Automotive talks

Automotive Talks, le associazioni parlano ai concessionari auto

In un evento sul settore automotive organizzato per i dealer, sono intervenuti Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione, e Giuseppe Benincasa, direttore generale Aniasa

Nella giornata di ieri è andato in “onda” Automotive Talks, momento di confronto tra concessionari e rivenditori auto, manager di costruttori del settore auto.

L’evento, organizzato da BTheOne Automotive, ha visto l’intervento anche di rappresentanti di associazioni.

Tra questi ultimi anche il presidente di Federmotorizzazione, Simonpaolo Buongiardino, che rappresenta e tutela gli interessi degli imprenditori appartenenti al settore della mobilità.

«Come vedo il settore automotive? Schiacciato anche a causa del green deal» ha esordito laconico.

«Se il “Dieselgate” che interessò VW e la Germania è stata la miccia, è stato nel 2019 che la UE ha deciso di dare un taglio al CO2 nel settore auto. Con questa battaglia, la UE puntò il dito contro l’intera motorizzazione diesel. Ma non ce n’era alcun bisogno, anche perché le vetture in circolazione emettono l’1% dell’anidride carbonica del mondo. Elettrificando le auto, si risparmia appena lo 0,3%. E questa situazione ha reso moribondo il sistema automobilistico europeo».

Federmotorizzazione, la mobilità elettrica e l’ossessione UE

Buongiardino ha poi continuato toccando un tema molto attuale: la diffusione della mobilità elettrica.

«Non è da disprezzare. Ma non deve essere un’ossessione. La Unione europea non può decidere quale motorizzazione adottare ma, se mai, come fare per tagliare le emissioni. Abbiamo visto poi che le auto elettriche non si vendono: la conseguenza è che il parco auto europeo (e italiano in particolare) è invecchiato».

Le case auto oggi soffrono la concorrenza dei produttori cinesi, all’avanguardia sull’elettrico. Costi energetici inferiori del 60% e forti sussidi statali consentono loro di proporre veicoli ibridi ed elettrici a prezzi molto più bassi.

Continua poi con una “stilettata” a chi guida l’Europa. «Purtroppo, la Commissione europea viaggia per conto proprio e Ursula von der Leyen non vuole cambiare indirizzo. Se volesse rinunciare al 2035 (anno in cui non si potranno più immatricolare auto termiche, ndr), la sua maggioranza perderebbe l’appoggio dei Verdi. Soluzioni? Il vero cambiamento può arrivare dal Consiglio europeo, formato dai primi ministri della UE. Si vedono i primi segnali: il governo tedesco è del nostro avviso: contro il mercato non può andare nessuno. Bisogna tornare alla realtà del mercato».

Federmotorizzazione indica anche la necessità di un cambio di rotta. In questa direzione si muove l’Ara, Alleanza delle Regioni Automotive, presieduta dall’ assessore di regione Lombardia Guido Guidesi A questa si stanno affiancando realtà come le associazioni delle case produttrici europee.

«E di recente anche la Germania, a livello governativo, ha preso una posizione netta contro la scadenza del 2035, invocando la neutralità tecnologica come strumento per ridurre ed eliminare l’impronta carbonica. Un principio che Federmotorizzazione sostiene dal 2019, quando molte case avevano sottovalutato la portata delle conseguenze.

Automotive Talks, le soluzioni Aniasa per il mercato auto

Da questa situazione spinosa sta traendo vantaggio il settore del noleggio, soprattutto a lungo termine. A parlarne ad Automotive Talks è stato il direttore generale Aniasa, Giuseppe Benincasa.

«Da una parte, il noleggio beneficia di fatto di questa situazione. Basti pensare che, tra gennaio e settembre, il settore ha raggiunto la quota del 32% dell’immatricolato. Per l’Italia è una percentuale che un tempo sarebbe stata inimmaginabile. Il comparto ha avuto una cresciuta del 10% in un anno».

Il direttore generale dell’Associazione nazionale dell’industria dell’autonoleggio, della sharing mobility e dell’automotive digital ha poi criticato le ultime misure del Governo, proponendo alcune alternative.

«È inutile mettere incentivi alle vendite quando poi il mercato che tira (quello aziendale) ha mille lacciuoli. Converrebbe fare una riflessione complessiva sui costi sostenuti per promuovere questa svolta verde, in termini di contributi, di lavoratori in cassa integrazione, di costi per le riparazioni, per avere a settembre lo 0,9% di penetrazione dell’elettrico sul circolante. Anche in considerazione degli elevati prezzi di listino del nuovo, i privati sono molto oggi interessati alle auto di seconda mano, soprattutto per i modelli ibridi. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento dei costi per mantenere un veicolo: assicurazione, bollo, tasse varie, pagamento delle Ztl. In questa fase di transizione e di incertezza, notiamo che gli utenti sono spaventati e non comprano perché aspettano di vedere dove va il mercato».

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