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Bollo auto 2026: nuove regole, scadenze e addio esenzioni

Uniformità, semplificazione e lotta all’elusione: ecco come sarà rivoluzionato il bollo auto dal 1° gennaio 2026

A partire dal 2026 il bollo auto in Italia subirà una profonda trasformazione. È quanto prevede lo schema di decreto legislativo contenuto nella riforma fiscale approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, trasmesso alle Camere lo scorso 18 giugno. L’obiettivo? Semplificare il pagamento per i cittadini, rafforzare il principio di territorialità e, soprattutto, arginare le forme di elusione fiscale, specie nel mondo delle imprese.

Bollo auto 2026: le principali novità

Il nuovo sistema, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2026, porterà a una rivoluzione nelle modalità di pagamento della tassa automobilistica:

  • Pagamento annuale unico, con data di scadenza legata alla prima immatricolazione del veicolo.
  • Abolizione delle attuali scadenze fisse mensili o semestrali.

Il bollo sarà versato nella Regione di residenza del proprietario, rafforzando il legame tra veicolo, territorio e impatto ambientale.

Il pagamento sarà calcolato dal primo giorno del periodo tributario, superando la vecchia norma che fissava l’obbligo all’ultimo giorno utile.

Per le auto già circolanti prima del 2026, le vecchie scadenze restano valide, salvo diverse decisioni regionali. Le Regioni, tuttavia, potranno offrire la possibilità di pagamento quadrimestrale per alcune tipologie di veicoli.

Scompare il sistema del “primo bollo flessibile”

Una delle innovazioni più significative sarà l’eliminazione del sistema di calcolo del primo bollo su base variabile (oggi tra i 9 e i 12 mesi) per allinearsi alle scadenze fisse. Dal 2026, il primo bollo sarà sempre valido per 12 mesi a partire dal mese di immatricolazione, come già avviene in Piemonte e Lombardia. Il primo pagamento dovrà essere effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo all’immatricolazione.

Auto in fermo amministrativo? Il bollo si paga lo stesso

Il nuovo decreto prevede un cambio di rotta radicale: anche i veicoli sottoposti a fermo amministrativo di natura fiscale dovranno pagare il bollo. Finora, in base all’art. 5 del DL 953/1982, era previsto l’esonero in caso di indisponibilità del mezzo. Ma dopo la sentenza n. 47/2017 della Corte Costituzionale, il quadro era già cambiato. Ora, con la riforma, la norma viene estesa anche ai casi di fermo giudiziario o per gravi violazioni del Codice della Strada.

Stretta anti-elusione per le imprese

Stop anche alle “residenze fiscali di comodo”. Dal 2026 sarà impossibile registrare un’auto in una Regione dove il bollo costa meno, se non è lì che viene realmente gestito il veicolo. Il tributo dovrà essere versato in base alla sede legale o operativa principale del soggetto giuridico, con un’attenzione speciale alle società di noleggio con sede all’estero.

Arriva l’Archivio nazionale delle tasse automobilistiche (ANTA)

A coordinare tutto sarà un nuovo archivio nazionale, gestito dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) in collaborazione con l’ACI. Il sistema garantirà l’integrazione tra banche dati regionali e nazionali, rendendo più facile l’incrocio dei dati e la lotta all’evasione.

Bollo auto: più risorse per le Regioni

Il nuovo sistema favorisce un approccio “green”: la Regione che incassa il bollo sarà quella in cui il veicolo circola e inquina, permettendo di reinvestire le risorse in progetti di mobilità sostenibile e risanamento ambientale.

Agevolazioni: restano le attuali, ma con più autonomia alle Regioni
Ogni Regione potrà decidere se mantenere o modificare esenzioni e sconti. Attualmente:

  • Le auto elettriche sono esentate per 5 anni in molte Regioni (alcune offrono l’esonero permanente);
  • Le ibride godono di sconti tra 3 e 5 anni;
  • I veicoli a metano o GPL possono ottenere riduzioni parziali o totali.

Sarà importante seguire le scelte dei singoli enti territoriali per capire come evolveranno queste agevolazioni.

Superbollo: tutto fermo

Nessuna novità invece per il discusso superbollo, la sovrattassa per i veicoli con potenza oltre i 185 kW. Nonostante le promesse di riforma o abolizione, nessun intervento è previsto nel nuovo decreto. La questione resta aperta, ma senza segnali concreti.

Il bollo auto, dal 2026, cambia volto: più semplice da pagare, più giusto per l’ambiente e più difficile da evadere. Ma resta invariato su alcuni fronti – come il superbollo – che molti automobilisti speravano di veder ridiscussi. La palla, ora, passa alle Regioni, chiamate a definire le modalità concrete di applicazione della riforma.

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