In Italia nasce una piattaforma che punta a riportare in Italia la costruzione di veicoli per la mobilità elettrica leggera. A farlo è Desner, che negli anni ha costruito il proprio percorso in questo mercato lavorando a stretto contatto con partner internazionali.
Oggi questo percorso entra in una nuova fase con la nascita di Fipa Spa, una nuova realtà industriale italiana che riporta in Italia competenze, processi e know-how maturati all’estero. L’obiettivo è di avviare una produzione nazionale destinata al mercato europeo.
Il progetto punta a sviluppare e produrre in Italia quadricicli elettrici e veicoli urbani leggeri. Tutto ciò secondo le normative europee e tenendo conto delle reali esigenze delle città.
Di questo ha parlato Angelo Sun, fondatore di Desner Auto e socio di Fipa Spa e cinese da 37 anni residente in Lombardia.
Perché nasce oggi Fipa Spa?

«L’idea di Fipa nasce da un percorso iniziato nel 2021. Lavorando a stretto contatto con il mercato asiatico, era chiaro che per rendere sostenibile la mobilità elettrica in Europa servissero veicoli più piccoli, accessibili e coerenti con le città europee. E con le norme che oggi stanno entrando in vigore. Insomma: Una mobilità elettrica leggera. Fipa è l’evoluzione naturale di quel percorso: una struttura industriale che punta a produrre direttamente in Italia per il mercato europeo. Sviluppando una soluzione intermedia tra le categorie L6 ed L7 e riportando senso nel concetto di segmento A urbano».
Perché riportare oggi la produzione in Italia è una scelta strategica?
«Non è una scelta ideologica, ma industriale. Dopo anni di globalizzazione stiamo vivendo una fase di deglobalizzazione: i costi logistici sono aumentati in modo strutturale e non sono più rientrati ai livelli pre-Covid.
Avere una base produttiva europea riduce drasticamente i costi di trasporto. E soprattutto consente di costruire un rapporto più diretto e trasparente con il cliente finale, dalla vendita al post-vendita, dai ricambi all’assistenza. È un cambio di paradigma necessario.»
Su quali veicoli si concentrerà Fipa?
«Il focus principale sarà sulle categorie L6 ed L7, già oggi centrali nella gamma Desner, ma stiamo lavorando anche a un ritorno sensato del segmento A urbano.
Non crediamo che la risposta alla mobilità urbana sia aumentare dimensioni e pesi dei veicoli. La strada percorribile oggi è quella di mezzi leggeri, efficienti e compatibili con lo spazio urbano europeo».
I veicoli L7 hanno 4 ruote, una massa a vuoto inferiore a 400 kg, che salgono a 550 per il trasporto merci. La potenza del motore deve essere al massimo di 15 kW. La velocità massima può arrivare fino a 90 km/h rispetto ai quadricicli leggeri L6 la cui velocità massima è di 45 km/h.
Questi ultimi hanno potenza massima di 4 kW se elettrici e di 50 cc se a benzina.
Che ruolo stanno avendo le istituzioni in questo percorso verso la mobilità elettrica leggera?
«Le istituzioni stanno svolgendo un ruolo di coordinamento importante. Il Mimit sta accompagnando il progetto per creare le condizioni corrette di avvio, nell’ambito dei percorsi di reindustrializzazione oggi in discussione.
Anche a livello territoriale stiamo registrando attenzione e dialogo, consapevoli dell’impatto industriale e occupazionale che un progetto di questo tipo può avere».
—> Leggi dei quadricicli elettrici nei veicoli aziendali
Perché l’Italia e perché un territorio come Torino?
«L’Italia è una scelta naturale. Credo che oggi ci siano ancora le condizioni per fare impresa senza dover emigrare.
Torino resta storicamente la culla dell’automotive italiano, con competenze e cultura industriale che non si improvvisano. Abbiamo valutato diverse ipotesi, anche in territori con forti incentivi, ma la possibilità di inserirsi in un ecosistema automotive già esistente ha un valore strategico enorme.»
Nella mobilità elettrica leggera, Fipa guarda solo all’Italia o anche all’estero?
«Fipa nasce con una vocazione europea, con l’Italia come centro produttivo e l’Europa come mercato naturale. Il modello industriale è però pensato per poter dialogare in futuro anche con mercati emergenti, attraverso veicoli semplici, economici e prodotti in Italia».
Fra 3 anni come vorresti che Fipa fosse raccontata?
«Come un progetto pilota riuscito. Un esempio di come si possa tornare a produrre in Italia unendo competenze, visione industriale e collaborazione tra imprese e istituzioni. La crescita deve essere stabile, non forzata. I momenti migliori dell’industria italiana sono nati così, dall’unione delle forze. Credo che oggi ci sia l’occasione per farlo di nuovo».
Fipa è uno dei soggetti industriali che ha manifestato interesse per riqualificare lo stabilimento Lear di Grugliasco. Un piano industriale che prevede un percorso articolato.
Per questo l’azienda sta lavorando con le istituzioni e le organizzazioni sindacali per verificare la sostenibilità industriale dell’operazione, consapevole che ogni decisione deve poggiare su basi solide e realistiche.
L’obiettivo finale resta quello di riportare in Italia una produzione automotive leggera credibile e duratura, scegliendo le condizioni migliori per farlo nel rispetto delle persone coinvolte.














