È morta Fiorenza de Bernardi, la prima donna pilota di voli di linea in Italia, nonché una delle pioniere europee in questo ruolo. Aveva 97 anni e una vita dedicata a superare barriere e a ispirare altre donne nel mondo dell’aviazione.
Figlia dell’aviatore Mario de Bernardi, Fiorenza è stata una presenza storica nel settore. Nel 1951 iniziò il suo percorso con il primo volo in solitaria e, nel gennaio 1967, scrisse una pagina importante diventando la prima donna pilota di linea in Italia con la compagnia Aeralpi, svolgendo tratte come Milano-Cortina-Venezia.
Successivamente, nel 1969, fu la prima donna italiana a diventare comandante con Aertirrena.
A 90 anni sui simulatori
La sua carriera l’ha portata anche in Australia e in molti altri Paesi dell’Asia, con scali tecnici che hanno segnato tappe epiche nella storia dell’aviazione civile. Nonostante un incidente stradale nel 1985 l’abbia costretta a smettere di volare, il suo spirito restò sempre quello di una pilota, tanto da tornare a “volare” con i simulatori Alitalia per il suo 90° compleanno.
Caso unico ai tempi e raro oggi: 6%
L’annuncio della morte di questa leggenda è arrivato dall’associazione «Donne dell’Aria», fondata anche grazie a lei, che l’ha definita «la nostra amata Fiorenza, salita al cielo e ora libera di volare accanto a noi». La sua passione per il volo nacque fin da giovane, sotto la guida rigorosa del padre-istruttore, che le insegnò anche ad affidarsi oltre agli strumenti, “a sentire l’aeroplano con il sedere”.
Fiorenza de Bernardi ha affrontato anche momenti difficili, come atterraggi di emergenza e la perdita del padre nel 1959. Donna forte e determinata, ha sempre lottato per affermarsi in un ambiente dominato dagli uomini, chiedendo espressamente che la sua uniforme mostrasse chiaramente la sua identità femminile.
Con la sua scomparsa, il mondo dell’aviazione ricorda la figura di una donna che ha aperto la strada a una generazione di piloti donne, ancora oggi poche, pari circa al 6% del totale. Vista la sua eredità, Fiorenza de Bernardi rimarrà per sempre ricordata come la “morta prima donna pilota” di linea italiana, simbolo di coraggio e passione.














