Bleisure: la nuova frontiera dei viaggi lavoro-vacanza

Dimentica le vacanze tradizionali e i viaggi d’affari tutti agenda e stress. Il 2024 ha riscritto le regole: ora si parte con il laptop in valigia e le infradito a portata di mano. Benvenuti nell’era del bleisure, la fusione (non troppo elegante nel nome, ma vincente nei fatti) tra business e leisure.

Sì, il termine suona come una strana condizione medica, ma la realtà è che sempre più persone stanno trasformando i viaggi di lavoro in occasioni per rallentare, esplorare e… respirare. Lavori un’ora, ti godi la piscina quella dopo. E se tutto va bene, ti colleghi a una call con vista mare.

Perché siamo così pessimi a staccare la spina

Gli americani (e, diciamolo, anche molti italiani) sono diventati terribili nel prendersi una pausa vera. Anche quando provano a concedersi una parentesi di relax, sempre un’e-mail da controllare, una call su Zoom da infilare tra una visita guidata e l’aperitivo, un messaggio Slack da rispondere… magari mentre si percorre un sentiero in Val d’Orcia o si sorseggia un mojito a Tulum.

Nel frattempo, gli amici europei sembrano avere il superpotere dell’“out of office” autentico: niente mail, niente Teams, niente notifiche. Solo silenzio, un buon libro e un bicchiere di rosé.

Bleisure per loro? Quasi sconosciuto. Per noi? Praticamente una religione.

Boom durante la pandemia, ma il bleisure non è finito lì

Durante il 2021-2022, in piena pandemia, il 65% dei viaggi di piacere negli Stati Uniti includeva anche attività lavorative. Nel biennio 2023-2024, la cifra è scesa solo leggermente al 61%. In pratica: stiamo ancora lavorando anche mentre cerchiamo di rilassarci.

Più della metà dei viaggiatori ha lavorato da remoto durante una vacanza. Solo il 22% dei viaggi d’affari è stato “lavoro puro”, senza componenti leisure. Morale della favola? La linea tra business e piacere è ormai completamente sfocata.

E secondo Allied Market Research, il mercato globale del bleisure raggiungerà i 731,4 miliardi di dollari entro il 2032. Non stiamo più solo “allungando il weekend”: stiamo costruendo interi stili di vita mobili intorno alla flessibilità.

Work-life balance… con una piña colada in mano

Perché questo boom del bleisure? Non si tratta solo di infilare qualche ora di relax in un viaggio di lavoro. È una ricerca disperata di equilibrio. Vogliamo lavorare meglio, stressarci meno, sentirci più padroni del nostro tempo. E se il lavoro è ormai remoto… tanto vale farlo da un bungalow a Bali, no?

Se il Wi-Fi regge e la vista è migliore di quella del tuo open space, perché non partecipare alla riunione con i piedi nella sabbia?

Farlo bene: guida semiseria al bleisure intelligente

Ma attenzione: non basta infilare un paio di infradito in valigia per vivere il bleisure al massimo. Ecco alcune dritte per non tornare a casa più stressato di prima:

  •  Pianifica le call di mattina. Così hai il pomeriggio libero per esplorare, rilassarti o sbagliare strada senza panico.
  • Blocca le e-mail. Dai loro un orario: due slot al giorno. Il resto? Off limits.
  • Comunica con chi viaggia con te. “Mi servono 30 minuti per una call” è meglio di “Tranquilli, ci sono” mentre ti distrai per rispondere al capo.
  • Metti davvero l’”out of office”. Non quella farsa tipo “Avrò accesso limitato alla posta” mentre rispondi in 7 secondi. Prova: “Sono fuori. Ci sentiamo al mio ritorno.” E poi… mantieni la parola!

Il bleisure è personale. E va preso sul serio

Non c’è una formula universale. Magari per te significa disconnetterti alle 14 ogni giorno. O forse puoi accettare una call al giorno… ma poi molli il telefono e ti godi davvero il tramonto.

L’importante è essere intenzionali: costruire un ritmo sostenibile, non una finta vacanza camuffata da riunione itinerante. Prova a tirare fuori il tuo lato europeo e a dire davvero, per una volta: “Non sono disponibile”.

Lascia un commento

*