Boston Consulting Group

Boston Consulting Group, come cambia la car list e il suo asso nella manica

“E’ un momento difficile per il nostro ruolo di fleet manager: mi confronto con i colleghi e non abbiamo chiarezza in questa fase di trasformazione dell’industria automotive”, esordisce così Annapaola Grea, responsabile della flotta in Boston Consulting Group Italia, multinazionale statunitense di consulenza strategica, tra le “Big Three” nel mondo.

La difficoltà attuale sta nel coniugare gli obiettivi di welfare aziendale di una società che fa della competizione e dell’analisi due must imprescindibili con un’offerta di mercato che sta cercando il fine tuning.

Boston Consulting Group possiede una flotta di 215 auto a noleggio con contratti di 4 anni  e deve pensare al 2023 per i prossimi rinnovi (quest’anno cambierà 50 mezzi e 30 sono già in ordine).

Tratta una car list di una quarantina di modelli, esclusivamente premium, declinati in tre fasce. “L’auto aziendale è un benefit importante dai nostri consulenti, è un incentivo rilevante”, commenta Grea. Parliamo quindi di Audi, Bmw, Mercedes, Volvo, Jaguar Land Rover.

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fleet manager Boston Consulting Group
Anna Paola Grea – The Boston Consulting Group con Valerio Pucci – Toyota e Lexus Motor Italia a MFA 2018

Boston Consulting Group, intervista ad Annapaola Grea, fleet manager

“L’orizzonte temporale del 2023/25 è vicino – commenta Grea -, considerato che dobbiamo spalmare i valori residui nel lungo periodo”. Tre i noleggiatori che la società di consulenza utilizza. “Uno per competitività, il secondo per confrontare le offerte, ma quest’anno ha alzato i prezzi, il terzo con il quale lavoreremo di più nel corso del 2019”.

La volontà della società è di proporre ai dipendenti auto sempre di più ibride, per arrivare all’elettrico quando l’infrastruttura di ricarica e le case automobilistiche garantiranno una maggiore stabilità.

Perché la svolta green non si compie definitivamente, con l’adozione di una flotta full hybrid, ad esempio? “Perché è una scelta difficile, che non può basarsi su dati certi. Le faccio un esempio: l’opzione dell’elettrico si è appena aperta e dopo sei mesi su strada una batteria è vecchia, come potrò rivendere l’auto? Il valore residuo va ribaltato sul canone del noleggio a lungo termine e il dipendente non apprezzerà questa opzione. Senza contare che nel dibattito sull’elettrico nessuno parla ancora di smaltimento, ma questo è un altro tema”.

Ecco che in BCG si è scelto di adottare una soluzione che divide a metà gli oneri. Spiega Grea: “Laddove il NLT aumenta i prezzi e il professionista che ha diritto all’auto aziendale si vede il benefit sopravvalutato, per non far uscire il canone dai ranghi, una parte la riversiamo sul driver, il quale contribuisce a pagare gli accessori che più desidera, e un’altra parte sull’azienda”.

Tesla per i partner di BCG

La manager spiega che sui marchi premium di prima e seconda fascia l’opzione ibrido è ancora difficile da compiere, mentre sulla terza fascia – che riguarda i partner dell’azienda e non i dipendenti – Boston Consulting Group ha ordinato Model S ed è aperta a Model X e Model 3 di Tesla.

Tra l’altro, buone notizie: il costruttore americano ha consegnato a livello globale 95.200 vetture, più del doppio dello stesso periodo dell’anno precedente, nel secondo trimestre dell’anno (aprile-giugno 2019). Nel dettaglio sono state immatricolate 77.550 Model 3, 17.650 tra Model S e X. Tesla vorrebbe chiudere il 2019 vendendo tra le 350 e le 400mila auto.

Nell’ibrido abbiamo optato per Land Rover e probabilmente dal 2020 con Bmw avremo una scelta più soddisfacente – continua -, considerato che il Suv continua ad essere il modello preferito dai nostri manager. Per i più giovani, invece, berline e coupé”.

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Management in house, il risparmio di 400mila euro

BCG si distingue nella gestione della flotta aziendale per avere creato un servizio in-house di management all inclusive di ogni aspetto, dalla richiesta di assistenza alle multe e gli inevitabili ricorsi. “Svolgiamo tutto internamente, è sufficiente che il dipendente ci invii una mail di richiesta”.

Con questo tipo di gestione la società ha potuto risparmiare 10mila euro per ogni driver, calcolato sullo stipendio medio di un dirigente e considerando un 30% di risparmio generato dal pagamento immediato delle contravvenzioni. Il tutto si trasforma in cost savings pari a 400mila euro in un anno (il 2018 sul 2017) in termini di banca-ore-lavoro, esclusi i due stipendi delle persone coinvolte nell’attività.

La gestione della flotta aziendale in BCG prevede convenzioni con Sixt ed Europcar per gestire auto sostitutive e pre-assegnazioni. Inoltre, la partnership con DriveNow, per il driver che gradisce una scelta in più sul car sharing per uso privato.

“Stiamo pensando a diversificare i progetti di welfare aziendale, un tema sempre più articolato per le imprese, non solo di consulenza strategica: dobbiamo ottimizzare i tempi di lavoro dei dipendenti, sgravandoli dalle incombenze, e salvaguardare la sostenibilità economica complessiva, tra la creazione di car list green e total cost of ownership, che rimangono i punti cardine”, conclude la professionista.

Senza dimenticare la mossa strategica della gestione delle multe in-house, che in fin dei conti genera un vantaggio concreto, in quanto misurabile e immediato.

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