Nel mondo contemporaneo, il business travel non è più solo una questione logistica e i travel manager devono misurarsi con sfide inedite. La geopolitica plasma i confini del possibile: crisi regionali, escalation diplomatiche, sanzioni, regimi instabili e improvvisi cambiamenti normativi possono cancellare un itinerario all’ultimo minuto, mettere a rischio la sicurezza dei dipendenti o compromettere missioni aziendali cruciali.
A ribadirlo è Mark William Lowe, esperto internazionale di geopolitica, che all’evento AITMM, tenutosi questa mattina al Prime Time Loft di Milano, ha sottolineato l’importanza del concetto di “Duty of Care”: «Oggi muoversi significa operare in contesti mission-critical. L’instabilità può colpire ovunque e velocemente. Per questo i team devono interpretare i segnali politici e tradurli in protocolli di sicurezza concreti».
Zone rosse e minacce ibride: il nuovo lessico del travel manager
I travel manager, quindi, non sono più solo gestori di viaggi, ma veri e propri analisti del rischio. Devono monitorare in tempo reale focolai geopolitici e instabilità istituzionali; elezioni in aree sensibili; minacce ibride come attacchi informatici, sabotaggi, disinformazione; mutamenti normativi repentini (come restrizioni di visto, quarantene, sanzioni).
Briefing, checklist, protocolli aggiornati diventano strumenti fondamentali per prevenire incidenti e proteggere risorse umane ed economiche.
Dynamic pricing e NDC: la rivoluzione della distribuzione
La trasformazione del business travel passa però anche da strumenti tecnologici avanzati. Al centro del dibattito, il nuovo standard NDC (New Distribution Capability) promosso da IATA, che promette di modernizzare l’accesso alle tariffe aeree.
Con l’NDC, le compagnie aeree possono offrire contenuti più ricchi e tariffe dinamiche basate su disponibilità, domanda e prossimità alla partenza. Addio alle classiche 26 classi GDS: oggi i vettori possono creare infinite combinazioni virtuali, arrivando a personalizzare anche i prezzi dei singoli posti a sedere o dei pacchetti bundle (volo + servizi ancillari), spesso a condizioni più vantaggiose rispetto all’acquisto separato.
Ma se i vantaggi per le compagnie e (in parte) per i clienti sono chiari, non è tutto oro: gli strumenti a disposizione delle agenzie sono spesso inadeguati, i benefici per i viaggiatori limitati e i costi operativi aumentano.
Travel Management Company sotto pressione
In questo scenario ipertecnologico, si pone una domanda fondamentale: dove si colloca il valore delle TMC (Travel Management Companies)?
La vera questione è: chi si prende cura delle PMI, in un mondo dominato da logiche globali?
Per Alfredo Pezzani, Business Travel Efficiency & Quality Expert, le TMC oggi si trovano strette tra l’esigenza di supportare clienti sempre più esigenti e una remunerazione spesso compressa, anche a causa delle continue revisioni di prezzo imposte dai fornitori finali in nome dell’ottimizzazione di margine, una pratica nata anni fa ma divenuta esponenziale con l’uso intensivo di sistemi dinamici.
Il business travel verso un nuovo umanesimo
In risposta a queste sfide, AITMM rilancia un appello: serve un nuovo umanesimo nel mondo dei viaggi d’affari. Un approccio che metta al centro non solo l’efficienza economica, ma anche la dignità, la sicurezza e il benessere delle persone in viaggio. Perché in un’epoca dove tutto è negoziabile, il valore umano non dovrebbe mai esserlo.
In un mondo frammentato e iperconnesso, dove tecnologia e geopolitica si intrecciano, la figura del travel manager evolve verso un ruolo chiave per la resilienza operativa delle imprese. E forse, anche per la costruzione di un modo più consapevole di viaggiare.
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