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Autovelox, cosa cambia con le nuove regole

Le nuove regole già in vigore dal 12 giugno 2025 garantiscono meno abusi e più sicurezza

Dal 12 giugno 2025 sono ufficialmente in vigore le nuove regole per l’utilizzo degli autovelox in Italia. A distanza di diverse settimane dall’applicazione del decreto, introdotto ad aprile dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, si iniziano a osservare i primi effetti concreti: meno multe seriali, maggiore chiarezza per gli automobilisti e una progressiva rimozione dei dispositivi installati in modo discutibile.

Il cosiddetto “Decreto Autovelox” è nato con l’obiettivo di rendere i controlli elettronici della velocità uno strumento di vera prevenzione, contrastando le derive speculative dei cosiddetti “autovelox bancomat”. Ecco cosa è cambiato e cosa si sta già osservando su strada.

Autovelox fissi vietati sotto i 50 km/h

Una delle novità più evidenti è il divieto di installazione di autovelox fissi nei tratti urbani con limiti inferiori ai 50 km/h, a meno che non sia possibile contestare immediatamente l’infrazione. Già diverse città stanno intervenendo per disattivare o rimuovere i dispositivi in zone residenziali o poco trafficate, dove spesso venivano utilizzati per generare entrate, più che per prevenire incidenti.

Resta invece possibile l’utilizzo di autovelox mobili anche in zone con limiti inferiori ai 50 km/h, purché gestiti direttamente dalle Forze dell’Ordine, ad esempio nelle vicinanze di scuole, ospedali o attraversamenti pedonali.

Prefetti: installazioni autovelox più selettive

Un altro effetto già visibile riguarda il trasferimento delle competenze sulla collocazione degli autovelox: ora è il Prefetto a decidere, e non più i Comuni. Questo ha portato a una revisione dei piani di installazione in diverse province italiane, con una selezione più rigorosa dei tratti stradali dove il controllo elettronico è davvero necessario, basandosi su dati oggettivi di incidentalità.

Meno “trappole” e più trasparenza: distanze minime rispettate

I nuovi obblighi di segnalazione e di distanza tra segnale e dispositivo iniziano a produrre effetti positivi. Il decreto prevede che:

  • Su strade extraurbane, la presenza dell’autovelox sia segnalata almeno 1 km prima.
  • Nelle strade urbane di scorrimento la distanza minima sia 200 metri.
  • Nelle altre strade urbane la distanza minima scende a 75 metri.

Molti automobilisti segnalano già una maggiore visibilità della segnaletica, che riduce il rischio di multe “a sorpresa” e aumenta la percezione di correttezza da parte delle autorità.

Stop alle multe multiple: una sola sanzione entro un’ora

Una misura particolarmente apprezzata dagli automobilisti è la regola secondo cui, se si viene multati da più autovelox sullo stesso tratto entro un’ora, e se gestiti dallo stesso ente, si riceve una sola multa, quella più grave. Una novità introdotta per limitare gli eccessi sanzionatori che in passato colpivano gli automobilisti anche 3 o 4 volte in pochi chilometri.

Autovelox non omologati sotto osservazione

Permane invece una criticità legata all’omologazione dei dispositivi. Il decreto ha ribadito l’obbligo di utilizzo di apparecchi omologati, ma ha lasciato irrisolta la questione delle multe emesse da dispositivi non conformi, che restano soggette a ricorso.

Comuni e Province hanno 12 mesi di tempo (fino a giugno 2026) per rimuovere gli autovelox non omologati. In diverse città, intanto, sono già partite le prime verifiche tecniche e i primi stop temporanei all’uso di apparecchi sospetti.

Maggiore controllo sui costi e sulla gestione

Il decreto stabilisce che i costi di accertamento devono essere documentati e limitati all’accesso alle banche dati pubbliche. Sono vietati compensi legati al numero di multe emesse e i dispositivi possono essere acquisiti solo con canoni fissi (leasing, comodato o noleggio). Inoltre, la gestione attiva degli autovelox rimane in capo esclusivamente alle Forze dell’Ordine, mentre ai privati può essere affidata solo la parte amministrativa (stampa verbali, notifiche).

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