auto cinesi

Arretra il mercato europeo dell’auto e i cinesi resteranno sotto il 15% al 2030

Tra i momenti di maggiore interesse a #FORUMAutoMotive 2025, tappa del movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore, ideato dal giornalista Pierluigi Bonora, quello del dibattito sul “Green deal”.

“Abbiamo raccolto la richiesta delle associazioni di poter esporre istanze e richieste ai parlamentari che ci rappresentano anche all’Europarlamento –  spiega Bonora – ne è scaturito un dibattito vivace e costruttivo con proposte per far in modo che a Bruxelles dalle parole si passi ai fatti. Pena il “game over” del sistema automotive europeo”.

I cinesi non arriveranno neanche al 15% di mercato

Emanuele Cordone, Director della Practice Automotive di AlixPartners, ha presentato un aggiornamento dell’AlixPartners Global Automotive Outlook. Il mercato europeo dell’auto nel 2025 è previsto in rallentamento (-2%). Intanto, i costruttori cinesi continuano a guadagnare terreno con una quota in aumento dall’8% del 2024 al 13% del 2030 (+0,8 milioni di veicoli fino al 2030, pari alla quasi totalità della crescita del mercato), a spese dei costruttori europei che vedono la loro quota ridursi dal 62% al 58%.

Cordone ha evidenziato come si stia assistendo a un calo della profittabilità per gli OEM europei e americani, mentre i player cinesi migliorano i propri margini.

mercato auto
#ForumAutomotive 2025 a Milano

Elettriche solo nelle flotte ma il mercato usato le attende

L’offerta dei veicoli BEV è prevista in aumento ma la differenza di prezzo resta significativa in particolare sui segmenti A e B, mentre i veicoli con range extender (REEV) potrebbero aiutare a superare la “range anxiety” e favorire la diffusione dell’elettrico.

In Italia”, ha concluso Cordone, “le emissioni delle nuove auto vendute restano stabili dal 2017, ma il parco circolante continua a invecchiare, e la quota di BEV e PHEV rimane contenuta (circa 10% nella prima metà del 2025), La quota di BEV e PHEV è però più alta nelle flotte aziendali, con ulteriore spinta potenziale per il nuovo schema di incentivo fiscale. Il valore residuo dei BEV rimane però basso, questo potrebbe aprire nuove opportunità nel mercato dell’usato”.

Settore automotive in Italia

Al cospetto del mondo della politica europea i diversi rappresentanti della filiera della mobilità presenti hanno potuto evidenziare le principali criticità che frenano lo sviluppo del settore.

Il mondo della componentistica è in apnea. Lo scorso anno abbiamo perso 100mila posti di lavoro. Decidiamo oggi la possibilità di rinviare di 5 anni la scadenza del 2035 di e di prevedere una quota di veicoli non BEV anche dopo il 2035. Il mercato è stato totalmente dimenticato dai regolamenti europei”, ha denunciato Roberto Vavassori, Presidente ANFIA.

Andrea Cardinali, Direttore Generale di UNRAE: “In Italia abbiamo un problema evidente di fisco sull’auto aziendale che ci trasciniamo da anni, ulteriormente appesantito da una recente norma sul fringe benefit che ha peggiorato la situazione. Occorre intervenire. Le Case automobilistiche chiedono chiarezza in una direzione o nell’altra per poter continuare a pianificare investimenti di milioni di euro”.

In rappresentanza della filiera elettrica è intervenuto Fabio Pressi, Presidente di Motus-E: “Abbiamo perso di vista l’obiettivo. Il problema oggi non è l’elettrico, ma che i produttori cinesi risultano più competitivi. Cerchiamo di capire come essere competitivi sulle batterie e sul loro riciclo, siamo già in ritardo”.

Maria Rosa Baroni, Presidente di NGV: “Se non verranno prese adeguate decisioni per accogliere anche il biometano tra le motorizzazioni a zero emissioni, siamo pronti a manifestare con camion e vetture davanti al Parlamento europeo”.

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