IVA sulle carte carburante ricaricabili, solo con i rifornimenti

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Un tema per molti noto e su cui da poco ci sono state novità, quello delle carte carburante prepagate, ricaricabili  e l’IVA, un tema caro al mondo delle auto aziendali, delle flotte e ai fleet manager.

Le carte carburante prepagate creano ancora dubbi su come gestire l’IVA nel 2025 e l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti importanti, ultimamente. Elementi che cambiano le regole per chi gestisce queste carte, come anche i distributori ed i professionisti.

L’IVA su carte carburante ricaricabili solo quando usate

Premessa è che queste carte si ricaricano e poi si usano per comprare benzina, diesel o gas presso la stessa stazione di servizio. La domanda posta era: l’IVA va pagata al momento della ricarica o solo quando si usa la carta per il carburante?

Qui subentra una distinzione, con la legge distingue due tipi di buoni
I buoni “monouso”: si sa già quando emessi l’IVA e il cosa si compra, così l’IVA si paga subito.
I Buoni “multiuso”: non si sa subito tutto, come quando varia il prezzo del carburante, quindi l’IVA si paga solo quando si usa il buono.

L’Agenzia ha detto che queste carte carburante sono buoni “multiuso” perché al momento della ricarica non si conosce la quantità di carburante che si potrà comprare, dato che il prezzo cambia nel tempo. Quindi l’IVA si applica solo quando si fa il carburante, non alla ricarica.

Correzioni fatture

Chi abbia già emesso fatture con IVA alla ricarica, può correggerle con note di variazione o, se il termine è scaduto, chiedere la restituzione del tributo seguendo le regole.

In pratica, per chi gestisce queste carte significa dover cambiare il come si tiene la contabilità e, se possibile, sistemare le fatture sbagliate. Questa indicazione è importante anche perché evita che si paghi due volte l’IVA: una alla ricarica e un’altra al momento del rifornimento.

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