A4E: per Brexit “fasten your belt” e avanti. Ma gli scioperi…

Rue Luxembourg, 3, sesto piano, Bruxelles, a pochi passi dagli edifici della Comunità Europea. Questo è l’indirizzo dove si trova l’ufficio, appena inaugurato, dell’associazione delle compagnie europee A4E, Airlines For Europe, ormai la più rappresentativa del trasporto aereo continentale, con “oltre 500 milioni di passeggeri annui, ovvero il 60% del totale in Europa” come ha detto Carolyn McCall Ceo di easyJet nel suo discorso introduttivo alla Biblioteca Solvay lo scorso martedì, per presentare A4E e le sue iniziative; in primis una call for action per contrastare i continui scioperi dei controllori di volo  (leggi: Incontro A4E – “in 15 mila tengono in ostaggio un settore” dice Walsh).

Uno spazio, quello di A4E, pensato per condividere le problematiche del settore con le istituzioni europee e, naturalmente, per fare lobbying. Lo ha detto anche il ceo di Ryanair Michael O’Leary nel suo speech di inaugurazione dell’ufficio nel suo solito modo sornione, introducendo il vice presidente della Commissione Europea che ha partecipato all’evento Maros Sefcovic. Evento dove erano presenti i ceo dei vettori dell’associazione ma anche tanti esponenti dell’esecutivo europeo, tra cui anche la deputy leader dei parlamentari britannici in Europa Jacqueline Foster, una vita in British Airways e portavoce per i trasporti e per il turismo, con la  quale abbiamo parlato naturalmente di Brexit, referendum per il quale Miss Foster parteggiava per il remain, ma che a noi di Mission ci dice di attendere il nuovo premier britannico al posto di Cameron, per tracciare le linee guida della collaborazione futura tra una Gran Bretagna fuori dall’Ue e l’Europa Unita.

In effetti, malgrado i crolli in Borsa delle azioni di tante compagnie aeree, “al momento per noi non cambia nulla , molto dipenderà dagli accordi che la Gran Bretagna chiuderà con l’Ue, una volta uscita. Ma il nostro settore è abituato ai cambiamenti e alle sfide quando queste ci si presentano davanti, ed è esattamente quello che faremo” sottolinea McCall di easyjet che all’indomani della Brexit ha perso il 35% del suo valore borsistico. Commento ribadito da Willie Walsh, ceo di Iag, “la gente continua a volare, noi continuiamo a operare e Michael (O’Leary, ndr) continua a fare cose stupide. Il voto sulla Brexit non ha fermato la gente dal volare. Gli scioperi sì. Insomma noi invitiamo sempre a fasten your belt per volare e lo facciamo anche ora” ribadisce il numero uno di Iag, che anch’esso ha perso il 38% di capitalizzazione dopo la Brexit. A proposito di cose “stupide” O’Leary interviene precisando il successo dell’offerta post Brexit  “un  Bye Bye Europe che possiamo applicare anche ai tifosi di calcio dopo i risultati dell’Europeo (con l’Inghilterra eliminata 2 a 1 dalla cenerentola Islanda, ndr)”

Proprio Ryanair ed easyjet, ma guarda un po’ due low cost  a fare gli onori di casa nei due eventi di Bruxelles, hanno immesso tanta capacità sul mercato Europeo, soprattutto dalla Gran Bretagna, “ma i fondamentali non cambiano. Per il medio termine dobbiamo trovare un accordo. Così come per il Single european Sky. Dobbiamo solo superare queste turbolenze nel breve termine” sottolinea McCall.

Un atteggiamento condiviso anche dal ceo di Norwegian Bjørn Kjos, “al momento tutto funziona normalmente per noi e grande successo stanno avendo i nostri voli transatlantici. Se non ci saranno limitazioni noi continueremo a crescere”. Carsten Spohr, ceo di Lufthansa, addita i suoi due corrispettivi di Ryanair e easyjet sulla overcapacity immessa, ma anche lui dice che la Brexit “non è il nostro primo pensiero anche se ammetto che per noi probabilmente sarà un fatto positivo perché tanti verranno in Germania e, parlando di finanza, probabilmente a Francoforte dove abbiamo il nostro hub. Insomma continuiamo a respirare normalmente, senza affanno…”. Anche per Pekka Vauramo, ceo di Finnair, alleata di British, il problema più la Brexit per loro sono “gli scioperi, perché noi dipendiamo tantissimo dal Connecting Traffic e se c’e uno sciopero anche nel sud di Europa noi soffriamo”.

Insomma cauti sulla Brexit, anche perché si attendono mosse che nessuno può prevedere, ma duri sugli scioperi dei controllori di volo dei vari stati europei. Con O’Leary che, malgrado abbia fatto campagna per il remain durante il referendum, si lascia scappare, l’ennesima, battuta: “l’Europa ha fatto molto per le tariffe aeree a basso prezzo grazie alla deregulatuion e ora per il roaming telefonico. Ora speriamo che faccia qualcosa di buono anche trovando una soluzione per il cielo unico europeo e per limitare gli scioperi dei controllori, senza lasciare le soluzioni a ogni singolo paese. Come ha fatto troppe volte in passato in altre settori…”. Infine anche il Ceo di Air France-KLM Alexander De Juniac, sentendosi in colpa in quanto francese (i francesi sono quelli che in Europa scioperano di più ed, essendo in mezzo al continente, colpiscono anche voli di paesi terzi; “il 65% dei nostri voli passano sulla Francia, e per i passeggeri è molto difficile capire perché vengano colpiti dagli scioperi dei francesi anche  se non vanno in Francia” sottolinea McCall), è ottimista su una conclusione positiva della questione che seguirà a breve dal suo nuovo scranno alla Iata.

Perché ora è il “momento dell’azione” come sottolineato più volte dai ceo presenti all’evento e da Thomas Reynaert, il Direttore generale di A4E.

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