conoscenza tecnologica del travel.

David Jarach

La ricerca ha inoltre indagato su quelle che dovrebbero essere le competenze dei travel manager in futuro e si conferma la stessa discrepanza tra i due gruppi intervistati: i CPO prevedono che entro il 2020 i TM dovranno principalmente gestire il coordinamento inter-funzionale, migliorare le conoscenze tecnologiche e le abilità di data analytics. Mentre i travel manager credono che nel prossimo futuro le competenze più importanti per il loro ruolo dovranno essere: mentalità innovativa, esperienza nella gestione dei cambiamenti e conoscenza della tecnologia travel.
Inoltre lo studio evidenzia che il TM è oggi percepito come ruolo di elevata responsabilità decisionale, a cui è affidato un ampio compito di negoziazione con i fornitori rispetto al passato.

Alla domanda posta ai TM su come impiegano il proprio tempo all’interno dell’azienda, la maggior parte afferma, infatti, che il focus è sulla negoziazione e sul transaction management.

Ma in che modo i TM negoziano le tariffe alberghiere della propria azienda? Il 41,4% degli intervistati dichiara di negoziarle direttamente attraverso un processo interno tradizionale, il 23,4% con e-tool aziendali (58,3% in Italia, l’utilizzo di supporto informatico è doppio rispetto al resto del mondo), il 30,6% tramite outsourcing parziale e solo il 4,6% dichiara di negoziare le tariffe tramite outsourcing totale.
Più in generale nel business travel il 52,5% dei TM dichiara di non utilizzare ancora l’outsourcing, dato che sale vertiginosamente se estrapoliamo solo i dati italiani con la percentuale che sale all’85,7%.

I principali ostacoli al suo utilizzo sono i timori legati al costo dell’outsourcing (17,1%), alla perdita di controllo sul processo (13,2%) – dato che per i TM italiani arriva al 22,5% – seguito dalla mancanza di un chiaro ritorno sull’investimento (12,5%) e dalla mancanza di tempo/ personale (11,8%).
La mancanza di esternalizzazione è inoltre da imputare alla presenza di differenti stakeholder coinvolti nel processo decisionale: Purchasing 35,2%, General Management 23,6%, HR 16,4%, Finance al 13,9% e IT 7,9%.

Tra le principali aspettative legate all’outsourcing dell’hotel management spicca la riduzione dei costi diretti, seguita dall’offerta di una selezione di hotel mirata, dall’assistenza nelle negoziazioni per la tariffa alberghiera e un aumento della soddisfazione del viaggiatore.

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