Mercedes in azienda

Mercedes in azienda, Non solo GLC plug-in [intervista a Christian Catini]

Approccio al mondo flotte senza spingere l’elettrico ma portando la conoscenza che serve per comprenderlo e sfruttarlo: intervista a Christian Catini di Mercedes

Con l’avvicinarsi di fine anno, 2023, torniamo a fare il punto sul mondo dell’auto aziendale in Italia, con alcune case auto. Come Mercedes, dove Christian Catini, Corporate & Fleet Sales Manager della Casa nel Bel Paese, non ha certo problemi di gamma.

Disponendo di “quasi tutto” serva a un fleet manager, in fascia premium. Mercedes è ovviamente tra chi metterà in gamma ancora più novità elettriche, nel 2024, ma non mancano le plug-in più apprezzate del momento, ovvero quelle con il diesel sotto al cofano. E ovviamente le ibride mild, che non generano compromessi a chi ha certe esigenze e non vuole la spina di ricarica.

«La strategia resta quella 100% elettrica per Mercedes, nel lungo termine –  spiega Catini – un obiettivo annunciato da tempo. Nel 2030 in ogni segmento avremo auto Bev dove il mercato lo permette. In Italia, sappiamo di essere sotto la media europea come quota EV e noi teniamo conto delle peculiarità di ogni Paese».

Che vuole dire, oggi, accontentare un’Italia dove ben oltre il 90% di nuove immatricolazioni ha serbatoi carburante da riempire.

«Aggiriamo il 4% di nuove Bev consci che servano maggiori incentivi e consapevolezza. Per i primi, non è solo il bonus d’acquisto, ma anche il tema della fiscalità delle auto elettriche. In Europa il trattamento è differente, sarebbe d’aiuto armonizzare in ogni Paese. Poi, sulle regole che vigono per strada, in Italia il quadro è molto variegato negli 8.100 comuni. Per come le elettriche sono trattate in Ztl, o nei parcheggi. La consapevolezza, invece, è nel saper formare i driver e la società. Perché esiste disinformazione sui bilanci ecologici delle tecnologie e ci sono anche fake news, che non aiutano la quota italiana di Bev».

Di fronte a certi nuovi prestanti modelli Mercedes, elettrici, l’evidenza di quanto si può fare è netta, con le auto. I problemi sono solo fuori dal vostro prodotto, ormai.

«Oggi la maggior parte delle Bev Mercedes va oltre i 400 km di autonomia, che nella maggioranza dei casi soddisfa la mobilità urbana. Anche l’infrastruttura invero non è così carente, anzi: ci sono rapporti tra colonnine e Bev, migliori da noi che in molte zone d’Europa. Detto questo, la Casa cerca di dare consapevolezza in modi diversi, come con le nostre Plug-in diesel: aiutano la cultura e la diffusione dell’elettrico».

Christian Catini

Da molti però, anche in azienda, sono criticate le auto plug-in.

«Fondamentale è che l’autonomia elettrica di una plug-in, come le nostre, arrivi a oltre i 100/130 km. In realtà, sono poi anche certi driver e fleet manager che sbagliano i commenti. Perché se un grande Suv plug-in benzina circola senza venire caricato, è un conto. Ben diverso che parlare di una plug-in diesel berlina (per consumi, emissioni e costi, ndr).

Il tema è anche la carta carburante, pagata in azienda. Mentre per le ricariche elettriche (discorso valido anche per Bev) è difficile a volte gestire fatturazione e tasse, per le ricariche casalinghe dei driver aziendali. Dovrebbero essere i provider di energia, che sviluppano card per i driver aziendali con sistema che differenzi i consumi, lavorativi e non. Le soluzioni per questi aspetti sono ancora primordiali e non sviluppate a pieno, da provider e aziende».

Assistiamo recentemente a una fase di critica a volte polemica, sull’elettrificazione, mentre le immatricolazioni sono più guidate dalle aziende che nel passato.

«I temi su Bev o Phev che non decollano da noi, per valutare a pieno la situazione, sarebbero molti. Diciamo che sono anche le grandi aziende che dovrebbero avere sensibilità diversa, ed essere le prime a far entrare in circolazione le elettriche, prima che altrove. Ci stiamo dando del tempo come Casa auto. Proponiamo con attenzione mirata quello che è maggiormente gestibile da un’azienda, spingendo per la spina solo se è possibile con la nostra divisione Fleet. Sulle PMI invece, interviene la nostra rete che è preparata nel dare consulenze

Restano ancora troppa disinformazione e mancanza di prova pratica, in Italia. Non vogliamo spingere driver all’elettrico senza conoscerne prima le abitudini, ma accompagnare secondo le necessità sì. Resta fondamentale poi la fiscalizzazione, per creare un sistema che aiuta davvero le aziende nella transizione. Mentre per i fleet manager mi auguro che risolvano la questione ricarica con delle scheda per EV che funzionino come una scheda carta carburante».

Fuori dalle flotte si parla ancora molto di rischi dell’elettrico e aiuto del noleggio per “salvarsi” nel tempo, come fanno appunto le aziende.

«La disinformazione parla di auto elettrica come rischio da evitare, ma non è che i noleggiatori salvino un driver, prendendosi dei rischi al posto suo. Anzi, nel nostro caso si acquista un prodotto che poi si potrà rivendere a 36 o 48 mesi con buon valore residuo. Verosimilmente competitivo in un momento dove migliorano l’infrastruttura e l’accettazione verso una Bev. Con auto che hanno fatto magari 30/40mila km e la nostra Casa garantisce ancora molto (fino a 160mila km). Direi che è semmai un fattore competitivo, per i noleggiatori. Più che di rischi direi che ci sono guadagni, possibili su servizi e un domani sulla rivendita».

Le Mercedes protagoniste in azienda

Mercedes in azienda

Quale il modello Mercedes protagonista in azienda oggi e quale la Bev emergente.

«La GLC plugin è la best seller assoluta sul mercato Italia, con clienti sempre soddisfatti. È il modello più allineato alle esigenze di grandi aziende. La nostra Bev più amata dalle aziende invece è EQE Suv: pur se lanciata da poco, punta alla leadership. Poi anche la Gla è sul podio dei gradimenti, con le sue versioni ibride».

Quanto pesano i modelli alla spina sul veduto Mercedes Italia, nel 2023?

«A oggi tra Bev e Phev, si supera il 20% delle nostre vendite, ovvero circa il triplo rispetto alla media nazionale. La parte del leone la fanno le plugin».

Si parla molto di piattaforme digitalizzate per il controllo dei veicoli aziendali e di telematica: avete soluzioni factory che i fleet manager sfruttano?

«Dipende dal cliente, se è un grande cliente servito dai noleggiatori, hanno la loro connettività per cui noi non entriamo direttamente. Pur potendo, perché ogni nuova auto è dotata di connettività e rete ricarica proprie. Noi offriamo anche i servizi di Mercedes me Business, con cui il fleet manager si può collegare e sfruttare a pieno dati o previsioni. Unica App per tutti i veicoli con molti elementi ma, a dire il vero, non sempre tutti i fleet manager sfruttano a pieno i sistemi telematica. Come gli stessi Adas, molti ancora non chiedono quello che potrebbe invece essere utile se conosciuto a usato.»

Quali le novità 2024 più interessanti per le flotte

«Per il 2024, la più attesa in flotta è certo la Classe E, ibrida o plugin, ma anche i molti restyling dove si rinnova gamma, poi la CLA.»

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