Realizzare una pubblicazione dedicata ad Alfa Romeo è lusinghiero. Un onore, per chi come il sottoscritto è cresciuto tra i motori anche da competizione, potendo “guidare” le prime volte una Giulietta degli anni Ottanta. Quel volantone che girava tra le mani di un bambino e quelle occasioni vietate, pur se non di strada pubblica, sono solo una parte privata dei moltissimi, indelebili e forti elementi per cui questo marchio è stato e sempre sarà un’icona, del motorismo mondiale: capace di creare emozione, passione e addirittura fanatismo anche oggi. Anche per chi vive lontano dall’Italia (come molti “nordics” come chi ci ha ospitato all’ultima GBTA Europe conference di Copenhagen).
L’azienda nata milanese come evidenzia il logo, invero mai solamente lombarda nell’animo come indicherebbe la seconda lettera del nome, è ora parte di Stellantis senza bisogno di questa pagina, per manifestare la propria grandezza storica. Data dai 115 anni di vita con, riducendo a pochi nomi che meriterebbero almeno un libro ciascuno, modelli non limitati al solo concetto di auto sportiva compatta, come sono: 6C, Giulia Spider, 8C, Giulia GT, Alfetta, Montreal, 75, SZ/RZ… E molti altri più popolari. Per le competizioni, da cui nacquero vari degli elementi forti di cui sopra, come Quadrifoglio e GTA, ci sono le vittorie internazionali nel Turismo, nel Mondiale Marche con la Tipo 33 e le presenze in F.1. Per le concept, vere, basti misurare il valore senza tempo della Iguana del 1969 o delle BAT.
Ecco, oggi diamo qui una visione di gamma con target aziendale, dove da fuori contano solo i paletti di quella mobilità inserita tra quanto impongono il fisco, il budget, la regola ambientale, la politica manageriale a monte, la sostenibilità anche economica a valle e magari, anche il sindaco, per le Ztl.
Se però sceglie chi guida e osserva la propria auto avvicinandola, con quel Biscione a vista, i detti forti elementi, pur soggettivi, pesano: in positivo, sempre.
—> Qui il numero 2 / 2025 di MissionFleet, sfogliabile online