Le flotte aziendali rappresentano un fattore sempre più strategico per i concessionari. Un canale trainato da nuove esigenze di mobilità aziendale, da un’offerta di prodotti più articolata e dall’avanzare inarrestabile della tecnologia.
Lo sa bene Simone Bagni, responsabile e Coordinatore flotte presso Baiauto. Nel concessionario emiliano, recentemente entrato nell’orbita del Gruppo Bossoni, le aziende rappresentano una parte estremamente rilevante, in cui a fare da padrone è il noleggio.
Un business in cui Baiauto cerca di adottare un approccio tailor made, basandosi sull’ampia gamma di veicoli del Gruppo Volkswagen, ma anche offrendo strumenti digitali evoluti, che rendono la relazione con il cliente più efficace e personalizzata.
Quant’è importante il canale delle flotte per Baiauto?
Oggi il business flotte ha un peso assolutamente rilevante per noi. Abbiamo infatti creato una struttura dedicata, che coordino personalmente, e che comprende l’area commerciale, la logistica e il back office. Ci siamo organizzati in modo da far crescere sempre di più questo settore, che attualmente rappresenta circa il 30-35% del business globale di Baiauto.
Come vi interfacciate con i fleet manager? Quali servizi offrite?
Oltre ai fleet manager, lavoriamo spesso anche con i responsabili acquisti e, nelle aziende più grandi, con i mobility manager. I servizi che ci vengono richiesti riguardano innanzitutto la tempestività nelle risposte, ma anche aspetti più pratici come il pick-up and delivery per la parte di assistenza e manutenzione. Mettiamo poi a disposizione un consulente dedicato che supporta il cliente nella configurazione dell’auto in base alle proprie necessità: dall’infotainment ai sistemi di assistenza alla guida. Altri servizi importanti sono i test drive, molto apprezzati, e la possibilità di analizzare insieme la car policy aziendale. Il nostro approccio è completamente tailor-made, con
cui cerchiamo di costruire soluzioni su misura per ogni aspetto.
I recenti cambiamenti nella fiscalità aziendale quanto hanno influito sul vostro lavoro?
L’impatto è stato piuttosto significativo. Tra gennaio e febbraio il mercato è rimasto molto piatto sia in termini di immatricolazioni che di richieste. C’era una grande confusione legata alla nuova normativa sui fringe benefit, che inizialmente è stata introdotta e poi prorogata fino al 30 giugno. Le difficoltà maggiori riguardavano proprio il capire come dovesse essere interpretata: c’era chi sosteneva che facesse fede la data di immatricolazione, altri invece il verbale di consegna… Alla fine, ognuno si regolava un po’ come meglio credeva! Ci siamo trovati così ad avere aziende che
hanno scelto di orientarsi verso il BEV o il PHEV, che godono di una tassazione al 10 e al 20%, mentre altre, dopo aver calcolato il fringe benefit e il costo carburante, hanno deciso di restare sul diesel TDI. La cosa migliore, in questi casi, è valutare caso per caso la percorrenza media del driver, per individuare la motorizzazione più adatta alle reali esigenze.
Ci sono aziende che stanno iniziando a interessarsi all’elettrificazione della propria flotta?
Sì, sicuramente l’interesse verso il full-electric e il plug-in c’è. Tuttavia, molte aziende continuano a preferire il diesel, soprattutto per ragioni di percorrenza e costi operativi. Abbiamo osservato che, dove le vetture vengono utilizzate da più persone all’interno della stessa azienda, spesso si opta per il BEV, soprattutto per entrare liberamente nelle ZTL o gestire brevi tragitti tra sedi e stabilimenti. Per percorrenze intorno ai 50.000 km l’anno, il diesel continua a dominare. Mentre per distanze medio-lunghe, tra i 20.000 e i 40.000 km, vediamo una discreta apertura verso il plug-in. Fortunatamente possiamo contare su un ventaglio di motorizzazioni completo, perché rappresentiamo il gruppo Volkswagen, che offre davvero tante soluzioni diverse, capaci di coprire tutte le esigenze dei nostri clienti.
Per voi, il noleggio in concessionaria rappresenta una buona opportunità?
Per quanto riguarda i privati, anche se in modo ancora timido, stiamo registrando una piccola crescita di interesse verso il noleggio, soprattutto legato alle auto elettriche. Nel comparto flotte, invece, il noleggio è il nostro vero cavallo di battaglia. Negli anni siamo riusciti a costruire un portafoglio clienti importante, che continuiamo a far crescere giorno dopo giorno.
Come vi state rapportando alla maggiore tecnologia – Software CRM, IA, Customer Journey Online – presente nel mondo dei concessionari?
Da diversi anni utilizziamo un CRM nato dalla collaborazione tra Gruppo Bossoni, Atlantic Technologies e Salesforce, che abbiamo personalizzato sulle nostre esigenze. Da quando siamo entrati nella “galassia Bossoni”, circa un anno e mezzo fa, abbiamo avuto un grande boost su questo fronte. Oggi disponiamo di uno strumento davvero su misura, che si adatta alle esigenze specifiche dei diversi reparti. L’intelligenza artificiale ci sta dando una grossa mano, non solo nella gestione quotidiana dei clienti, ma anche nell’analizzare i feedback post-consegna e nello sfruttare al meglio i dati sullo storico dei clienti. Questo ci permette di offrire un servizio sempre più mirato ed efficace.
Come state vivendo l’arrivo di dei nuovi brand cinesi nel marcato automotive?
I brand cinesi sono sicuramente una risorsa per chi li ha già in gamma: il Gruppo Bossoni, ad esempio, ha due marchi, Omoda e Jaecoo. Per ora, almeno nel comparto flotte, la questione ci riguarda ancora marginalmente, perché non abbiamo avuto richieste significative. Dall’altro lato, rappresentano una possibile minaccia per chi invece lavora con brand più tradizionali. La loro forza è quella di offrire molta tecnologia e soluzioni innovative a prezzi che, al momento, i marchi europei non riescono a raggiungere. Personalmente, ho avuto modo di provare alcune di queste vetture e devo dire che l’impressione è diversa rispetto a quello che molti pensano: i materiali stanno diventando di livello sempre più alto e la tecnologia, fino a poco tempo fa quasi sconosciuta, è ormai presente e competitiva. C’è però da dire che l’Italia è un mercato particolare: per scalfire l’immagine consolidata di un brand tedesco come quello che rappresentiamo noi, ci vorrà comunque del tempo.
Quali sono le previsioni per la fine del 2025? Ci sono segnali incoraggianti?
Sicuramente i primi sei mesi di quest’anno hanno vissuto di luci e ombre. Abbiamo avuto mesi in cui siamo stati molto performanti e in cui siamo riusciti a traguardare tutto quello che ci eravamo prefissati. Le analisi di mercato fatte a fine 2024 indicavano un 2025 sostanzialmente stabile. Oggi mi sento di confermare questa previsione, perché ci stiamo allineando ai numeri del 2024, nonostante ci siano settimane e mesi abbastanza altalenanti. Ad ogni modo, c'è da tenere alta la guardia e cercare di traguardare tutto quello che c’è da cogliere.
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