Petrolio ai minimi. Festeggiano le compagnie aeree

Come nei distributori su tutte le strade d’Italia dove il vertiginoso calo del petrolio non ha portato a un altrettanto vertiginoso calo dei prezzi dei carburanti, anche sui biglietti aerei il risparmio-monstre dei vettori sui combustibili avio  (si parla di 46 miliardi di dollari risparmiati nel 2015, per una spesa di 180 miliardi)  non si è, quasi, sentito. Il costo medio del biglietto, infatti, secondo i dati di Iata è sceso del 5% circa (leggi: Iata cresce il traffico aereo e calano i prezzi dei biglietti), sul quale, addirittura, è ancora presente il fuel surcharge che ha, semplicemente, cambiato nome in YQ, sigla che nasconde generiche “tasse imposte dalla compagnia” senza alcuna ulteriore precisazione.

Dati che altri fonti fanno avvicinare i risparmi allo zero. Le tariffe domestiche sul mercato Usa sono calate nel primo semestre del 2015 dell’1%, per il Dipartimento ai trasporti di Washington, mentre FareCompare, una delle più autorevoli realtà del trasporto aereo, sostiene che il prezzo dei biglietti è oggi in linea con quello del 2014, malgrado nello stesso periodo il greggio sia sceso del 70%.

Le compagnie invece continuano a risparmiare sul conto carburante: nel 2016 la bolletta potrebbe infatti scendere ancora a 135 miliardi, ovvero 45 miliardi in meno. Compagnie quindi che festeggiano, con conti che non si vedevano da tempo, le Borse a brindare e gli azionisti, dopo tanti anni, a incassare buoni dividendi.

Se nei primi nove anni del nuovo secolo il settore era in profondo rosso, accumulando 58 miliardi di perdite totali, oggi le compagnie aeree  guadagnano oltre 33 miliardi di euro, che dovrebbe salire a 36,3 miliardi quest’anno. Grazie al taglio dei costi dei carburanti, circa un terzo degli interi costi operativi dei vettori, ma anche della ripresa del traffico cresciuto del 9% nello scorso anno.

“Quello che si presenta come un record è in realtà un livello normale di redditività e non eccezionale”, ha detto il direttore generale Iata Tony Tyler sugli utili complessivi attesi per quest’anno, interpellato dal Sole 24 Ore; “Per la prima volta il livello dei profitti supera il costo medio del capitale, è il livello minimo di redditività che un investitore si aspetterebbe, dopo anni di distruzione di capitale. Il costo del capitale è appena sotto il 7% e le nostre aspettative -sono di un ritorno sul capitale dell’8,3% quest’anno, in crescita all’8,6% nel 2016”.

 

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