Un sondaggio ha evidenziato che, in tema di sicurezza, i comportamenti dei business traveler durante le trasferte di lavoro è diverso da quello che prenderebbero a casa. O comunque in situazioni di vita o di viaggio personale.
Numeri alla mano, questa situazione accade a quasi 8 dipendenti su 10 (il 79% per la precisione). Tale evidenza succede più spesso con i viaggiatori più giovani, che sono 4 volte più propensi a ignorare i consigli di sicurezza rispetto ai colleghi più anziani.
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Comportamenti dei business traveler, le differenze tra le età
A condurre la ricerca, tra il 3 e il 10 febbraio scorso, è stata la società di gestione dei rischi di viaggio World Travel Protection.
I dati derivano dalle risposte di circa 2.000 business traveler di Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Australia. Si evince dunque che solo nel 21% dei casi il loro comportamento è uguale a quello che hanno quando viaggiano in famiglia o quando sono tra le mura domestiche.
I risultati evidenziano un netto divario generazionale: solo il 15% di chi ha meno di 34 anni afferma di non comportarsi diversamente durante i viaggi di lavoro. Per chi ha più di 55 primavere, la cosa accade nel 42% dei casi.
Gli under 34 hanno una probabilità quasi 4 volte più alta rispetto agli over 55 di ignorare i consigli sulla salute, come bere acqua del rubinetto o mangiare in locali “discutibili”. E sono anche più propensi a guidare moto e scooter elettrici e a dedicarsi ad attività ricreative rischiose.
L’indagine sul comportamento dei business traveler ha rilevato che il 20% dei viaggiatori d’affari a livello globale sale in auto con nuovi amici o sconosciuti. Una percentuale che sale al 22% tra gli under 34, rispetto a solo il 10% tra gli over 55. Nel Regno Unito, in particolare, questa percentuale si attesta al 20%.
Altri comportamenti rischiosi includono l’avventurarsi senza informare nessuno della propria posizione o dei propri piani: 18% a livello globale, 15% nel Regno Unito. Oppure: la guida di scooter o motociclette elettriche (16% a livello globale, 14% nel Regno Unito) e l’ignorare le precauzioni sanitarie (15% a livello globale, 12% nel Regno Unito).
Sicurezza dei dipendenti in viaggio, obblighi delle aziende
Frank Harrison, direttore per le Americhe di World Travel Protection, ha commentato i risultati. «Sebbene adottare questo tipo di comportamenti rischiosi possa sembrare divertente sul momento può mette in pericolo chi parte. Ma mette in una posizione difficile anche i datori di lavoro. Questi dati ci ricordano l’obbligo legale e morale delle aziende di garantire la sicurezza dei dipendenti in viaggio. Questo è quello che si chiama responsabilità. Il mancato rispetto di questo obbligo può comportare gravi conseguenze legali».
La ricerca si inserisce in un contesto di crescente volatilità nel settore dei viaggi. Un settore che vede una crescita dell’attenzione da parte dei dirigenti aziendali sull’identificazione e la mitigazione dei rischi associati ai viaggi di lavoro.
«Prima di partire, i travel manager (o chi per loro) dovrebbero informare i dipendenti sui rischi cui potrebbero andare incontro durante la terasferta. Dovrebbero poi aiutarli a pianificare in anticipo il viaggio e assicurarsi che siano preparati a prendere decisioni sicure durante questo frangente».