Se ne parla, visto il peso del personaggio, delle aziende, del fatto che dista molto dalle note politiche di welfare che tanto amiamo in Europa: negli ultimi mesi c’è stata una significativa ondata di dimissioni tra i dirigenti senior nelle aziende di Elon Musk.
In particolare via da Tesla e dalla start-up di intelligenza artificiale xAI. Tra i dimissionari si contano responsabili vendite di Tesla negli Stati Uniti, membri del team Optimus dedicato alla robotica e all’AI, il direttore informatico, vari componenti delle relazioni pubbliche, oltre al direttore finanziario e al consulente legale di xAI.
Le principali cause delle dimissioni sono state:
- Ritmi di lavoro insostenibili e cultura lavorativa molto intensiva, descritta come “24/7 in stile campagna elettorale”.
- Malcontento per le posizioni politiche di Musk, incluso il suo sostegno a Donald Trump e figure di estrema destra.
- Cambiamenti strategici come la riduzione degli investimenti su veicoli elettrici e batterie a favore di robotica e AI.
- L’impatto dei licenziamenti di massa avvenuti ad aprile 2024, che hanno tagliato circa 14.000 posti di lavoro.
Nonostante la fuga di talenti, la presidente di Tesla, Robyn Denholm, ha difeso l’azienda definendola ancora una calamita per i talenti. Nel frattempo, Musk punta a nuovi progetti come “Grokipedia”, un’enciclopedia online basata su intelligenza artificiale per competere con Wikipedia.