GreenFleet 2009: auto verde come strategia della flotta

Dopo il successo della prima edizione, torna l’appuntamento con GreenFleet, evento dedicato alla mobilità  aziendale ecocompatibile in programma a Milano presso ilCentro Congressi della Fondazione Cariplol’8 ottobre. Rispetto all’edizione 2008 abbiamo ulteriormente arricchito il programma dei contenuti, anche per meglio rispondere alle domande che stanno sorgendo tra fleet manager, direttori acquisti e  responsabili del personale, visti i continui  mutamenti degli scenari di mercato a cui abbiamo  assistito negli ultimi mesi. Esplicito il titolo: “Il saving è verde”. In epoca di crisi economica, la scelta di puntare su una flotta  a minore impatto ambientale deve necessariamente mettere al primo posto il raggiungimento di obiettivi di vantaggio in termini di riduzione dei costi, sia di acquisizione, sia di gestione, sia  in materia fiscale. L’abbinamento tra ecologia e risparmio sono due tematiche non sempre coniugabili: durante  l’evento cercheremo di evidenziare  le possibilità che si offriranno nei prossimi anni.
L’analisi dei numeri in Italia e in Europa aprirà i lavori della mattinata. L’intervento iniziale è affidato a Salvatore Saladino, direttore commerciale di Dataforce, società specializzata in fleet intelligence,  che illustrerà l’attuale situazione delle scelte ecologiche verso le quali si orientano le aziende italiane  ed europee. Ma poiché, oltre alla tipologie delle scelte, in un momento di crisi economica, i costi di acquisizione e gestione  vanno monitorati e tenuti sotto controllo con costanza, l’intervento seguente,  di Giovanni Pioli, general manager di Jato (la più importante società mondiale di analisi di mercato automotive), spiegherà una nuova metodologia di calcolo del Tco (total cost of ownership), che costituirà una guida concreta
alla scelta dei modelli a minore impatto ambientale.
Delineata la situazione attuale e dopo avere fornito degli strumenti concreti nell’analisi dei costi, il convegno proseguirà con l’intervento di un docente del Politecnico di Milano, il professor Sergio Matteo Savaresi, ordinario del dipartimento di Elettronica e Informazione che parlerà di quali cambiamenti di  mentalità sono necessari all’interno delle aziende e quali metodologie di utilizzo occorre prevedere in uno scenario di flotte costituite prevalentemente da veicoli ibridi o totalmente elettrici, un tema molto sentito  in questo periodo perché siamo alla vigilia  dell’entrata sul mercato di una nuova generazione  di vetture con questo tipo di alimentazione.
La scelta dell’alimentazione da parte delle flotte aziendali oggi è concentrata sul gasolio, con qualche digressione (minima) verso i carburanti gassosi. L’arrivo in massa di vetture con propulsione elettrica  implica una revisione totale delle car policy delle aziende.
Per questo motivo può essere utile un confronto con le strategie che alcune aziende  antesignane hanno già implementato. Questo è l’argomento su cui sarà incentrato l’intervento del nostro collaboratore Mauro Serena, che analizzerà gli aspetti strategici che le aziende devono prevedere: come si realizza  una green policy veramente efficace. L’intervento di Serena sarà completato da alcuni case history concreti.
Prima del business lunch, previsto attorno alle ore 13, un breve intervento di un personaggio  molto noto agli appassionati di automobilismo sportivo e anchorman televisivo:  Andrea De Adamich, che spiegherà quali significativi saving possono ottenere le aziende con una guida virtuosa, sicura e responsabile.
La seconda parte del convegno si aprirà con un dibattito a cui parteciperanno i fornitori  di servizi per le flotte, dai noleggiatori ai costruttori, dai produttori di pneumatici ai distributori  di carburanti, fino ai vertici delle associazioni di categoria. Interverranno alla tavola rotonda, il Direttore generale di Assilea (l’associazione che raccoglie le società di leasing) Fabrizio Marafini e il direttore di  Aniasa (l’associazione dei noleggiatori) Pietro Teofilatto, Aniello Colicino (direttore vendite  flotte di Renault), Dante Natali (presidente di Federmetano), Claudio Scandolo  (Car fleet manager di Michelin), Janusz Gawronski (presidente di TKT, società di administrative  fleet management)Giovanni Orlandini della società di noleggio a lungo termine Car Server. L’intervento dei fornitori  permetterà al pubblico in sala di misurarsi con il tema dell’auto verde secondo l’ottica  della controparte. Al termine del dibattito, è previsto un momento di interazione con il  pubblico.
Tre interventi concludono il programma del la giornata: il primo, del professore dell’Università  Cattolica di Milano Alessandro Finicelli parlerà di web e social network e flotte  verdi; il secondo, a cura del docente della Scuola superiore di economia e finanze di  Roma Giampaolo Giuliani illustrerà le ultime
ovità fiscali, anche alla luce del provvedimento “Tremonti Ter” e le prospettive per il  2010, che alcune voci di corridoio annunciano come più favorevoli per il comparto dell’auto aziendale. L’ultimo intervento è del direttore di MissionFleet e avrà per tema i valori residui dell’usato, un settore che in questo  periodo è sottoposto a forte tensioni. Partendo dalle analisi della Sanguinetti Editore, società specializzata nell’effettuare indagini sul mercato dell’usato e che pubblica le quotazioni Eurotax, si tenterà di delineare quali scenari dobbiamo attenderci nei prossimi anni dal mercato dell’usato e quali conseguenze l’accentuata svalutazione dei valori residui porterà nei canoni di noleggio e, più in generale, sulle scelte di tipologia di  acquisizione da parte delle aziende.
Ma qual è la situazione del mercato dell’auto aziendale? Come si sta muovendo il comparto  del noleggio a lungo termine? Quali strategie hanno sviluppato i clienti e quali  sono le novità tecnologiche che si profilano
all’orizzonte? Ecco qual è il contesto del 2009, un vero e proprio punto di partenza  per gli interventi che si susseguiranno a GreenFleet.

Un anno da dimenticare. Ma il prossimo?
Il 2009 è l’anno orribile del comparto Automotive. I costruttori versano in pessime acque,  alcuni sono falliti, altri hanno cambiato proprietà, molti ottengono risultati ai minimi storici. Le vendite ristagnano e la sovracapacità di automobili giacciono invendute nei piazzali antistanti alle fabbriche. I produttori  di componenti (ricordiamo che i costruttori  di automobili, più che produttori, sono in realtà  degli assemblatori di parti prodotte all’esterno,  per almeno il 70% delle componenti) versano in una crisi gravissima: alcuni  hanno chiuso i battenti, molti altri seguiranno la stessa strada nei prossimi mesi. Le reti  di distribuzione si trovano nella medesima  situazione: fallimenti, riduzione del personale e dei punti vendita, bilanci in profondo  rosso.
Il comparto dell’auto aziendale fa segnare un arretramento di vendite ancora più vistoso rispetto al mercato in generale, in cui i privati hanno dato, almeno in Italia, una boccata di ossigeno alle immatricolazioni  grazie agli incentivi statali (erogati in caso di rottamazione di auto vecchie, usate e molto  inquinanti, ma anche per l’acquisto di vetture con motorizzazioni dotate di sistemi di alimentazione alternativa, ibride, elettriche e  a gas). Ma i bonus statali riguardano i clienti azienda soltanto in minima parte: solo coloro che acquistano direttamente i propri veicoli di flotta beneficiano degli incentivi, che  però non riguardano coloro che preferiscono la formula di acquisizione del noleggio a  lungo termine (e tra le grandi imprese, questa  è l’opzione esercitata dalla stragrande maggioranza). Come più volte sottolineato  dalle pagine di questa rivista, tale decisione governativa ha fortemente penalizzato il settore  (immeritatamente e senza un motivo  plausibile), che per la prima volta da quando esiste il noleggio a lungo termine, ha fatto  segnare un vistoso arretramento.
Oggi l’auto aziendale più il noleggio costituiscono a stento il 20% delle immatricolazioni,  contro un quasi 30% del 2008: una crisi gravissima che non prevede spiragli nemmeno  per il 2010, a meno che, come richiesto a gran voce dagli operatori del settore, i benefici  della cosiddetta “Tremonti-Ter” (provvedimenti a favore delle imprese nell’acquisto  di beni e servizi) non vengano estesi anche  agli acquisti di automobili e mezzi di mobilità aziendale. Volendo ridurre all’essenziale il problema, è  l’intero modello di business del mercato dell’auto che non sta più in piedi. Difficile  prevedere che, nel momento in cui la crisi congiunturale mondiale, finanziaria ed economica,  avrà termine, il mercato tornerà il  medesimo del passato. D’altro canto i costruttori, pur tra sforzi meritevoli, non riescono  a identificare un nuovo modello di business, che coinvolga tutti i rami della filiera,  dalla produzione alla distribuzione. Un modello  che sia più sostenibile, anche dal punto di vista dell’impatto ambientale.

Non solo noleggio nel 2009, riparte il leasing
Come abbiamo accennato sopra, il noleggio a lungo termine è sottoposto a fortissime  pressioni. La stretta creditizia che sta pressando le aziende clienti, in particolare le Pmi, sta riducendo gli investimenti nel rinnovo  del parco aziendale. La scarsa solidità finanziaria  delle imprese ha determinato un  rallentamento della concessione di linee di  credito, che si è tradotta in una maggiore  mancanza di affidabilità dei clienti, che a
sua volta ha prodotto una più attenta selezione  della clientela, che viene giudicata solvibile  secondo parametri molto più ristretti.  Ciò ha determinato una forte diminuzione  dei nuovi contratti di noleggio, un risultato  che è stato reso ancora più negativo dalla  scelta di molti clienti di prolungare il periodo  di locazione delle vetture in scadenza di contratto.  Una scelta che permette di realizzare  dei saving immediati, ma che si ritorce contro nel momento in cui la sostituzione delle  vetture non può più essere rimandata, perché  i canoni di affitto nel frattempo stanno  aumentando parecchio (in ragione del 10-
15%)
. Tra l’altro il prolungamento da 36 a  48 mesi dei contratti di locazione non è una  scelta che va in direzione del rispetto ambientale,  della mobilità ecosostenibile e della  riduzione dei consumi di carburante (che è  una delle voci di spesa maggiori).
Nel 2009 si è registrato anche il fenomeno di una parziale (ma significativa) spinta del  mercato verso altre formule di acquisizione,  quali il leasing e il fleet management (ossia  la proprietà della flotta abbinata alla gestione  esternalizzata), per potere sfruttare i benefici  economici degli incentivi statali. Ne  parleremo durante la tavola rotonda del  convegno GreenFleet, a cui parteciperà un  autorevole esponente di Assilea, l’associazione  che raccoglie le società di leasing che  operano in Italia: il direttore generale Fabrizio
Marafini.

La policy verde. Come quando e perché
Implementare e governare una flotta a basso  impatto ambientale, un tema molto sentito  dai fleet manager che stanno per delineare  le strategie del prossimo quadriennio.  Di particolare importanza nell’ambito di GreenFleet  sarà l’intervento di Mauro Serena,  manager di una multinazionale e apprezzato  collaboratore di MissionFleet, che nella tarda  mattinata affronterà il tema della green  policy aziendale. Il suo speach comprenderà  anche alcuni case history di imprese che  hanno già implementato una policy verde.  Serena ne analizzerà i risultati e prospetterà quali vantaggi concreti possono ottenere le  aziende che si convertono a una strategia di  riduzione dell’impatto ambientale della flotta.  L’intervento, dai contenuti molto concreti,  spiegherà come le aziende possono fare  tesoro delle informazioni che si ricavano dal  mercato per tradurle in una policy maggiormente  orientata su modelli di minore impatto  ambientale. Anche la partecipazione di  Pietro De Luca di Teleparking alla tavola rotonda  del primo pomeriggio potrà fornire ai  partecipanti al convegno utili spunti di riflessione  sul tema green. Teleparking ha messo  a punto un sofisticato sistema di controllo  delle performance dei driver che è in grado  di misurare i loro comportamenti di guida.  Questa analisi estesa su tutta la flotta, e implementata  con provvedimenti atti a modificare  o a rendere più virtuoso lo stile di guida,  può portare significativi benefici in termini  di risparmio di carburante, che si traducono  in consistenti riduzioni dei costi di gestione  e permettono di ridurre le emissioni  inquinanti.

Arriva l’auto elettrica, ma intanto c’è il gas
Siamo alla vigilia di una nuova era della tecnologia  motoristica dell’Automotive. Stanno  per debuttare veicoli a impatto ambientale molto vicino allo zero. Sono i veicoli totalmente  elettrici, che inizieranno a essere venduti  sul mercato in grandi numeri a partire  dal 2010. L’intervento del professor Savaresi  del Politecnico di Milano fornirà utili spunti  di riflessione sulle abitudini dei driver, i loro  stili di guida e su come devono cambiare le  metodologie di approccio ai problemi di mobilità.  L’auto ibrida e, appena dopo in termini
temporali, i veicoli full electric, rappresenteranno  il sistema di mobilità del futuro. Perché,  come spiegherà Savaresi, il costo di utilizzo  dei carburanti di origine fossile è destinato  a crescere, come già è avvenuto negli  ultimi trent’anni; mentre il costo di produzione  e utilizzo di energia elettrica si ridurrà  mano a mano che questo tipo di alimentazione  prenderà piede nell’ambito della mobilità  aziendale.
Senza trascurare le altre soluzioni di alimentazione che oggi costituiscono un fenomeno  di mercato rilevante: per esempio l’utilizzo  del gas, in particolare il metano, che garantisce  un abbattimento cospicuo dei costi  d’esercizio e un maggiore rispetto per l’ambiente,  date le peculiari caratteristiche di  basse emissioni. Durante il convegno, potremo  contare sull’autorevole presenza del presidente  di Federmetano, che parteciperà alla tvola rotonda e sarà disponibile a rispondere  alle domande del pubblico. Il mercato  aziende del 2009 non ha dimostrato unaparticolare incremento nella vendita di auto  a gas, ma i fleet manager hanno seguito con estrema attenzione questo fenomeno. Poiché  ci acquista e gestisce le flotte deve  sempre ragionare in ottica triennale o quadriennale,  è lecito domandarsi se questa soluzione  ecologica possa rappresentare un  vantaggio nell’ambito del prossimo futuro.

Testo a cura della redazione, MissionFleet n. 5, settembre-ottobre 2009

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