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Prima prova italiana dell’ammiraglia Omoda, 9 ibrida con SHS

Plugin di elevata percorrenza e tutela nella gestione energia, Omoda 9 ha buone accortezze per il driver che ama ancora ambienti classici

Omoda 9 è un crossover che potrebbe “dare fastidio” nel segmento D-Suv nostrano, dove comandano le premium (soprattutto da flotta) e gli altri scalpitano dietro. L’ammiraglia Chery segna un bel passo in avanti, per chi la scopra partendo dai pre-concetti del passato sull’industria automotive cinese, meravigliando chi deve anche sapere che il carmaker è sì statalizzato e legato alla grande patria, ma molto attento all’estero, dove finisce il 50% della produzione.

In Europa e Italia ci sono da poco, Omoda e Jaecoo, ma con il secondo semestre 2025 arrivano prodotti ibridi, o meglio Super-Hybrid (SHS) come questo, adatti alle flotte e ai noleggi.

prova omoda 9 shs interni

Misure e (tante) dotazioni sulla Omoda 9 SHS

Proprio la Omoda 9 che avevamo visto in anteprima alla Milano Design Week, con quel target “Lohas” molto moderno e ricercato, ora è alla prima prova reale su strada, in Italia, anticipando un filone di novità della Casa che vede già in lista, forse car-list, 2026, la compatta Omoda 3 di segmento C molto apprezzata da italiani che l’hanno vista a Shangai.

Restando alla 9, che misura 4,78 metri, ha una linea molto pulita e muscolosa al contempo, come vuole il marchio, con cofano allungato e grande calandra, ricca di led (matrix) capaci di coreografie luminose. In abitacolo poco da eccepire, con degna gratificazione da pelle nappa, tetto panoramico e mix dei comandi, sia fisici sia digitali.

Pesa un po’ l’avvolgere del tutto, anteriormente, con quel tunnel ingombrante, ma la qualità percepita e lo spazio sono buoni, con l’ambiente saturo di elementi che fa quasi “perdere” rispetto ad altri odierni, dove il solo e unico focus è un mega-Touchscreen. Qui da 12.3’’ per l’Infotainment, ben combinato allo strumento di fianco (pari misura) e dall’head-up con realtà aumentata.

Tra le chicche i sedili, con funzione easy di accesso, massaggi e regolazioni (comandate su portiera “alla Mercedes”) e l’audio Sony configurabile persino nel dettaglio del conducente (udibili solo al suo poggiatesta, volendo, gli alert Adas).

I 4 motori della Omoda 9 SHS

Lato tecnico, il sistema plugin “super-ibrido” vede un 4 cilindri 1.5 turbo benzina con 143CV, condito da ottimi sistemi elettronici europei nel brand, combinarsi agli elettrici sincroni: per spinta e rigenerazione. Davanti sono due, i “motor” (uno rigenera e uno da trazione) dietro quello più potente, a cui ci si affida per la guida in molte fasi di 2wd (perché Omoda 9 è 4×4 con priorità al posteriore), con 238 CV.

7 funzioni diverse per non scendere mai a 0 di batteria

Più che i 537 CV combinati possibili, è rilevante la batteria, da 34,4 kWh per 145 km stimati di uso in EV. Il buono del sistema SHS Omoda è nelle funzioni (addirittura 7) tra cui la range extender (termico acceso carica e trazione elettrica) o di termico elettrico in serie (trazione termica con ricarica) che consuma, sì, ma come gli altri tiene la batteria sempre a un 15% e oltre di riserva, per offrire sempre della guida EV.

Anche a batteria “scarica” come non si dovrebbe, quindi, i consumi dichiarati sono discreti: prossimi a 7 l/100km, ma siccome non si deve fare, per la ricarica Omoda 9 sfrutta i 6,6 AC ma anche i 65 kW DC, rapidità non da tutti per una Phev, che alla fine, consente autonomia complessiva di oltre 1.100 km.

Listino prezzi e offerta NLT

In termini di costo e approccio al mercato, l’offerta semplice include tutto in unico allestimento, soli 4 colori, a 52mila euro di listino (si scende a 45mila con le promo e il finanziamento). Per i noleggi, i cinesi si sono accordati con Ayvens, puntando ora alle flotte per una degna parte (25%) delle immatricolazioni previste.

La forza dei 7 anni / 150mila km di garanzia (8 anni le parti EV) con ricambi consegnati in 24/48h, riuscirà a compensare le solite incognite di valore residuo nel medio termine? Per ora Omoda 9 parte bene nel segmento, a livello tecnico prestazionale come Phev ma anche in quanto a immagine.

Sulla guida invece, va detto che pur meno pesante di quanto possa sembrare, pur con sospensioni elettro-magnetiche, non è certo sportiva, diretta, anzi: tre rapporti, poche regolazioni guida e poco sensibili, ma il comfort, la sicurezza e qualche bel dettaglio nella gestione dei tanti Adas che sono un must nelle flotte per la sicurezza, ci sono ad alto livello. Per il driver che non ama spingere troppo. Come ci sono dotazioni e spazi per chi accompagna. Un modello che sfida altri cinesi, coreani ed europei di fascia media, da provare, non solo per il posizionamento interessante del fringe benefit tassato al 20%.

Scheda Tecnica

Carrozzeria: Suv 5 Porte 5 Posti
Bagagliaio: 660 – 1.783 l
Serbatoio: 70 litri
Massa: 2.270 kg
Misure: 4,78 * 1,92 * 1, 67 m – Passo 280 cm
Motore: 4 cilindri 1.499 cc
Motori elettrici: 3 sincroni a magneti pernamenti
Alimentazione: Plug-In Hybrid (PHEV)
Potenza combinata: 537 CV 5,200 giri/min
Batteria: LFP 34,4 kWh
Ricarica: 6,6 kW AC/ 65 kW DC
Trazione: Integrale
Trasmissione: Automatica 3 velocità
Velocità max: 180 km/h
0-100km/h: 4,9 secondi

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