Milano, capitale italiana del car sharing

In principio ci fu GuidaMi, il primo servizio di car sharing nato a Milano nel 2004 per iniziativa del Comune e del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio che, dal 2007, è controllato da Atm. Si è poi aggiunto E-vai, lanciato da Trenord, e fino all’estate 2013 a spartirsi i clienti erano soltanto questi due operatori. Ma dopo la liberalizzazione, avvenuta a  luglio, è stato un continuo aggiungersi di nomi: in molti si sono attivati per presentare la propria proposta entro il 31 dicembre 2013, per permettere ai milanesi di noleggiare un’auto pagando il tempo di utilizzo effettivo e, soprattutto, per entrare in un mercato dalle buone potenzialità di crescita.
Se all’inizio, infatti, i cittadini si sono affacciati timidamente a questo nuovo modo di andare in auto, ora dimostrano di apprezzarlo, perché così facendo si possono evitare i costi fissi di manutenzione, rifornimento, tasse e assicurazione e in molti casi si può accedere a zone altrimenti difficilmente raggiungibili. Senza contare che il car sharing è anche amico dell’ambiente, dal momento che tra le auto proposte a noleggio vi sono moltissime vetture elettriche o comunque a basso impatto ambientale. Attualmente sono 70mila gli iscritti ai servizi di sharing a Milano (considerando anche il bikesharing BikeMi), per un totale di circa 1.300 auto sulle strade, ma il mercato è destinato a crescere, tanto che si ipotizza che in Italia nel 2020 gli utilizzatori ammonteranno a 500mila.
D’altra parte avere un numero importante di veicoli in sharing può consentire a tante famiglie di rinunciare alla seconda auto e sbloccare così risorse famigliari per altri investimenti. Inoltre questa soluzione ben si sposa con l’obiettivo della riduzione del tasso di motorizzazione, che a Milano continua a essere elevatissimo: 55 auto per 100 abitanti, mentre tutte le città da oltre 1 milione di abitanti si attestano sotto le 40.

Si calcola che ogni auto di car sharing ne tolga dalle strade 10-12 private. Al momento è troppo presto per quantificare questo fenomeno a Milano, ma sicuramente questa modalità aiuta a ridurre la congestione del traffico e a liberare spazio in superficie da dedicare a ciclabili, pedonali e altre forme di mobilità sostenibile. L’obiettivo è proprio incentivare una forma di mobilità eco-friendly che vada incontro anche a chi ha la necessità di utilizzare l’auto in città.
Senza contare che il car sharing rappresenta anche un’ulteriore entrata per le casse dell’amministrazione comunale: basti pensare che ogni auto appartenente a questo servizio paga al Comune 1.100 euro all’anno, comprensivi dei costi di attraversamento di Area C e dei costi del  parcheggio nelle aree a pagamento, anche se questa cifra non viene richiesta alle società che propongono veicoli esclusivamente elettrici.
Pierfrancesco Maran, Assessore alla Mobilità, si sta impegnando a rendere il servizio sempre più efficiente. Tra i progetti in cantiere quest’anno vi è ad esempio l’integrazione dei sistemi di prenotazione delle auto, che potrebbe passare anche attraverso la realizzazione di un’unica applicazione grazie alla quale sarebbe possibile scegliere con più rapidità l’operatore che meglio risponde alle proprie esigenze. Conditio sine qua non affinché questo si realizzi è però il fatto che i gestori acconsentano a rendere disponibili i dati relativi alle loro flotte.
Inoltre i confini dell’area adibita al car sharing potrebbero essere ridefiniti, per escludere  i punti periferici più  problematici della città dalle zone di prelievo delle vetture, in modo da evitare il più possibile gli episodi di vandalismo, dal momento che purtroppo è già successo che alcune delle vetture destinate al noleggio venissero intenzionalmente danneggiate. In programma anche l’apertura al car sharing di alcune zone residenziali a traffico limitato, come Garibaldi, Sarpi, Navigli e Arco della Pace.
Al momento sono cinque gli operatori attivi in questo settore nel capoluogo lombardo, a cui se ne aggiungerà presto un altro, la cui proposta ha già ricevuto parere positivo dalla Commissione. È stato invece recentemente bocciato il progetto presentato da Bmw DriveNow, perché non garantiva tutti i requisiti contenuti nell’avviso pubblico. Il servizio sarebbe stato infatti circoscritto al centro di Milano (e non ai 120 km di area urbana come richiesto) e sarebbe stato attivato a fine anno, ovvero in ritardo rispetto al termine ultimo fissato per il 1° di maggio.
DriveNow, nato dalla partnership tra Bmw e la società di autonoleggio Sixt, presente con le sue vetture in cinque città tedesche (Berlino, Monaco, Colonia, Amburgo, Düsseldorf), oltre che a San Francisco, sarà dunque assente da Milano, che per il momento dovrà rinunciare alle Bmw a noleggio.
Non si esclude tuttavia, nel lungo periodo, il debutto di altri operatori, poiché il Comune, dato il successo riscosso dalla prima, potrebbe indire una seconda  gara pubblica.
Nel frattempo abbiamo provato a fare un po’ d’ordine, descrivendo uno a uno i gestori e confrontando le loro offerte. Ecco che cosa è emerso (nella tabella allegata è riportata una sintesi delle principali caratteristiche dei vari servizi).

Car2go 
Il servizio di Daimler, nato in partnership con Europcar, conta su una flotta di 600 Smart ForTwo. Per prenderne una e guidarla non serve alcun abbonamento, ma una tessera magnetica (denominata membercard, ndr.) del costo di 19 euro che, previa registrazione al sito, si ritira al negozio Car2go, o in uno dei punti di registrazione segnalati. La tariffa al minuto è di 29 centesimi. Le auto non possono accedere a Ztl e corsie preferenziali, ma, una volta terminato l’utilizzo, non si devono riportare in parcheggi prestabiliti: è possibile lasciarle ovunque, compresi i posti delimitati da strisce blu e gialle. A fare rifornimento ci pensa il gestore, ma chi nota che il livello di carburante è inferiore a un quarto di serbatoio e si ferma a fare benzina viene premiato con 20 minuti di guida gratuita da utilizzare entro 30 giorni. Gli iscritti attualmente sono circa 50mila.

Enjoy 
Nessuna spesa di iscrizione per noleggiare una delle 550 Fiat 500 o Fiat 500L a disposizione. E il prezzo è molto competitivo: 25 centesimi al minuto, ma si paga anche il parcheggio, 10 centesimi al minuto. Decisamente semplice accedere al servizio: ci si iscrive tramite il sito e si riceve un pin che viene richiesto al momento del ritiro dell’auto. Le vetture si aprono utilizzando l’apposita app o inviando via sms il codice presente sul parabrezza o via telefono. Non è obbligatorio effettuare alcuna prenotazione, ma c’è la possibilità di farlo e si hanno 30 minuti per ritirare l’auto. Anche per le 500 di Enjoy vige il divieto di transito in zone a traffico limitato e corsie preferenziali. Il servizio è stato lanciato da Eni, con i partner Fiat e Trenitalia.

EQ Sharing 
In questo caso la tariffa è di 13 centesimi al minuto, ma è necessario abbonarsi. L’abbonamento settimanale costa 10 euro, quello annuale 30. Le auto, 60 tutte elettriche a due posti (si tratta di  FreeDuck Ducati), si possono prenotare via telefono, app o tramite il sito e vanno ritirate e riconsegnate presso le 15 isole digitali presenti in città. È consentito l’accesso alle Ztl, ma non alle corsie preferenziali. Il promotore del servizio è il Comune di Milano, in partnership con A2ADucati EnergiaInternet Explorer di MicrosoftTelecom ItaliaBee e Linear.

E-vai 
È la soluzione proposta da Trenord. In questo caso c’è libero accesso alle corsie preferenziali e alle zone a traffico limitato. Non è necessario versare una quota annuale e i prezzi partono da 2,40 euro all’ora. Si autodefinisce il car sharing ecologico, perché il parco mezzi è costituito da veicoli a nullo o basso impatto ambientale. Sul fronte vetture elettriche si può scegliere tra Peugeot iOn, Mitsubishi I-miev, Citroën C-zero, Fiat Panda, mentre quelle Euro 5 e Gpl Fuel sono Fiat Punto Evo bifuel, Fiat 500 twinair, Fiat Panda twinair e Citroën 3 bifuel. I punti di ritiro e consegna (e ricarica) delle auto sono 40, in prossimità di stazioni e aeroporti.

GuidaMi 
Come già detto, è il primo nato, per volontà di Atm, e conta circa 6mila iscritti. Il servizio ha un costo di iscrizione annuo pari a 120 euro e prevede una tariffa binaria, che consiste cioè nella somma del costo del tempo di utilizzo e dei km percorsi in funzione del modello di vettura scelto. Tra le 160 auto a disposizione, infatti, ci sono vari modelli: si va dalla Smart For Two alla Panda, dalla Fiat 500 alla Grande Punto, passando per Peugeot Ion, Lancia Ypsilon, Prius, Alfa Mito, ma anche Touran, Doblò Cargo e Ducato. Le auto vanno prese e riconsegnate in parcheggi prestabiliti (80). È possibile prenotare la propria vettura da due mesi a 15 minuti prima.
Il principale plus di GuidaMi è costituito dal fatto che consente di viaggiare in tutta Europa, Svizzera compresa. Inoltre le vetture di GuidaMi hanno libero accesso non solo alle zone a traffico limitato, ma anche alle corsie preferenziali, e questo può essere un enorme vantaggio soprattutto nelle ore di punta.

Twist 
L’ultimo arrivato, di cui si potrà usufruire dal mese di maggio, punta su una flotta di 500 auto elettriche a due posti (si tratta di Volkswagen Up!) disponibili a 27 centesimi al minuto (una via di mezzo tra Car2Go ed Enjoy). Inizialmente le auto disponibili saranno 100, per utilizzarle sarà necessario registrarsi tramite il sito e ritirare l’apposita card nei negozi Frigerio Viaggi, al costo di 15 euro.

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