sfida delle auto elettriche

Chi sta vincendo la sfida delle auto elettriche?

Si parla tanto di Tesla, un faro per la nuova era elettrica, grazie soprattutto al suo vulcanico creatore, ovvero Elon Musk, ma la sfida delle auto elettriche sembra vincerla soprattutto la Cina, con diversi attori, quali Faraday Future, Byton, Xpeng, Lvchi Auto, ma anche con il primo mercato per questi veicoli,  con 652 mila unità vendute nel 2017, sugli oltre 28 milioni di immatricolazioni, il più grande mercato del mondo per l’auto. Malgrado il primo calo dal 2009, gli Stati Uniti sono diventati il secondo mercato al mondo per le auto elettriche grazie anche agli incentivi dell’era Obama che hanno portato a 199.826 immatricolazioni su un totale di circa 17,2 milioni. L’Europa, al terzo posto al mondo con oltre 15 milioni di auto vendute nel 2017, ha messo a segno un più 43,6%, arrivando a quota 149.086, ovvero lo 0,9% del mercato. Per un parco circolante di 501.798 vetture elettriche (leggi qui). L’Italia lo scorso hanno ha sfiorato le 2mila nuove immatricolazioni per le auto elettriche, appena lo 0,1% del mercato, con in più 66 mila veicoli a propulsione ibrida.

 

Fonte: Dataroom del Corriere della Sera da InsideEvs/Automotive News China e Avere

La Cina comanda la sfida delle auto elettriche, con una serie di start up

Tante le start up che sono nate in Cina (o con capitali cinesi) per il mondo delle auto elettriche. Anche se non tutte, almeno al momento, di successo: Faraday controllata dalla cinese LeEco del miliardario Jia Yueting, al quale un tribunale del celeste Impero ha recentemente congelato 182 milioni di dollari ha dovuto mettere in stand-by la realizzazione di una fabbrica in Nevada per la usa concept car a batteria da oltre 1.000 cavalli presentata oltre un anno fa, ma il recente intervento di un investitore di Hong Kong, pronto a spendere 1 miliardo e mezzo di dollari, dovrebbe rilanciare il progetto guidato dall’ex-Ferrari Marco Mattiacci. Alla Faraday si aggiunge la Byton, specializzata in veicoli elettrici premium, che ha tra i fondatori Daniel Kirchert, ex Bmw, e ha stretto una partnership con la società americana specializzata nella guida autonoma Aurora Innovation (vedila qui).

E poi ecco la Uber cinese, Didi Chuxing, che ha già la più grande flotta elettrica al mondo con oltre 260mila mezzi per il suo servizio di taxi privati, anche se presto si lancerà sul car sharing di nuova generazione basato sull’uso dell’intelligenza artificiale; al suo fianco ha già 12 case automobilistiche, tra cui la cinese Geely (proprietaria dei marchi Volvo e McLaren) e l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, ma presto saranno coinvolte tutte le società per completare la filiera. Hight tech nel settore automotive che sfoggia anche nomi come Baidu, alleata con Nvidia (leggi qui)  che sta sviluppando l’intelligenza artificiale per la guida autonoma nella piattaforma aperta chiamata Apollo, mentre Huawei ha di recente lanciato una Porsche Panamera che si può guidare con uno smartphone (leggi qui).  Tecnologia che si sviluppa nell’E-Business Park di Huaxin di Shanghai, dove ha sede anche il  costruttore innovativo Lvchi Auto costruttrice di  Venere, berlina di lusso 100% elettrica con prestazioni da super car, in collaborazione con gli ingegneri e i designer dell’Istituto i.DE.a. di Moncalieri.

Vedi la sfida delle auto elettriche in arrivo sul mercato europeo prossimamente in questa immagine

La sfida delle auto elettriche in Cina, la grande inquinatrice. E gli Stati Uniti?

Il presidente Trump ha deciso di ritirarsi dall’accordo di Parigi sul clima sottoscritto da 196 Paesi nel dicembre 2015, grazie al quale si dovrebbe contenere il riscaldamento medio del pianeta sotto i due gradi grazie anche all’arrivo sulle strade entro 20 anni di 600 milioni di auto elettriche, contro le due di oggi.

Incentivi statali e calo dei prezzi, ma anche rete di distribuzione e produzione di energia elettrica gli ostacoli per l’adozione di questa nuova mobilità

Come si è evidenziato anche dal nostro recente convegno sulle Reti di distribuzione e sulla mobilità elettrica (leggi qui) gli incentivi statali sono essenziali per la crescita del settore nella sfida delle auto elettriche, come lo ha dimostrato anche la Norvegia, il paese a mobilità elettrica più grande al mondo (pur essendo un produttore di petrolio…che vende all’estero…), con l’Italia fanalino di coda in Europa. Ma il problema sono anche i prezzi delle vetture, su cui pesa fino al 50% il costo delle batterie, anche se secondo uno studio di Bloomberg, dal 2010 a oggi il costo delle batterie al litio è diminuito del 73%, passando da 1.000 dollari per kWh a 273 dollari nel 2016, e la previsione è che i prezzi caleranno ulteriormente nei prossimi anni, con un obiettivo, in casa Tesla, di arrivare a un prezzo di 124 dollari per kWh in batterie più piccole, leggere e più veloci da ricaricare. Una volta acquisito l'”hardware” in problema è la Rete di ricarica, ancora troppo scarsa in Italia ma che sta crescendo grazie a diverse iniziative (vedi qui, ad esempio, quella di Enel con il progetto Eva+), e che ha portato a oltre 4200 colonnine, su circa la metà di postazioni, una ogni 14.388 abitanti, contro le 22.708 colonnine, una ogni 3.620 persone, della Germania e le 7.855, una ogni 671 persone, della Norvegia. L’Europa ne conta in totale 70 mila, mentre nel Mondo si arriva a 1,45 milioni.

Ansia da autonomie a parte, il problema è anche la produzione di energia che, se la mobilità elettrica prenderà piede, dovrà avere una accelerazione importante, soprattutto per le energie alternative. Che, però, secondo Davide Tabarelli, presidente e fondatore di NE-Nomisma Energia, società di ricerca sull’energia e l’ambiente, dovrebbe arrivare al 30% del totale. La stessa percentuale del carbone…

La sfida delle auto elettriche: quando arriverà lo stop alle auto a propulsione termica?

Come abbiamo anche noi scritto più volte (leggi qui) sono tanti i paesi che vogliono liberarsi delle auto a prolusione termica, a partire ovviamente dalla   Norvegia che ha deciso di eliminare completamente le auto a benzina o diesel entro il 2025 ; l’Olanda ne vuole vietare la vendita a partire dal 2025 e proibire la circolazione entro il 2035, per arrivare nel 2050 all’obiettivo zero emissioni; la Germania, principale mercato europeo dell’auto, ha messo il limite a partire dal 2030. In Italia, invece, una risoluzione del Senato ha posto l’obiettivo del 2040, quando verrà vietata la vendita di auto a benzina e diesel. ma come ci si arriverà?

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