Un nuovo sondaggio Gbta effettuato nella seconda metà giugno tra 950 professionisti del settore del business travel ha mostrato una notevole incertezza.
Buyer, fornitori, travel manager e tutta la filiera del settore continuano a cambiare le strategie da attuare per il resto del 2025.
«Sebbene la domanda complessiva rimanga resiliente, i risultati sottolineano come l’incertezza economica e le azioni del governo statunitense continuino a generare effetti a catena sul panorama globale dei viaggi». Così ha commentato Suzanne Neufang, amministratore delegato dell’associazione globale del business travel.
La situazione internazionale sta spingendo le aziende a rivalutare i piani di viaggio, a ridurre i budget e a esplorare mercati al di fuori degli Stati Uniti.
«Questo ultimo sondaggio mostra che il business travel e i programmi delle aziende si stanno adattando ai cambiamenti geopolitici».
Sondaggio Gbta, i principali dati
Questi, comunque, i principali risultati del sondaggio Gbta paragonati con i risultati di aprile.
- Il 48% dei fornitori prevede un calo medio del 17% del fatturato dei viaggi d’affari. Per gli stakeholder del settore dell’ospitalità prevedono cali anche del 58%.
- Il 34% di chi acquista servizi correlati col business travel (ad aprile erano il 29%) per il 2025 continua a prevedere un calo del volume dei viaggi d’affari, pari in media al 19%. I viaggi d’affari internazionali sono più probabilmente interessati, con il 49% degli intervistati che prevede una diminuzione. Le trasferte su territorio nazionale sono invece previste in calo del 23%.
- Le previsioni di spesa sono rimaste relativamente stabili rispetto a tre mesi fa: il 31% dei buyer (ad aprile erano il 27%) prevedono un calo medio del 17% (ad aprile era il 20%).
- Il 35% degli intervistati non statunitensi afferma che la propria organizzazione sta già viaggiando o prevede di viaggiare per lavoro per incontrare potenziali nuovi partner o fornitori al di fuori degli Usa.
- In crescita le preoccupazioni in materia di sicurezza, in aumento di 9 punti percentuali rispetto ad aprile. I tagli al bilancio e la minore disponibilità dei dipendenti non statunitensi hanno visto una crescita di 4 punti nello stesso periodo.
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Business travel, ottimismo in calo
Il sondaggio Gbta mostra anche che l‘ottimismo per il resto del 2025 rimane debole: solo il 28% degli intervistati lo vede positivo contro il 31% di aprile e addirittura il 67% di novembre 2024. Nella regione Asia-Pacifico il tasso di ottimismo è passato dal 40% di aprile al 27% di giugno.
L’ottimismo dei responsabili dei viaggi d’affari lato buyer è rimasto relativamente stabile: 29%, contro il 28% di aprile. Quelli di fornitori e Tmc è sceso di diversi punti: dal 36 al 27%.
Le principali preoccupazioni a lungo termine che gli intervistati hanno citato sono due. La prima è quella dell’aumento dei costi delle trasferte di lavoro, passata dal 54% di aprile al 55% di giugno. La seconda è il boom degli oneri amministrativi, passata dal 46 al 47%.
E infine, fra aprile e luglio si è registrato un aumento generalizzato del numero di acquirenti di viaggi a livello globale che hanno fatto quanto segue.
- Cancellato riunioni negli Usa: dal 13 al 18%.
- Cancellato eventi negli Usa: dal 10 al 17%.
- Trasferito riunioni fuori dagli Usa: dall’8 al 13%.
- Trasferito eventi fuori dagli Usa: dal 6 al 12%.
- Annullato l’invio di dipendenti a eventi negli Stati Uniti: dal 10 al 20.
- Spostato riunioni o eventi online: dal 19 al 24%.
Sondaggio Gbta, le aziende cercano clienti fuori dagli Usa
Ma le aziende cercano nuovi partner commerciali al di fuori degli Stati Uniti? Il 35% dei professionisti del settore non residenti nella Confederazione a stelle e strisce afferma che la propria azienda sta viaggiando o prevede di viaggiare per lavoro per incontrare potenziali nuovi partner commerciali o fornitori al di fuori di questo paese.
Le aziende di Europa e Asia-Pacifico sono le più interessate alla ricerca di nuovi partner commerciali al di fuori dei 50 Stati: rispettivamente dal 70% e dal 53% degli intervistati.
E infine: il 18% dei buyer afferma che i propri dipendenti hanno rifiutato viaggi di lavoro negli Stati Uniti a causa di preoccupazioni relative alle azioni del governo statunitense.
Oltre un terzo degli intervistati a livello globale (35%) afferma di conoscere qualcuno i cui viaggi sono subito l’influenza dei cambiamenti nelle politiche statunitensi. In aumento rispetto al 23% di aprile.
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