La Brexit spaventa l’economia britannica e il Bt

E’ partita la campagna sul referendum sulla permanenza o meno della Gran Bretagna nella Ue che si terrà il prossimo 23 giugno, il cosiddetto Brexit. E il tessuto economico del paese prende posizione. Già oltre un terzo delle aziende nel Ftse 100 hanno infatti siglato una lettera aperta che dovrebbe venir resa nota nella giornata di domani. E che mette in guardia il paese che un’eventuale uscita dall’Ue comporterebbe minori investimenti nel Regno Unito dall’estero, rischiando una ondata di perdite di posti di lavoro.

La lettera coordinata da Downing Street vede le firme dei vertici di società quali Vodafone, BAE Systems, GlaxoSmithKline, Barclays, BT, Shell, Tui ed easyJet. Con i rispettivi ceo Peter Long e Carolyn McCall a esporsi pubblicamente: “lasciare la Ue equivarrebbe a  far crescere immediatamente i costi dei viaggi dei britannici all’estero” ha detto McCall, che ha aggiunto: “la deregulation dei cieli Ue ha portato a volare a prezzi mai visti, del 40% e oltre in meno, con un boom di passeggeri, passati dai 101 milioni nel ’95 ai 199 milioni del 2014. In mondo del travel vale per il Regno Unito 170 miliardi di sterline, oltre il 10% del pil nazionale,per circa 4 milioni di posti di lavoro. Un’eventuale uscita da questo grande blocco economico comporterebbe costi maggiori, anche dei biglietti, e molte più difficoltà a sviluppare il business”.

Business ma anche sicurezza, come ha sottolineato Long, che ha visto nell’attentato sulle spiagge della Tunisia 33 vittime tra i suoi turisti, “l’appartenenza alla Ue ci aiuta a garantire la sicurezza i nostri viaggiatori”, che ha aggiunto come “la nostra fusione del 2007 con First Choice non sarebbe potuta avvenire se non fossimo stati nell’Ue”.

Insomma la Brexit spaventa l’economia, linfa vitale per i viaggiatori d’affari, in giro per il mondo, e per l’Ue, proprio per svilupparla ulteriormente. malgrado la politica e il populismo. Come quello che sta cavalcando il sindaco di Londra Boris Johnson, favorevole all’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, in contrasto con il premier David Cameron.

 

 

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