Con l’arrivo della stagione estiva molti automobilisti avranno modo di viaggiare verso differenti mete sfruttando la propria vettura come mezzo principale; l’attenzione ricade sulle vetture elettriche che secondo alcuni studi, potrebbero subire un calo dell’autonomia che finirebbe per influenzare i viaggi più lunghi.
Negli ultimi anni molti automobilisti sono passati all’acquisto di una vettura elettrica per spostarsi all’interno della città o verso mete nelle vicinanze, ma per i viaggi?
Con l’introduzione sul mercato di modelli con autonomie maggiorate – dai 300 chilometri a salire – in molti hanno cominciato a voler sfruttare quest’ultime anche per tratte più lunghe ma attenzione, in estate specialmente, la condizione si fa critica.
Temperature in rialzo e autonomie in calo
E’ noto già a molti – e non sono per quelle delle vetture – che le batterie non siano amiche delle temperature estreme. Ad influire su una percorrenza più elevata tra una ricarica e un’altra ci pensa il caldo – dunque anche l’utilizzo dell’aria condizionata – e la velocità di percorrenza.
Uno studio condotto negli USA da Geotab (azienda specializzata in soluzioni per la gestione delle flotte aziendali) suggerisce che il caldo esterno influenza la durata delle batterie e per tale ragione preservarne l’autonomia rimane l’unica cosa da fare; per cominciare, moderare la velocità di marcia è una delle cose fondamentali. I dati raccolti – inseriti nel grafico sottostante – dimostrano che la velocità di guida impatta maggiormente sull’autonomia dei veicoli elettrici rispetto alle alte o basse temperature, specialmente sulle lunghe distanze.
Velocità e cali di autonomia
Analizzando i dati provenienti da oltre tre milioni di viaggi su strada, Geotab ha confrontato come temperatura e velocità possano influenzare l’autonomia di una vettura “x” con una batteria di 65 kWh nelle calde giornate estive. I dati mostrato che anche aumenti di velocità moderati portano a forti perdite di autonomia. Viaggiando a 80 km/h con una temperatura esterna di 30° e con l’aria condizionata accesa l’autonomia ipotetica è di 446 km, portando la velocità sulla soglia dei 100 Km/h l’autonomia cala a 404 km.
La perdita di autonomia cala in modo quasi esponenziale con l’ulteriore aumento della velocità: 364 km a 112 km/h e 322 km a poco meno di 130 km/h (in quest0 caso si perde circa il 30% dell’autonomia, più di cento chilometri). Su un furgone per le consegne, penalizzato da un’aerodinamica pressoché nulla, il calo di autonomia dovuto all’andatura è ancora maggiore: questa diminuisce del 39%, passando dai 230 km a 80 km/h a circa 140 km alla velocità di 130 km/h.
L’aria condizionata centra davvero?
“Gli automobilisti tendono a preoccuparsi dell’utilizzo dell’aria condizionata quando fa caldo, ma i nostri dati dimostrano che il piede destro può fare la differenza più grande, in particolare alle alte velocità”, spiega Charlotte Argue, senior manager sostenibilità di Geotab, facendo notare come basti diminuire la velocità di 15-20 km/h per aumentare l’autonomia del 20-30%.
Il forti cali di autonomia sono figli di una questione di fisica: più le velocità si alzano più il veicolo si trova a combattere la resistenza dell’aria. L’influenza dell’aria condizionata sull’autonomia è più evidente alle basse velocità, quando la resistenza dell’aria invece è minima e diventa più evidente il prelievo di energia imposto dal “clima”. Tuttavia quando si guida velocemente, l’energia necessaria per mantenere l’abitacolo fresco diventa meno significativa rispetto a quella implicata per mantenere un’andatura elevata.