E’ qualcosa che balza alle cronache generaliste oggi, perchè l’Italia è Grande nel Turismo e il TTG è una grande fiera del turismo in Italia, alle porte, ma il settore misurava da un po’ certe difficotà interne, gestionali e di comunicazione, che in un brutto periodo per gli equilibri internazionali, hanno meritato le prime pagine, i commenti politici, al posto di certi aspetti tecnici invece rilevanti per il settore.
Ora, questa notizia è che non ci sarà uno stand per Israele quest’anno e lo si apprende con forti commenti e disputa politica.
Senza entrare nel merito, ma per dovere di cronaca, riportiamo a seguire l’ultima parte delle vicenda, a livello temporale, ovvero le dichiarazioni, i commenti ufficiali, dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, che dice di aver ricevuto il 18 settembre 2025, da Italian Exhibition Group, la comunicazione dell’annullamento unilaterale della partecipazione come espositore al TTG Travel Experience, in programma a Rimini dall’8 al 10 ottobre.
Le dichiarazioni dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo
Nella nota ricevuta si parla di motivi “organizzativi”, mentre agli organi di stampa Italian Exhibition Group ha dichiarato che “sono venute meno le condizioni per una partecipazione alla manifestazione”.
Prendiamo atto con dolore di questa decisione, che riteniamo errata e destinata ad acuire la spaccatura nei rapporti tra i popoli.
L’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo ha sempre sostenuto il TTG, anche negli anni più difficili come durante la pandemia, investendo risorse e garantendo continuità. Non comprendiamo dunque una scelta unilaterale che valutiamo dannosa per il turismo stesso e per l’economia con esso collegata.
La promozione del Turismo verso Israele e verso la Terra Santa, mai come in questo momento, diventa un dovere per tenere accesa la speranza di ritornare in quei luoghi, dando un aiuto concreto a tutti gli operatori legati soprattutto al Turismo Religioso e al Pellegrinaggio: a tutti gli operatori, di qualsiasi confessione con cui sempre e da sempre l’Ufficio del Turismo ha lavorato, uniti dall’amore per questa Terra e per la sua capitale Gerusalemme.
In questi ultimi mesi molte sono state le voci per riprendere, attraverso il Turismo Religioso e culturale, un dialogo che sia di apertura e che possa contribuire a non cancellare la speranza. Perché, come oggi dichiarato dal Ministro del Turismo Daniela Santanché: il Turismo è ponte di pace!
La stessa Custodia di Terra Santa, insieme alla diocesi di Milano, sta promuovendo un’iniziativa di ritorno nella Terra Santa, iniziativa di cui alleghiamo la comunicazione ufficiale diffusa in data odierna dalla Curia di Milano.
La presenza alla Fiera del TTG dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo è stata confermata da mesi e da mesi l’Ente lavora per dare aiuto e supporto a quanti credono che si debba continuare a promuovere Israele perché quella è la Terra Santa.
Con dolore e con grande perplessità l’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo prende atto di quanto deciso in dato odierno da Italian Exhibition Group nella certezza e consapevolezza che in Israele vi sono le radici della cristianità e che sia un dovere continuare nell’attività di promozione e informazione che l’Ente svolge.
Sulla domanda è intervenuto anche l’Ambasciatore di Israele SE Jonathan Peled il cui intervento qui riportiamo:
“La decisione di estromettere l’Ente del Turismo israeliano dalla fiera TTG di Rimini rappresenta l’ennesima intromissione da parte dell’ideologia politica che sfrutta ogni occasione per utilizzare a fini di propaganda elettorale l’attacco contro Israele, non curante dei gravi effetti che tali decisioni hanno nelle relazioni culturali, religiose e di business tra l’Italia e il nostro Paese. Ogni anno Israele è visitata da centinaia di migliaia di italiani che per motivi di lavoro, di turismo o di religione apprezzano la nostra destinazione. Israele rappresenta anche un importante flusso di incoming turistico e di business per l’Italia. Condanniamo fortemente questa spinta all’isolamento e il costante atteggiamento di aggressione nei confronti di Israele, alimenta le manifestazioni di antisemitismo a cui stiamo assistendo in questi giorni, e rafforza la terribile strategia terroristica e di destabilizzazione di Hamas e delle altre organizzazioni ad essa collegate”.