Non mancherebbero possibilità di slogan simpatici, in Mazda, per promuovere la CX-60 nei target dove il diesel è, ancora, un piacere che altri costruttori non concedono più. L’ammiraglia giapponese, infatti, non nega al mercato italiano un corposo motore sei cilindri diesel elettrificato a 48V, da ben 3283cc.
Che in Mazda sappiamo fare delle valide auto con motori personali tecnicamente, diversi da altri, è cosa nota, ma che proprio loro, tra i primi a ottenere certificazioni di efficienza e sostenibilità in mercati lontani dall’Europa, quando non era nemmeno ipotizzata la rivoluzione elettrica, potessero proporre come novità un grande sei cilindri diesel oggi, non l’avremmo immaginato. Eppure la vettura, Suv, esiste per il piacere del driver che può ottenerla dalla propria azienda, in mezzo al crescere delle Bev: è la CX-60 Skyactiv-D 3.3 M-hybrid Boost.
Un modello, CX-60, di cui abbiamo già parlato in occasione della prova per la potente plug-in con 327 cavalli, D-Suv che non nega a chi ancora lo cerca questo motore oggi raro. Se i dati del consumo Wltp dichiarato (5 l/100 km) potrebbero sembrare quelli di un termico a gasolio di media cubatura di qualche anno addietro, quando era in voga il downsizing, qui il sei cilindri in linea sfonda il muro dei tre litri, di volume. La potenza parte dai 200 CV della versione provata, più papabile in flotta senza spingere su quella da 250 CV abbinata alla trazione integrale.
Come è fatta e come va la sei cilindri Mazda 2024
La Mazda CX-60 3.3 diesel con trazione posteriore si guida bene senza correre e per essere quel che è, in termini di massa (1,8 t) e ingombri (4,74 metri di lunghezza). Niente toni sportivi ma grinta sì, nello stile, soprattutto del frontale, enfatizzata da quella scritta sul fianco: “inline6”.
In abitacolo Mazda CX-60 porta il driver in un ambiente premium alla giapponese, senza eccessi di tecnologia da gestire, anzi e nemmeno finiture sfarzose, ma con tanti elementi graditi anche a chi è abituato a viaggiare solo in business class: come il legno a vista, pelle nappa, le dieci regolazioni elettriche dei sedili climatizzati o i retrovisori antiriflesso.
E poi il vano bagagli da ben 570 litri, con validi elementi di aiuto al carico. Alla ricca versione Takumi non mancano tutti i dovuti Adas per un driver aziendale, partendo dal cruise MRCC, combinati a un tetto apribile e radio Bose dodici altoparlanti.
Tecnica e prestazioni
Lato tecnico, un telaio con sezione trasversale rinforzata sposa questo motore evoluto nelle camere di scoppio che, aprendo il cofano non tutti direbbero essere un grande sei cilindri, con 450 Nm di coppia più i 153 Nm offerti dal piccolo elettrico, alla trasmissione otto rapporti.
Nel nostro uso esteso, urbano e di viaggio, non ci siamo risparmiati, anche per il carico di famiglia e i percorsi, talvolta tra i monti, leggendo una media che limava quasi i 7 l/100 km, ma non è tanto questo l’elemento che fa pendere la bilancia della scelta, bensì il piacere di star seduti in business class percependo tutta la corposità dei sei cilindri oggi rari da trovare, per nuove immatricolazioni anche verso il 2025. Un sensazione enfatizzata forse anche dalla rarità, che fa percepire questo termico a gasolio ben più lineare e capace di allunghi, rispetto a quanto ci si attenderebbe.
Mazda li propone, questi cilindri i cui pistoni sono qui riportati in foto, grazie al sistema ibrido leggero, con sensibile frenata rigenerativa e batteria 0,33 kWh, abbinato a cambio con frizione multidisco e generatore/motorino elettrico. Diretto e fluido ma che si fa sentire negli innesti: per qualcuno può essere “superato” se amante delle Bev, per altri può essere un’emozione, finché permessa, e i giapponesi la soddisfano ancora, per adesso.
Anche se i numeri, oggettivamente, non sono alti per un target del Bel Paese, magari in Ztl che penalizzano il gasolio, CX-60 è un modello globale non negato all’Italia e piace per la “pulita razionalità” del design, la spaziosità, i buoni assemblaggi e la qualità in generale, anche dei materiali che sono “a prova di bimbo” che ci si possa sedere dentro.
Con Hud, la dovuta visione 360° e la tutela Adas in retromarcia, parte dei pacchetti abbinabili alla versione Takumi, capace di offrire all’azienda tutela e al driver qualche coccola, durante percorsi dove il rifornimento è poco frequente, vista l’autonomia.
Ovviamente, cercando di correre CX-60 non è vera sportiva, per quanto si colori di rosso lo strumento e sia roboante l’inline6, durante lo 0-100 in 8,4 secondi. Rollio e beccheggio ci sono, uniformi, avendo una scelta di setting che premia il comfort di viaggio, nonostante i cerchi 20’’ senza però rinunciare a degna manovrabilità per i parcheggi.
Quanto costa la Mazda CX-60 Diesel 2024
Si posiziona come deve sul mercato, avendo pochi rivali diretti, per via della rara combinata tecnica che non deve spaventare anche in termini di manutenzione, contando la garanzia Mazda di sei anni / 150.000 km: il listino prezzi Mazda Italia 2024 in ottica 2025 della CX-60 parte da 53.120 euro, con la versione Prime, mentre la Takumi quota euro 62.520.
Scheda tecnica
Versione in prova: 3.3 M-hybrid boost Takumi
Carrozzeria: Suv – 5 Porte / 5 Posti
Misure: 4,74 * 1,89 * 1,68 m – Passo 2,87 m
Vano Bagagli: 570 – 1.726 l
Serbatoio: 58 litri
Massa: 1.890 kg
Trazione: Posteriore
Motore: 6 cilindri in linea 3.283 cc Mild Hybrid (48V)
Potenza: 200 CV 3,600 giri/min
Cambio Automatico 8 velocità
Velocità max: 212 km/h
0-100 km/h: 8,4 secondi
Emissioni CO2: 127 g/km
Consumi dichiarati (WLTP comb.) 5 l/100Km