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A1, divieto di sorpasso ai Tir: un mese dopo, il settore è in rivolta

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È passato poco più di un mese dall’introduzione del divieto di sorpasso per i mezzi pesanti nel tratto toscano dell’Autostrada del Sole, e la misura continua a far discutere. Dal 3 novembre, infatti, i camion sopra le 12 tonnellate non possono più superarsi lungo 90 chilometri tra Incisa-Reggello e Chiusi, uno dei segmenti più trafficati della A1 e con una quota di traffico pesante che sfiora il 30%.

AspI ha introdotto il provvedimento in via sperimentale per sei mesi, motivandolo con l’obiettivo di migliorare la fluidità e aumentare la sicurezza, soprattutto dopo alcuni incidenti gravi avvenuti in estate. Il tratto, a due corsie e con andamento orografico complesso, è da tempo sotto osservazione.

Il settore contrario al divieto di sorpasso ai tir sull’A1

La decisione è stata però accolta con forte irritazione dalle associazioni dell’autotrasporto, che lamentano un metodo considerato «unilaterale e privo di confronto».
Fai, Fiap, Trasportounito, CNA Fita e Confartigianato Trasporti sottolineano che la misura incide pesantemente su tempi di percorrenza, costi operativi e organizzazione dei turni, chiedendo al Ministero dei Trasporti e ad Aspi un tavolo urgente per valutare alternative.

Per Alessandro Peron (Fiap), il divieto «non può essere imposto senza considerare gli impatti reali sulla gestione delle consegne». Secondo le prime stime delle imprese, il provvedimento comporterebbe fino a 30 minuti di ritardo per tratta, con ripercussioni sulla puntualità, sul rispetto dei tempi di guida e sull’efficienza delle catene logistiche.

Un mese dopo: cosa emerge sull’A1?

Sul campo, la situazione appare contraddittoria.
Nei primi giorni la circolazione è risultata ordinata, con veicoli leggeri in sorpasso e camion in fila nella corsia di destra. Tuttavia, con l’aumento dei flussi pre-natalizi, gli autotrasportatori segnalano già code, rallentamenti e difficoltà operative, soprattutto nelle ore di maggiore intensità.

Le associazioni denunciano inoltre un rischio “boomerang”: il divieto, infatti, potrebbe spingere molti mezzi pesanti a deviare sulla viabilità ordinaria, congestionando strade già fragili e aumentando il rischio di incidenti nei centri abitati.

Per Maurizio Longo (Trasportounito), la misura «potrebbe generare l’esatto contrario della sicurezza» creando colonne di camion difficili da smaltire e due corsie di fatto paralizzate nei momenti di maggiore afflusso.

Il divieto di sorpasso ai tir sull’A1 divide

Il tema vero, secondo gli operatori del settore, è la mancanza di un approccio strutturale. La congestione del tratto non sarebbe dovuta ai sorpassi dei mezzi pesanti, ma all’assenza cronica della terza corsia, alle condizioni dell’infrastruttura e all’aumento generale dei flussi logistici lungo l’asse Nord–Sud.

Le imprese chiedono un cambio di rotta:

  • soluzioni mirate nei tratti critici, non un blocco generalizzato;
  • interventi infrastrutturali (terza corsia, ammodernamento tecnologico);
  • una gestione del traffico basata su dati e confronto con le categorie.

In attesa dei dati ufficiali

Aspi e Ministero analizzeranno nei prossimi mesi i dati raccolti — tempi di percorrenza, incidentalità, densità di traffico — per decidere se prorogare, modificare o revocare il divieto. Nel frattempo, il settore dell’autotrasporto ribadisce che non intende restare spettatore.

Se il provvedimento dovesse essere reso permanente o esteso, le associazioni sono pronte a nuove azioni di pressione, sostenendo che la misura «colpisce solo i mezzi industriali senza risolvere le cause reali del problema».

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