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Viaggi d’affari: chi rincorre il comfort e chi risparmia sulla diaria

Grandi differenze di età e di spesa (aziendale o personale) tra chi quando viaggia per lavoro vuole massimo comfort e chi si accontenta

Non tutti hanno chiara percezione di come vanno realmente i viaggi d’affari, anche in italia. Tra chi ha in mano i “numeri” intesi come anche i numeri dei denari, che girano intorno al business travel, ovviamente Sap Concur.

Budget stabili o a ribasso, ma si cerca il comfort

Ecco allora alcune rilevanze recenti, rilasciate dopo l’evento SAP Concur Day di Milano. Il 67% dei viaggiatori d’affari italiani si aspetta che i budget per le trasferte nel 2025 restino invariati o diminuiscano (ben oltre la media dei Paesi coinvolti, al 48%). Sono poi ben quasi 9 su 10 (89%) quelli che hanno già sperimentato tagli alle indennità nell’ultimo anno.

È in questo scenario che si muove la settima edizione della Global Business Travel Survey di SAP Concur. Condotta da Wakefield Research su un campione di 3.750 viaggiatori in 24 Paesi, tra cui l’Italia. Nonché 700 travel manager in 7 mercati (Germania, Italia, Canada, Giappone, ANZ, Regno Unito e Stati Uniti) e 600 CFO in 6 mercati (Germania, Canada, Giappone, ANZ, Regno Unito e Stati Uniti).

viaggi d’affari Francoforte

Cosa cambia tra viaggio personale e viaggio di lavoro

Il 69% dei viaggiatori d’affari in Italia ammette di avere comportamenti diversi, se viaggia per lavoro rispetto a quando si sposta per piacere.

La differenza è il rapporto con la spesa. Se da un lato si è disposti a rinunciare a qualche comfort per restare all’interno della policy, dall’altro molti scelgono di investire sul proprio benessere anche senza rimborsi.

I viaggiatori sono disposti a pagare per certi comfort, mentre altri sono molto attenti a non sforare la diaria, dipende. Andrea Piccinelli, Head of SAP Concur Italy, ricorda come per le aziende è fondamentale “comunicare con chiarezza cosa è coperto dalla travel policy e cosa no”.

note spese dipendenti Amadeus Cytric

Policy precise nei viaggi d’affari

Le soluzioni integrate di gestione dei viaggi permettono alle aziende di definire policy precise e categorie di prenotazione che orientano i comportamenti. Suggerimenti mirati, come raccomandazioni su fornitori preferiti o tariffe aziendali più vantaggiose, aiutano a garantire il comfort, senza costi esorbitanti per l’azienda.

Un’attenzione che può agire anche in direzione di un miglior rapporto tra i viaggiatori d’affari e i viaggi, considerando che quasi la metà (45%) dei CFO intervistati ritiene che la riluttanza o il rifiuto dei dipendenti a viaggiare possa avere un impatto negativo sulla salute dell’azienda entro l’anno.”

Voli diretti, camera premium e ristorante top (per Gen Z e Millennials)

Per quanto il comfort, il 21% dei dipendenti italiani (13% in meno rispetto alla media dei 24 Paesi) opta per hotel di qualità superiore o camere premium, mentre il 25% (33% media globale) sceglie voli diretti anche se più costosi.

Molti sono inoltre più propensi a usare trasporti privati, come Uber (29%), e a spendere di più per cenare in ristoranti migliori (29%).

Le generazioni più inclini a modificare il proprio comportamento di spesa, sono la Gen Z (94%) e i millennials (89%), seguiti dal 72% della Gen X e dal 56% dei baby boomer. La maggioranza dei viaggiatori (82%), pur di non rinunciare al comfort, è disposta a sostenere spese personali. Sul totale del campione, i più giovani sono anche i più propensi a investire nella propria esperienza: il 93% della Gen Z e l’88% dei millennial spenderebbe di tasca propria per comfort extra, rispetto al 74% della Gen X e al 62% dei baby boomer.

Occhio ai limiti e agli omaggi, nei viaggi d’affari

Nel frattempo, la maggior parte dei viaggiatori d’affari (69%) adotta strategie per far quadrare i conti a fine trasferta: da una maggiore attenzione a non superare la diaria, fino allo sfruttamento di ogni omaggio possibile.

Oltre un terzo (33%) sceglie pasti più economici per risparmiare sulla diaria, mentre un ulteriore 18% si prepara i pasti anziché mangiare fuori. Alcuni approfittano anche di cibo e bevande avanzati (18%) e portano con sé gli omaggi di hotel e conferenze (18%).

Le differenze generazionali sul totale del campione esaminato sono marcate: il 92% della Gen Z adotta strategie per massimizzare la diaria, contro l’87% dei millennial, il 73% della Gen X e il 64% dei baby boomer.

 

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