Se c’è un luogo, una nazione, una regione, con le proprie città e i propri territori, che sa esser meta gradita di Business Travel nel mondo europeo, anche meglio della nostra amata Italia, dobbiamo ammetterlo: questa è la Spagna.
Almeno per chi vive il settore automotive, come il sottoscritto che in Spagna, come giornalista, ci è andato molte volte nell’ultimo decennio e non solo per la “vecchia Seat” ma anche per il Mobile World Congress e varie altre attività fieristiche, legate alla tecnologia; per molte prove veicolo, che in ogni stagione dell’anno, grazie al buon clima, i costruttori automobilistici europei e non solo (si vedano brand giapponesi, coreani e ora cinesi) propongono in territorio spagnolo.

Viaggio di lavoro con sostenibilità umana inclusa
E allora, un cenno in tema di viaggi d’affari, di lavoro, che tanto incidono nelle economie non fosse che per la loro forza “anticipatrice” nel tracciare (per chi li sa leggere nei molti indici calcolabili) i cicli economici, va fatto un plauso alla Spagna.
Non tanto per quel che la natura locale ha, bontà divina, dato in termini di spazi, ambiente e natura, ma anche per il saper proporre tradizioni apprezzabili da chiunque, cultura e storia. Sempre, con magari piccole chicche che anche lo smaliziato operatore media incallito, un po’ saturo con l’età per farsi coinvolgere facilmente, scopre con gioia.
La mia ultima è riferita a dei personaggi locali in quel di Maiorca, eredi di una mitologia proposta e scoperta per caso, con un piccolo e coinvolgente “concorso” ai viaggiatori, ospiti, che provavano un’anteprima elettrificata di vettura asiatica.
Beh, parlare di green nella mobilità ben si sposa a chi ti offre panorami ancora aperti, come in Spagna, congestione sì ma solo nelle città e servizi efficienti.

La sostenibilità è già nel leggere la meta di un viaggio di lavoro, che non spaventa per il grigiume, per il rischio scioperi o traffico, per le difficoltà di trovare servizi flessibili. In Spagna è sempre pronto per chi lavora a orari strani un pasto, e di quale ottimo livello, anche per noi italiani “viziati“ bene; sempre aperto un locale, sempre visibile un monumento nelle big-city e pronta la parlata non dissimile a quella italica.
Che dire, dei molti centri congressi cresciuti nel decennio con superfici estese ma chiari cartelli e indicazioni, all’utenza, sul come non sprecare risorse importanti (soprattutto nelle isole). Perché l’ambiente, se vogliamo dire da italiani, meno ricco di arte e traccia illuminata che spesso si è trovata da noi nei secoli, in Spagna è sempre pronto, disponibile, mediamente ben conservato e fruibile. Mentre nello Stivale di brutti esempi, per non dire scempi, ne abbiamo da contare.
Ecco allora che non serve, per i viaggiatori d’affari, una gran ricerca di certificazione su carta per dire “OK, vado in Spagna” e volentieri, alla proposta viaggi: che sia uno stressante convegno saturo di sessioni o una dura fiera per accordi commerciali, il contorno sai che “ti sostiene” perché è quel concetto di sostenibilità anche umana, oltre che di bassa emissione carboniosa e buona informazione (anche quella dovuta, al BT).

Non solo target, sostanza
Certo, se apriamo il capitolo over-tourism di certe zone il tema è spinoso, ma qui su Mission si parla sempre e solo di BT, non leisure e ancora, la voglia di gestire a modo gli affitti brevi che sono parte ideale di molte lunghe permanenze per lavoro all’estero, in città accoglienti, è altro spunto propositivo del Paese.
La strategia ispanica verso il 2030 è un esempio in tal senso, non facile da perpetrare, ma su cui, giustamente, investire seriamente e non solo quando si parla di patrimoni Unesco – che la Spagna ha in elevata quantità – ma giorno per giorno facendolo trasparire ai viaggiatori, prima ancora che ai travel e mobility manager.
Con poi quel “faro” della mobilità sostenibile e connessa che è da anni Barcellona, restando nel tema automotive, ma soprattutto le piccole realtà da scoprire una a una, per chi gestisce eventi, regalando il medesimo apprezzabile viaggio di lavoro a chi ci si ritrova una prima volta, come abbiamo raccontato non troppo tempo fa su missionline.it per le novità – rigososamente sostenobili – della Catalogna in ambito MICE.