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Risarcimento voli: la carta d’imbarco non è più necessaria

Risarcimento voli: una sentenza della Corte di giustizia europea rivoluziona la giurisprudenza. Il 30 ottobre scorso, il tribunale ha stabilito che le carte d’imbarco non sono necessarie per presentare una richiesta di rimborso.

«Questa storica decisione renderà molto più semplice la procedura di richiesta del risarcimento per i voli che hanno subito dei problemi – spiega Givt, piattaforma web che si occupa di richiederli in vece dei viaggiatori aerei -: i diritti dei passeggeri sono stati significativamente rafforzati grazie alla sentenza della Corte di giustizia europea».

Secondo Givt, la decisione è giuridicamente vincolante per tutti gli Stati membri dell’UE e gli Stati aderenti e annulla la precedente decisione della Corte Suprema francese del 14 febbraio 2018.

La precedente sentenza francese stabiliva che, nel caso in cui i passeggeri intendessero chiedere un risarcimento per un problema relativo a un volo, dovevano fornire la carta d’imbarco al fine di ricevere un risarcimento in Francia.

In tal modo dimostravano che erano effettivamente presenti in aeroporto il giorno della partenza. «Questa pratica andava a grande favore delle compagnie aeree ed è stata utilizzata proprio per evitare di pagare i risarcimenti», ribadisce Givt.

Come noto, in base al Regolamento (UE) n. 261/2004, i passeggeri hanno attualmente diritto a un risarcimento fino a 600 euro per ritardi superiori alle 3 ore. Così come in caso di cancellazioni o negato imbarco per tutti i voli all’interno dell’Europa, da e verso l’UE, o con compagnie aeree registrate nell’UE.

Risarcimento voli, una sentenza storica

L’avvocato di Givt Kamila Szczygieł spiega: «Questa storica sentenza dimostra chiaramente che la giustizia è dalla parte dei passeggeri. I passeggeri europei non solo saranno maggiormente tutelati in futuro, ma ora possono anche ripresentare le richieste di risarcimento che in precedenza erano state respinte dalle compagnie aeree per la mancata presentazione delle carte d’imbarco».

Risarcimento voli a chi viaggia per lavoro

Come ovvio, anche chi viaggia per lavoro ha diritto a richiedere rimborsi e ne viene coinvolto non di rado. «Forse tende persino a considerare cancellazioni e ritardi di voli come parte della professione», commenta la società svizzera.

«Per stile di vita frenetico e scarsa informazione non presenta richiesta per un risarcimento a cui ha diritto per legge – continua -. Ma se questa consapevolezza continua a mancare da parte dei passeggeri, esistono società come la nostra che prendono l’iniziativa per loro».

Riferisce Piotr Rybicki, manager per il business development: «Per via dei numerosi regolamenti, ad esempio quelli relativi alla sicurezza, viaggiare porta con sé stress e disagi. Se alcune di queste leggi possono procurarci delle noie, altre ci tutelano e ci garantiscono dei diritti. I regolamenti UE prevedono norme chiare per i risarcimenti per voli in ritardo o cancellati. Questi risarcimenti spettano all’intestatario del biglietto, anche se quest’ultimo è stato acquistato dal suo datore di lavoro».

Gli importi dei risarcimenti di chi viaggia per lavoro

Premesso che l’indennizzo è dovuto a tutti i passeggeri, a prescindere da destinazione e motivo del viaggio, ecco un utile schema. Il singolo rimborso è calcolato in base alla distanza dei servizi aerei che accumulano tre o più ore di ritardo:

  • voli fino a 1.500 km: 250€
  • fino a 3.500 km: 400€
  • di distanza superiore a 3.500 km: 600€

I viaggiatori d’affari sono protetti anche in caso di cancellazione del volo.

L’importo, tuttavia, può ridursi del 50% se il vettore rispetta determinate condizioni. Ad esempio comunica adeguatamente in anticipo la cancellazione oppure offre opzioni alternative che raggiungano la meta entro i limiti del ritardo.

Esistono anche evenienze in cui una compagnia aerea può essere esentata.

Si tratta di circostanze straordinarie che possono includere condizioni meteorologiche avverse. Così come gli scioperi del personale di terra o dei controllori del traffico aereo, ma anche motivi tecnici.

[Approfondisci qui sulla black list delle aerolinee bandite dai cieli europei]

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