Iata: fine di un monopolio?

Con una decisione destinata a modificare il mercato della distribuzione turistica, il primo maggio la Commissione europea ha ritirato l’immunità antitrust alla Iata, International air transport association, contestandone il regime di monopolio. In verità l’immunità era già scaduta nel 1998, quando l’associazione era stata chiamata ad apportare sostanziali modifiche al suo Passenger Sales Agency Programme, ovvero il programma che regola i rapporti con le agenzie di viaggio. Ma l’associazione aveva sempre rinviato il confronto con le agenzie.

La fine della lunga “monarchia” dell’associazione è stata accolta con sollievo dalle agenzie di viaggio, che intravedono la possibilità di liberarsi dai pesanti vincoli sull’emissione di biglietteria aerea imposti dall’associazione. E che hanno cominciato a ipotizzare sistemi di distribuzione alternativi, in grado – se realizzati – di mettere la Iata in seria difficoltà.

Un po’ di storia

Ma quali esattamente le funzioni e il ruolo della Iata? Fondata nel 1945 a l’Avana (Cuba) come evoluzione della International air traffic association (organizzazione nata nel 1919 con l’avvio dei primi servizi di linea internazionali per gestire il traffico aereo europeo), la Iata fu il primo strumento di cooperazione tra le compagnie aeree mondiali volto a favorire lo sviluppo del trasporto aereo e garantire la sicurezza ai passeggeri. Durante i primi anni di vita i compiti dell’associazione furono prevalentemente di natura tecnica: ad esempio, la Iata affiancò l’Icao(International civil aviation organisation, agenzia specializzata delle Nazioni Unite, con sede a Montreal, che stabilisce gli standard che devono essere applicati dalla comunità internazionale per tutto quanto riguarda l’aviazione civile) nella definizione dei primi “Standards and recommended practices” da adottare durante le operazioni di volo.

Al suo esordio, la Iata contava 57 membri in 31 nazioni, situate prevalentemente in Europa e Nord America. Oggi riunisce oltre 270 vettori in 100 paesi, pari a circa il 98% del traffico aereo di linea, nonché numerose società di handling, assicurative e di catering operanti nel settore.

La camera di compensazione

Fulcro dell’attività svolta dall’associazione per i vettori è il Bsp, acronimo di Billing and settlement plan. All’interno di questo complesso organismo internazionale opera la cosiddettaClearing house (CH), un sistema non dissimile dalla stanza di compensazione adottata dagli istituti bancari. In sostanza, la CH raccoglie dalle compagnie aeree il riepilogo delle operazioni mensili (consolidated list) e si occupa di ripartire, a sua volta, il prezzo dei biglietti tra i diversi vettori sulla base di un complesso calcolo che tiene conto dei prorata. Proprio grazie a questa attività, dunque, i carrier possono stringere accordi di interline e accettare i biglietti emessi da altre compagnie per viaggi misti. E circa 50 milioni di passeggeri all’anno pagano in un’unica soluzione e con una sola valuta viaggi aerei che coinvolgono fino a cinque vettori differenti.

Ma non è tutto. La Clearing house può essere utilizzata anche per svolgere transazioni differenti dalla pura biglietteria: ad esempio, può essere chiamata in causa per regolare i pagamenti tra le compagnie aeree e le case produttrici di aeromobili.

Bsp e adv

Oltre a fornire alle compagnie aeree un supporto sul fronte della biglietteria, il Bsp regola anche i rapporti tra la Iata e le agenzie di viaggio accreditate. Il sistema, infatti, fornisce alle agenzie gli strumenti per la vendita di biglietteria aerea, contabilizza le vendite, gestisce i pagamenti e il conseguente accredito ai vettori. In Italia, aderiscono al Bsp 110 vettori e circa 5000 agenzie di viaggio; attraverso il Bsp transitano circa 18 milioni di biglietti aerei nazionali e internazionali, per un valore lordo di circa 4000 milioni di euro.

Quanto costa la Iata alle agenzie?

Le modalità di gestione del Bsp hanno suscitato, nel corso degli anni, le vivaci proteste delle agenzie di viaggio. Tra gli elementi contestati, il regolamento in base al quale le agenzie sono tenute al versamento del Bsp alla Iata il giorno 15 di ogni mese. La Iata, dal canto suo, ha la facoltà di sospendere l’attività di biglietteria dell’agenzia accreditata in caso di mancato pagamento (l’estate scorsa ha fatto notizia la temporanea sospensione dei codici di prenotazione di Cit, a fronte del mancato pagamento del Bsp). Un onere piuttosto pesante per le agenzie, soprattutto se si considera che, in genere, le aziende clienti effettuano i pagamenti fino a 120 giorni dopo l’emissione del servizio.

Inoltre, l’accredito presso la Iata comporta per le agenzie una serie di costi fissi: primo fra tutti, il versamento di 1188 euro al momento dell’iscrizione e una tassa annuale di 200 franchi svizzeri. Costi a cui si aggiungono quelli necessari per uniformare l’agenzia ai rigidi standard richiesti dall’associazione: ad esempio, 650 euro per l’iscrizione delle stampanti satellitari (Stp), 195 euro per le macchinette validatrici, più ulteriori costi connessi all’installazione di una cassaforte del peso minimo di 182 chili adibita alla custodia dei documenti di viaggio, nonché di sistemi di allarme, grate e vetri antisfondamento.

La querelle in corso

A seguito della decisione dell’Autorità antitrust europea, agenzie di viaggi e associazioni di settore hanno cominciato a ipotizzare soluzioni alternative al tradizionale sistema di distribuzione. In prima linea Ectaa, organo che riunisce 26 associazioni nazionali di agenzie di viaggio in tutta Europa e che già da tempo si batte per modificare i regolamenti Iata.Già lo scorso anno, infatti, l’associazione aveva inoltrato una protesta alla Commissione Europea che aveva prodotto, nel giugno 2003, una lettera di richiamo alla Iata nella quale si poneva l’accento sulle barriere al mercato interno causate da alcuni regolamenti del Passenger Sales Agency Programme. La Commissione aveva raccomandato a Iata di rivedere alcuni punti critici del programma (i criteri di accredito nei diversi Stati membri, i vincoli sulle stampanti satellitari e le discriminazioni tariffarie tra paesi aderenti alla Ue) entro il 19 giugno 2004. Tali modifiche, però, non sono mai state apportate e, dopo la perdita dell’immunità da parte della Iata, Ectaa ha avviato uno studio di fattibilità per la creazione di un unico Bsp paneuropeo, con criteri di accredito comuni in tutti gli stati dell’Ue e tariffe uguali indipendentemente dal paese in cui ha luogo la vendita. Secondo l’associazione, il nuovo sistema avrebbe il pregio di semplificare notevolmente le procedure di emissione della biglietteria e di alleggerire le agenzie da una serie di costi aggiuntivi. Attualmente, però, le negoziazioni con Iata sono ancora aperte e non sembra prevedibile una rapida soluzione della vicenda. Durante un incontro tenutosi il 19 luglio fra rappresentanti della Iata, di Ectaa e della Commissione Europea, infatti, si è stabilito di prolungare il tavolo delle trattative fino al prossimo 18 ottobre. Nel frattempo, la Commissione ha garantito che continuerà a indagare sul programma Iata e, in particolare, sul Bsp e le norme che regolamentano l’emissione della biglietteria aerea.

Il ricorso di Fiavet

Sul mercato italiano, occorre segnalare il ricorso presentato autonomamente da Fiavet, federazione italiana delle agenzie di viaggio. Che ha richiesto l’apertura di un confronto con Iata sui regolamenti contenuti nel Passenger Sales Agency Programme al fine di trovare un’intesa comune.

Nuove soluzioni

E intanto si affacciano sul mercato nuove soluzioni in grado di sostituire il tradizionale sistema di incasso della Iata. È il caso di Worldfly (in Internet: www.worldfly.it), sistema messo a punto dalla società informatica Eurociis in collaborazione con consulenti provenienti dall’industria aerea. Tra questi, Carlo Pirrò, già regional manager Iata per Italia, Malta, Croazia e Slovenia.

Ma quali le caratteristiche di Worldfly? Il sistema sarà governato da un comitato di utenti composto da compagnie aeree e dalle oltre 11mila agenzie di viaggio presenti in Italia. E non solo gestirà il rapporto vettori-agenzie, ma sarà aperto anche agli utenti finali che potranno scegliere liberamente voli e tariffe. Successivamente l’acquisto verrà convogliato presso l’agente titolare dell’offerta. Tramite appositi link, l’agente di viaggio potrà poi accedere al portale del vettore per esaminare le sue offerte. Worldfly disporrà di un customer service con costi operativi contenuti e si avvarrà di innovative tecnologie, volte a garantire un servizio totalmente automatizzato, mediante un ampio utilizzo del biglietto elettronico. Particolare attenzione verrà posta alla sicurezza dei dati, mentre il servizio di pagamento, accredito e ripartizione ai vettori sarà garantito da una delle banche italiane che maggiormente ricorrono all’home banking.Tutte le vendite saranno interamente coperte da fideiussione, in caso di insolvenza da parte dell’agenzia. Tra gli intenti di Worldfly, estendere l’utilizzo del sistema anche ad altre realtà del settore turistico, quali società di autonoleggio, tour operator, catene alberghiere, ferrovie, crs e sistemi aeroportuali. Infine, Worldfly fornirà report e statistiche dettagliate sui volumi di vendite.

La posizione dei vettori

Insomma, scenari rivoluzionari si stanno aprendo per il settore. E non è escluso che i nuovi sistemi alternativi al Bsp tradizionale non finiscano per convincere anche i vettori: negli ultimi anni, infatti, – complice la profonda trasformazione del trasporto aereo (diminuzione dei revenue, aumento dei costi operativi, forte competizione delle compagnie low cost ecc.) – le compagnie aeree hanno cominciato a guardare alla Iata come a una voce di costo. E, può darsi che, in futuro, i carrier non decidano di ricorrere a sistemi distributivi alternativi meno onerosi.

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