Digitalizzazione, sostenibilità, nuove forme di mobilità e gestione integrata dei costi. La figura del Fleet Manager non è più quella di un tempo. Da ruolo prevalentemente tecnico e amministrativo, oggi è diventata una posizione strategica, capace di incidere sulle scelte economiche e organizzative delle aziende.
Ma c’è un punto su cui tutti gli esperti concordano: senza formazione, non c’è evoluzione. In un mercato globale che raggiungerà i $40.37 miliardi entro il 2029 (CAGR del 14.1%), l’Europa è leader, e l’imperativo è l’efficienza.
“Il Fleet Manager moderno deve saper parlare di numeri, di processi e di persone. È un professionista trasversale, che coniuga competenze gestionali e relazionali, ma che oggi deve aggiungere al suo repertorio la data science e la cyber-resilience,” spiega Mario Marzolo, Head of Training di Methodos Consulting, società specializzata in formazione manageriale per il settore Automotive.
Un mestiere che cambia Volto
Negli ultimi anni, la gestione delle flotte aziendali ha subito una vera rivoluzione, guidata da tre macro-trend interconnessi: l’elettrificazione (EV), l’avanzata digitale (AI/ML) e la rigorosa normativa europea (Fit for 55, AFIR).
Oggi non si tratta solo di ottimizzare i costi, ma di guidare un sistema complesso. La capacità di negoziare, comunicare e organizzare processi diventa tanto importante quanto la conoscenza dei veicoli o dei contratti di noleggio.
Il Paradosso Digitale e la Nuova Frontiera EV
L’Italia, con il 31% dei Fleet Manager propensi all’adozione dell’AI (nettamente sopra la media mondiale), è in prima linea nella trasformazione digitale. Tuttavia, in un veicolo in cui il 30% del costo sarà software entro il 2030, solo il 9% delle aziende dà priorità all’assunzione di sviluppatori. Questo crea un evidente skill gap che deve essere colmato attraverso il reskilling della forza lavoro esistente.
Il Fleet Manager deve, quindi, evolvere. Da Gestore Meccanico a Finanziario dell’Elettrico: La transizione EV sposta il focus dal costo del carburante al Total Cost of Ownership (TCO) complesso.
La formazione deve abilitare il FM a quantificare i risparmi (in media $18.000 in 10 anni per un EV) e a padroneggiare la fiscalità aziendale e gli incentivi, navigando un panorama finanziario molto più articolato.
Da Amministratore a Esperto di Manutenzione Predittiva (PdM): L’AI e il Machine Learning sono strumenti chiave. Il 58% dei Fleet Manager italiani si aspetta che l’AI riduca i costi operativi e migliori la PdM. Questo richiede competenze non solo sulla raccolta di dati telematici, ma sulla loro interpretazione strategica per l’ottimizzazione e la sicurezza.
Da Responsabile Logistico a Compliance Officer e Gestore del Rischio: L’uso intensivo dei dati telematici per il monitoraggio genera rischi legali. Il FM deve essere formato come mediatore etico e legale, garantendo la conformità al GDPR (trasparenza e consenso esplicito dei driver) e bilanciando la sicurezza stradale (obiettivo “Zero Incidenti” UE) con il diritto alla privacy.
Certificazione Methodos per il Fleet Manager 5.0
Per rispondere a queste nuove, profonde esigenze, Methodos Consulting ha sviluppato un percorso di certificazione dedicato ai Fleet Manager, pensato per chi vuole accrescere le proprie competenze e ottenere un riconoscimento professionale strutturato e allineato ai trend 2025-2030.
Il programma è la risposta al bisogno di un “Fleet Manager 5.0”, una figura ibrida che eccelle in quattro domini interconnessi: Financial Analyst, Data Scientist, Compliance Officer e Strategic Leader. Articolato in sei moduli formativi, tocca tutte le aree chiave del mestiere e le integra con le nuove competenze richieste:
- Relazioni e comunicazione B2B: Come costruire partnership solide e durature con clienti e fornitori.
- Negoziazione e gestione dei fornitori: Strumenti pratici per migliorare la marginalità e gestire conflitti in modo costruttivo.
- Leadership e gestione del team: Il Fleet Manager come guida e facilitatore di performance, capace di promuovere l’adozione delle politiche (essenziale per l’efficacia di ADAS e AI).
- Processi organizzativi e vendita: Allineare la flotta agli obiettivi commerciali dell’impresa.
- Analisi economica e KPI: Padroneggiare il TCO EV e la Data Analytics. Prendere decisioni basate su dati e sull’analisi complessa del Lifecycle Cost.
- Innovazione e sostenibilità: Transizione Green, Cyber-Resilience e Infrastruttura di Ricarica. Anticipare le tendenze della mobilità e gestire i nuovi rischi legati ai veicoli software-defined.
“Abbiamo costruito un percorso che unisce teoria e pratica, con docenze esperienziali e casi reali. L’obiettivo è certificare non solo la conoscenza, ma la capacità di applicarla in contesti aziendali complessi e in rapida evoluzione. La padronanza di norme come la UNI 11977:2025 è ormai uno standard,” racconta Mario Marzolo.
Un investimento che genera valore
Secondo i dati raccolti da Methodos, i Fleet Manager formati sul piano manageriale riescono a incidere in modo più efficace su costi, processi e relazioni interne, migliorando la collaborazione con HR, acquisti e direzione generale. In un mercato in cui solo il 30% delle aziende si sente preparato, la formazione continua è l’unica arma per colmare il divario di competenze.
La certificazione Methodos, con la sua roadmap strategica orientata al 2030, rappresenta un nuovo standard per distinguersi nel mondo delle flotte aziendali, mitigando il rischio operativo e legale (GDPR, D.Lgs. 81/2008) e trasformando il Fleet Manager in un motore di competitività.
“Formare il Fleet Manager significa formare il futuro della mobilità d’impresa,” conclude Marzolo. “E il futuro, ormai, è già qui, e richiede competenze ibride e flessibili, erogate anche tramite micro-learning per essere sempre aggiornati sul fronte della compliance.”
–> In tema di fleet manager e risultati ottenuti, i MissionFleet Awards 2025 hanno decretato da poco i premiati per vari settori operativi della professione,















