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Geotab Ace: come (e perché) i fleet manager confidano nell’AI

L’AI è ormai interlocutore fidato per chi gestisce flotte aziendali: tra analisi complesse, feedback predittivi e fiducia cieca, si ridefinisce il concetto di efficienza

C’è una contraddizione che si fa strada ogni giorno nel mondo del lavoro: da un lato, l’intelligenza artificiale genera timori, dall’altro, si trasforma in un alleato silenzioso. Lo dimostrano i numeri dell’utilizzo di Geotab Ace, l’assistente AI sviluppato dall’azienda canadese Geotab, leader globale nei sistemi di monitoraggio e gestione delle flotte aziendali.

Dal lancio del programma pilota nel maggio 2024, sono oltre 1.500 le aziende che utilizzano quotidianamente Geotab Ace per interrogare i propri dati telematici. Il dettaglio che colpisce non è solo la rapidità con cui questo strumento è stato adottato, ma il livello di fiducia che i gestori di flotte ripongono nell’intelligenza artificiale. Fiducia che sembra coesistere con una diffusa percezione dell’AI come tecnologia potenzialmente minacciosa per l’autonomia umana e per molte professioni.

Eppure, ogni giorno, centinaia di fleet manager si rivolgono ad Ace con richieste puntuali e complesse: chi sono i conducenti più responsabili? Quali autisti stanno migliorando? Quali accelerano troppo? Quali veicoli sono stati meno utilizzati? L’AI risponde in pochi secondi, elaborando milioni di dati e offrendo analisi che, manualmente, richiederebbero ore.

Geotab Ace: l’AI che insegna

Dalla lista dei prompt più usati emerge un messaggio chiaro: la sicurezza è al centro delle priorità. Ma non si tratta di uno strumento punitivo: i manager non cercano solo gli errori, ma anche i progressi. Monitorano, valorizzano, allenano. È un approccio orientato al coaching più che al controllo. L’AI qui diventa strumento di valorizzazione del capitale umano, non un mezzo per sostituirlo.

Come sottolinea Mike Branch, VP Data & Analytics di Geotab, “ciò che colpisce è la qualità delle domande: i gestori delle flotte pongono interrogativi complessi, precisi, e lo fanno con grande naturalezza. Questo significa che si fidano”.

E in effetti, tra i prompt compaiono richieste di analisi articolate: calcolo dei consumi durante le soste a motore acceso, rilevazione di violazioni delle cinture di sicurezza oltre i 30 km/h, valutazioni sull’uso dei veicoli in base alla distanza percorsa. Sono interrogazioni che richiederebbero competenze tecniche avanzate, ma che ora si risolvono in un’interfaccia conversazionale.

AI pervasiva ma invisibile

Il caso Geotab Ace fotografa perfettamente la pervasività dell’intelligenza artificiale: si insinua nei processi quotidiani, migliora l’efficienza, ottimizza la sicurezza, accelera le decisioni. E lo fa quasi senza farsi notare. Molti utenti, anche i più scettici, non si rendono conto che quella voce che risponde in pochi secondi alle loro domande è una AI generativa evoluta.

“Geotab Ace – spiega Andrew Pearce, Sales & Marketing Director di LEVL – non è solo un assistente, è un moltiplicatore di valore. Ottimizza l’accesso ai dati, migliora l’esperienza cliente, accelera i tempi decisionali”. Il tutto, sottolineano da Geotab, nel rispetto rigoroso della privacy: i dati vengono trattati all’interno di un ambiente sicuro e l’azienda ha pubblicato anche una Guida all’AI responsabile.

Il paradosso della fiducia cieca nell’AI

Emerge quindi un paradosso affascinante: più cresce la diffidenza verso l’AI, più aumenta l’affidamento nei suoi strumenti.

In un recente sondaggio di Geotab, il 77% dei conducenti italiani (contro il 69% della media europea) si è detto favorevole all’uso di nuove tecnologie per migliorare le proprie prestazioni alla guida. Un segnale chiaro: i professionisti del settore non temono l’innovazione, la abbracciano se porta benefici concreti.

Così, mentre nel dibattito pubblico si discute di etica, limiti e rischi dell’AI, nelle aziende si moltiplicano i casi in cui l’intelligenza artificiale è già parte integrante del processo decisionale. Non come entità astratta o minacciosa, ma come un oracolo digitale benevolo, che diventa strumento

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